PORNO DI CARTA – DOPO LE “CINQUANTA SFUMATURE DI…”, LA PORNIFICAZIONE DELL’IMMAGINARIO EROTICO FEMMINILE VIENE TITILLATA DAL BESTESELLER “LA SPOSA NUDA” DI NIKKI GEMMELL – AMORALE DELLA FAVA? ABBIAMO SOPRAVVALUTATO IL SESSO. DALLA SCOPATE CI ASPETTIAMO RIVELAZIONI SCONVOLGENTI, CI ATTENDIAMO L’ILLUMINAZIONE RIGUARDO AL SENSO DELLE NOSTRE VITE. C’È BISOGNO DI AGGIUNGERE CHE RIMARREMO DELUSI?…

Antonio Scurati per "la Stampa"

La frustrazione sessuale: questa la nostra unica certezza.
La generazione del '68 si è raccontata a lungo - e ancora ci racconta - di aver fatto la rivoluzione, ma l'unica vera rivoluzione avutasi in Europa nel dopoguerra è stata quella liberista degli Anni 80. Una rivoluzione di destra.

Di tutte le rivoluzioni mancate - o fallite - dalla sinistra sedicente rivoluzionaria, la rivoluzione sessuale è stata la più fallimentare. Sul terreno ha lasciato quasi solo rovine: tra le più ingombranti, e irremovibili, spiccano la crisi della famiglia (non il suo superamento, si badi bene) e la mastodontica mole sociale della frustrazione sessuale. È vasta come un'intera città ipogea. Basta grattare un poco la cenere vulcanica per scorgerne il profilo. Una Pompei della sessualità perduta. La recente, spettacolare eruzione della pornografia femminile potrebbe esserne una delle manifestazioni più evidenti.

Ci si è interrogati a lungo sui motivi del successo occidentale planetario delle Cinquanta sfumature di grigio di E. L. James. E se la risposta fosse molto semplice, molto ruvida, quasi fatidica? Se il trionfo delle avventure di Anastasia Steele,nouvelle anti-Justine che scopre l'estasi della sottomissione erotica al sadomasochismo patinato (e sgrammaticato), salvo poi sottomettere il suo perverso dominatore a una implacabile redenzione morale, non fosse altro che l'evidente sintomo della frustrazione sessuale dei suoi milioni di lettrici?

Perché non dovrebbe valere per la pornografia al femminile la brutale legge erotica che ha sempre governato la giungla della pornografia maschile? Qualunque sia la risposta, mi pare certo che la pornificazione dell'immaginario erotico femminile sorga sul terreno di una mancanza d'essere, non di una sua pienezza.

Ci guida ora alla scoperta di questo immaginario La sposa nuda, di Nikki Gemmell, ripubblicato in Italia da Guanda (304 pagine, da giovedì in libreria). Già la vicenda editoriale di questo bestseller della erotic fiction al femminile è di per sé un sintomo: uscito in forma anonima nel 2003 in Inghilterra, diventa un caso clamoroso allorché l'autrice viene identificata nella Gemmell, scrittrice rinomata in Australia, dove è considerata una delle voci più impegnate della sua generazione, e ammirata all'estero (in Francia, la rivista Lire l'ha inserita nella lista dei 50 autori più importanti al mondo). L'anno scorso, sull'onda del successo delle sfumature di grigio, The Bride Stripped Bare viene poi ripubblicato in Inghilterra sotto il nome dell'autrice e diviene rapidamente un bestseller.

Ma, di là di questo, il romanzo s'impone all'attenzione per la sua capacità di raccontare con uno stile raggelato, a suo modo sapiente, ciò che tutti quanti già sappiamo, o crediamo di sapere sul sesso, e che talvolta osiamo perfino confessare se abbiamo bevuto un terzo Negroni: e cioè che noi, femmine e maschi occidentali d'inizio millennio, viviamo «nel paese dei giorni miti e delle scopate senza orgasmo».

La protagonista della vicenda è il tipo rappresentativo della odierna brava moglie insoddisfatta: ammette di non aver mai raggiunto l'orgasmo col marito, di considerarlo uomo ordinario e noioso, di essere stata pavida nelle scelte professionali, rivela di sognare un amante che la leghi al letto e mille mani che la tocchino, ciò non di meno non smette di amare il suo compagno e di concepire assieme a lui la felicità coniugale.

