wilde

EPIGRAMMI DA OSCAR - “POTESSI VIVERE ALL’ALTEZZA DELLA MIA PORCELLANA CINESE” – LO “SHOWMAN” WILDE FU IL PRIMO A DIVENTARE CELEBRE PRIMA COME PERSONAGGIO CHE COME SCRITTORE: CON LA SUA ABILITA’ AFFABULATORIA SEDUSSE LA BORGHESIA CHE PERO' ALLA FINE GLI PRESENTO’ IL CONTO…

oscar wilde

Masolino D'Amico per ‘Il Venerdì - la Repubblica’

 

 

André Gide disse, famosamente, «Ho messo il mio genio nella mia vita e solo il mio talento nelle mie opere». D' accordo: voleva anche un po' épater il giovane represso che durante un soggiorno ad Algeri avrebbe incoraggiato a liberarsi dalle sue inibizioni («dear, voulez-vous le petit musicien?»). Ma, come sempre, il suo paradosso conteneva un fondo di verità.

 

Oscar Wilde fu infatti non soltanto uno dei primi scrittori dell' età moderna ad essere "anche" un personaggio, come, mettiamo, Byron, Dickens, D' Annunzio, e dopo di loro Hemingway; ma addirittura il primo a diventare prima personaggio che autore.

OSCAR WILDE E ALFRED DOUGALS

 

Proprio come oggi che prima si diventa celebri, e poi si scrive un libro.

Quando Oscar lasciò Oxford col massimo dei voti in discipline classiche, piuttosto che a scrivere si dedicò a far parlare di sé. Frequentò chiassosamente mostre d' arte e salotti, proclamandosi alfiere di un sedicente movimento estetico, paladino del bello contro gli orrori della civiltà industriale sulla scia di arbitri del gusto come John Ruskin, Walter Pater, William Morris, fautori di un ritorno alla purezza dell' artigianato e dell' architettura medievali.

la testa di oscar wilde mentre esce da un sarcofago londra

 

Si fece talmente notare per i suoi abbigliamenti provocatori e per le sue pose esagerate («Potessi vivere all' altezza della mia porcellana cinese!»), che diventò il bersaglio ricorrente dei giornali umoristici. Quando uscì la sua raccolta di poesie, per nulla apprezzata dai recensori, fu subito un successo di vendite. Intanto la dilagante moda estetica ispirò un' operetta di Gilbert e Sullivan, Patience, in cui delle debuttanti preferiscono languidi giovanotti artistici a certi vigorosi dragoni. Quando come i precedenti prodotti della popolare coppia anche Patience fu in predicato di approdare negli Usa, l' impresario pensò di farla precedere da un esemplare della fauna colà rappresentata, di cui il Nuovo Mondo sapeva ben poco.

oscar wilde 5

 

Sfacciato com' era, Wilde accettò subito di esibirsi in un giro di pubblicizzate conferenze abbigliato da esteta, con lunghe chiome, calzoni al ginocchio, calze di seta e scarpini. Dapprima parlò della necessità di combattere le brutture, poi passò ad altro. Piacque, e il giro fu esteso; alla fine durò più di un anno e toccò la maggior parte degli Stati dell' Unione.

 

copia originale del ritratto di dorian gray

Al ritorno Wilde si tagliò i capelli dichiarando che l' Oscar del primo periodo era morto, si concesse un lungo soggiorno a Parigi, prese moglie, si arredò una casa a Chelsea e lavorò regolarmente come recensore di libri, direttore di un settimanale femminile, autore di racconti. Ma la sua grande specialità rimase quella del conversatore. Per un po' fece altre conferenze, in giro per l' Inghilterra: in quella sulle sue esperienze americane si cita il cartello poi diventato fatidico, «non sparate al pianista - fa quello che può». Poi si produsse, sempre più richiesto, nelle case di amici e nei ritrovi intellettuali. Molti in seguito lo definirono come il più grande affabulatore del suo tempo. Rievocando un primo incontro con lui, il poeta W. B. Yeats scrisse: «Non avevo mai sentito un uomo parlare con frasi perfette come se le avesse laboriosamente scritte in precedenza». Oscar però non progettava, ma improvvisava.

ilustrazione processo a wilde

 

L' amico Robert Ross aveva l' abitudine di annotarsi le sue battute, e quando l' esteta lo seppe, si fece dare gli appunti per arricchire una commedia.

Dunque, lo scrittore come showman.

 

Lettere Oscar Wilde

Ma se Wilde parlava come scriveva, è vero anche il contrario: la sua prosa è viva come una conversazione, e non per nulla lo scrittore dà il meglio di sé nel teatro, nei saggi di Intenzioni (i due principali sono dialoghi), nel romanzo Il ritratto di Dorian Gray, dove il parlato è importantissimo, e nelle impagabili lettere, uscite postume.

