RUBA L’ARTE AGLI EBREI E METTILA DA PARTE - POSSIBILE CHE NESSUNO SAPESSE CHE IL FIGLIO DEL GALLERISTA GURLITT NASCONDEVA IL “TESORO DI HITLER” CON 1500 QUADRI TRA CUI PICASSO E KLEE, MATISSE E CHAGALL?

Monica Perosino per "La Stampa"

È iniziato tutto da un banalissimo controllo doganale su un treno, un passeggero troppo nervoso e una misteriosa busta contenente diecimila euro in contanti nascosta nella tasca interna della giacca.

Quell'uomo, un tedesco diretto in Svizzera, non aveva mai lavorato in vita sua, non aveva redditi di nessun genere, né proprietà. L'identikit perfetto dell'evasore fiscale. Nessuno avrebbe mai pensato che le tracce seguite dalla polizia avrebbero portato prima a un misero appartamento in un sobborgo di Monaco, poi alla grotta di Aladino.

Dietro un muro di scatole di fagioli e frutta andata a male, nel decrepito appartamento di quel sospetto evasore fiscale, c'era un tesoro: 1500 opere d'arte per un valore di oltre un miliardo, tutte sequestrate dai nazisti nel Terzo Reich e - si pensava fino a oggi - andate distrutte. Pablo Picasso, Renoir, Henri Matisse, Marc Chagall nascosti tra i rifiuti per quasi un secolo. Fino alla sensazionale scoperta, anticipata ieri dal settimanale tedesco «Focus».

Cornelius Gurlitt, unico figlio superstite del gallerista Hildebrand, viveva così: vendendo ogni tanto una tela, a volte uno schizzo o un acquerello. Quando finivano i soldi era la volta di un altro «pezzo». Tra i tesori finiti nell'intercapedine ci sarebbero disegni di Emil Nolde, Franz Marc, Otto Dix, Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka , Ernst Ludwig Kirchner e Max Liebermann.

Gli storici dell'arte credono che almeno 300 opere della «collezione» Gurlitt facessero parte di una mostra organizzata dai nazisti chiamata «Arte degenerata» che nel 1937 mostrava ai tedeschi 690 tele confiscate perché riflettevano valori contrari alle concezioni naziste. Hitler amava solo dipinti romantici che idolatravano la sua visione di superuomini tedeschi. Per lui i «peggiori» erano gli Espressionisti.

Le altre opere trovate nel misero appartamento sono state rubate o comprate da Hildebrand Gurlitt da collezionisti ebrei durante gli Anni 30 e 40. Fu proprio lui, alla fine della seconda guerra mondiale, a dire che la sua collezione si trovava nella casa di famiglia a Kaitzer Strasse a Dresda, facendo credere che le opere fossero state distrutte nei bombardamenti sulla città avvenuti a febbraio del 1945.

Secondo il britannico «Mail on line», alcuni capolavori sarebbero stati acquistati per un tozzo di pane da ebrei terrorizzati, in cambio di una fantomatica via per riuscire a fuggire dal Paese. Tra i dipinti uno dei celebri «Pferde» (cavalli) di Franz Marc, «Il domatore di leoni» di Max Beckmann, venduto ancora nel settembre 2011 da Gurlitt per 864 mila euro e anche un quadro di Matisse appartenuto al collezionista ebreo Paul Rosenberg, che dovette abbandonare la sua intera collezione prima di fuggire da Parigi.

La nipote Anne Sinclair, moglie dell'ex governatore dell'Fmi Dominique Strauss-Kahn, ha combattuto per decenni per riavere le opere rubate dai nazisti, ma fino a oggi non sapeva dell'esistenza di questo dipinto.

 

SOLDATI USA DAVANTI A UN QUADRO RUBATO DAI NAZI article BC F x quadro picasso ritrovato quadri riscoperti hildebrand gurlitt artiThe Lion Tamer by painter Max Beckmann cle B EBD x Hitler and Goebbels article x

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