Nell'impostare la narrazione, la Gemmell non si nega nessuno dei tanti cliché nei quali di solito scorre questa materia incandescente: la luna di miele nell'esotismo turistico di Marrakech, il rapporto coniugale meravigliosamente funzionale salvo che per il sesso (o, forse, proprio grazie alla sua carenza), il lavoro poco gratificante, la placida forza di un «amore tranquillo», l'ottusità bovina del marito che indifferente al disgusto della moglie ambisce solo alla fellatio quando lei, invece, si eccita sfiorandogli la nuca, il sollievo provato da questo tipo di donna post-rivoluzionaria nella «rinuncia alla diffidenza femminista».

La dote del libro, però, sta proprio qui: nella sua ostinazione a esplorare la vastità di questi luoghi comuni. Noi in questi cliché ci viviamo e l'autrice ne è perfettamente consapevole. Sono tutte idee ricevute, stereotipi, banalità confortevoli, eppure sono tutto ciò che abbiamo. Il rapporto di coppia in Occidente è giunto a questo punto: al punto in cui si deve decidere se vivere o morire per qualcosa in cui, comunque, non si crede più.

Che non si tratti di un romanzo-confessione ma di un romanzo-proiezione appare chiaro quando la protagonista cede al «desiderio di scatenare la catastrofe nel proprio mondo». La vita sessuale segreta della brava moglie nuda che comincia allora non è evidentemente la vita reale di un personaggio di finzione ma la fantasticheria di una persona reale, l'autrice Nikki Gemmell. La sua alter ego scopre, infatti, le gioie travolgenti del sesso con un uomo più giovane (ma già ultratrentenne) che si rivela addirittura vergine, nonché aficionado di tauromachie. Dopo di lui, precipita immediatamente nell'orgia con anonimi tassisti.

Il punto qui, però, non è l'inverosimiglianza o la ridicolaggine delle situazioni narrate. Questi criteri hanno smesso di essere pertinenti dal momento in cui siamo entrati nell'universo pornografico, dal momento in cui anche il tanto rivendicato erotismo femminile sembra essersi pornificato al pari di quello maschile. Il privilegio e la condanna della pornografia consistono, infatti, nel sottoporre la sessualità al bando da ogni realtà. All'ingresso dell'inferno pornografico sta scritto proprio questo: lasciate ogni realtà, voi che entrate.

E, allora, la vita erotica segreta della pornografa immaginifica rivela una interessante, malinconica maschilizzazione della femmina. La «casalinga dalla faccia d'angelo», imbaldanzita dall'orgasmo, abbraccia il destino della scissione psichica, tipica fino a ieri della psicologia maschile del padre, accettando il fatto tragico della non corrispondenza tra «quella che sei fuori e quella che sei dentro».

D'altro canto, il richiamo sociale e biologico della maternità, quando giunge a far calare una pietra tombale su tutta la vicenda, giunge come una riedizione femminile della doppia morale da bordello: «Sei una brava moglie, una brava attrice: il sotterfugio è di una facilità incredibile. Hai recitato sempre senza quasi rendertene conto. Ma vuoi invecchiare insieme a Cole [il marito], di questo sei ancora sicura. Saresti ben felice di non avere mai più rapporti sessuali con tuo marito, tranne che per concepire un figlio, e hai già sentito amiche sposate dire la stessa cosa. Cole rappresenta qualcosa di più del sesso: fa parte del tuo progetto di vita».

Va così, di questi tempi. Con queste fantasie pornografiche dobbiamo fare i conti, e con le frustrazioni che ne discendono. I nostri progetti di vita, poi, glieli abbiamo dati in pegno.
Siamo tutti, personaggi di finzione e persone reali, parimenti prigionieri dell'ideologia del sesso. In qualche momento nel secolo scorso, rimosse le macerie dell'ennesima guerra, non avendo più nessuna calamità a tenerci impegnati, in un pomeriggio di noia abbiamo spostato sul sesso l'intera posta metafisica che il secolo precedente, quello romantico, aveva giocato sull'amore, ultima religione dell'Occidente. Non è stata una mossa vincente. Si rischia di perdere su entrambi i tavoli e di alzarsi, a fine serata, a mani vuote.

Ci siamo spinti troppo oltre. Abbiamo eretto ovunque templi votivi alle divinità acefale del sesso. Le nostre città ne sono disseminate, le nostre campagne pure. In società non si parla d'altro. Basta accostare l'orecchio alle conversazioni da bar o alle chiacchiere televisive e si sentirà sgranare interminabili rosari agli dei della scopata. L'aspettativa è enorme, il culto fervente, la pratica ovunque. Dalla copula tra i corpi degli amanti ci attendiamo rivelazioni sconvolgenti, dalla compenetrazione tra gli organi sessuali ci attendiamo l'illuminazione riguardo al senso delle nostre vite. C'è bisogno di aggiungere che rimarremo delusi?

 

 

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