 

Sono conversazioni anche le fiabe, nate appunto per raccontarle ai figli. Dei quali uno ha riferito che nel finale del suo Gigante egoista papà piangeva sempre; e una volta che il bambino gli domandò come mai, rispose: «Le cose belle mi fanno sempre piangere».

oscar wilde 4

 

 

La specialità del conversatore Oscar Wilde era l' epigramma; e ogni suo epigramma si fondava sul paradosso. Il paradosso si ottiene iniziando un' affermazione che sembra scontata e ribaltandola alla fine. Qui c' è una sorpresa, ma il vero effetto scocca solo in un secondo tempo, quando ci rendiamo conto che il contrario di quello che ci aspettavamo è, imprevedibilmente, anch' esso un po' vero. Esempio: «I giovani credono che il denaro sia la cosa più importante del mondo. I vecchi lo sanno».

 

oscar wilde 3

Facile? «A quanto pare io sono la sola persona a Londra che non sappia creare un epigramma come Oscar Wilde» scrisse G.B.Shaw nella sua entusiastica recensione del Marito ideale. Proprio questa pièce mostrò al futuro drammaturgo come certe verità spiacevoli si potessero presentare agli inglesi, che non avevano accettato Ibsen, a condizione di divertirli. In superficie il Marito ideale è una classica commedia mondana alla francese, con un paio di scandali rientrati e un finale di felicità coniugale.

 

Ma le battute, spiritosissime, impedirono ai benpensanti di notare che qui i buoni - coloro che la società considera tali - sono gretti e noiosi, e i cattivi - coloro che la società disapprova - sono vivi e affascinanti. La commedia stessa è fondata su un paradosso: perché un uomo sia davvero affidabile, bisogna che abbia sbagliato. E paradossi sono nei saggi di Wilde: la natura imita l' arte; il critico è superiore all' artista. Paradossi sono nelle trame di Wilde: Salomè balla perché vuole baciare la bocca di Iokanaan; il ritratto di Dorian Gray invecchia al posto suo. Paradosso da cima a fondo è il capolavoro, L' importanza di chiamarsi Ernesto, con fanciulle che diversamente da Giulietta, indifferente al fatto che Romeo si chiamasse Romeo, vogliono sposare chiunque purché si chiami proprio Ernesto. (È così assurdo che una ragazza voglia sposare chiunque, purché si chiami, mettiamo, Agnelli?)

 

wilde mori solo e in miseria

Paradossale fu poi il destino dell' esteta. Il quale dopo avere incantato la società mentre sotto sotto la sfidava, fu smascherato e punito con un crescendo di sadismo che lo avrebbe consegnato al destino, certo da lui non previsto né desiderato, di diventare un martire, e in seguito un' icona del movimento di liberazione gay. Frequentando i ceti più alti, aveva dimenticato di essere irlandese, quindi sostanzialmente un parvenu - invitato e coccolato dalle mogli, ma mal sopportato dai mariti sospettosi dei letterati.

 

wilde usato per lo spot di un tappeto

Quando cominciò a farsi vedere sempre più spesso in compagnia di giovinetti non necessariamente di buoni natali non poté contare sull' omertà che in tali casi i gentiluomini estendevano ai propri pari.

 

Avventatamente, spinto dal risentimento del suo amico Bosie contro il proprio padre, accusò quest' ultimo di averlo diffamato pubblicamente. Così si espose alla vendetta. Il marchese di Queensberry passò al contrattacco, Wilde fu a sua volta imputato di «gross indecency» con professionisti adolescenti che lo denunciarono in cambio dell' immunità, infine condannato al massimo della pena, "solo" due anni di carcere duro (recente conquista umanitaria, in precedenza era prevista la pena di morte). I suoi beni furono messi all' asta per pagare le spese di Queensberry, le sue commedie sparirono dai cartelloni. In galera contrasse l' infezione all' orecchio della quale sarebbe morto tre anni dopo essere uscito. Sua moglie e i suoi figli cambiarono nome, e non li rivide mai più.

 

tomba di wilde a parigi

Non rivide più nemmeno l' Inghilterra. Si rassegnò a vivere all' estero, di elargizioni e piccoli aiuti. Aveva perso l' allegria, ma non la lucidità, né la dignità. L' ultimo amaro paradosso lo mise nell' unica poesia che riuscì a comporre, dove dice che ogni uomo uccide la cosa che ama.

Oscar Wildeoscar wilde 1oscar wilde 2TOMBA DI OSCAR WILDEoscar wildela prigione di oscar wildemoglie e figlio di wilde

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...