klopp ancelotti

IL PROBLEMA NON SONO LE MULTE MA ANCELOTTI – CARLETTO FINISCE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI: "LA SQUADRA È IMPLOSA PRIMA DA UN PUNTO DI VISTA TATTICO, SOLO DOPO PSICOLOGICO. DELUDENTE L’ESPERIENZA DI ANCELOTTI A NAPOLI. IL SECONDO ANNO È UN DISASTRO, PEGGIO DEL PRIMO: DIFESA COLABRODO, ATTACCO PREVEDIBILE, SUBITO FUORI DALLA LOTTA SCUDETTO" – LA PANCHINA DEL TECNICO BALLA: SI PENSA A GATTUSO

Lorenzo Vendemiale per il Fatto Quotidiano

 

ancelotti

È nato prima l’uovo o la gallina? Applicato al Napoli: è nata prima la crisi in campo o quella nello spogliatoio? È difficile commentare il disastroso campionato degli azzurri senza pensare al caos che ha travolto squadra e società nelle ultime settimane: il ritiro forzato, l’ammutinamento dei calciatori, le carte bollate di De Laurentiis e le multe notificate a mezza rosa. In queste condizioni i risultati negativi sono ovvi. Eppure si rischia di guardare il dito e non la luna: il Napoli di Ancelotti è imploso prima da un punto di vista tattico, solo dopo psicologico.

 

Con l’1-2 in casa ieri contro il Bologna la squadra di Ancelotti è scivolata al settimo posto in classifica, distante ormai anni luce dalla corsa scudetto a cui avrebbe dovuto partecipare e che invece è affare di Inter e Juventus. Il problema maggiore, però, è che Insegne e compagni sono staccati ormai 8 lunghezze anche dal quarto posto e dalla zona Champions.

 

Sono numeri impietosi: 12 punti in meno dello scorso anno (che pure non era stato eccezionale), addirittura 18 rispetto all’ultimo Sarri. Gli appena 20 punti conquistati rappresentano la peggior classifica dell’ultimo decennio: bisogna tornare indietro fino al 2009/2010. A questo punto della stagione, Donadoni era già stato esonerato da un pezzo. E quella squadra giocava con Contini, Datolo e Gargano, non certo i campioni su cui può contare oggi Ancelotti.

de laurentiis ancelotti

 

Ancelotti, appunto. È triste dirlo, perché il suo ritorno in Italia ha rappresentato una bella notizia per tutta la Serie A, e ancora adesso che le cose vanno male, malissimo, è un piacere ascoltarlo a fine partita, con la sua educazione, la sua conoscenza di pallone. Però ormai bisogna ammettere che la sua esperienza a Napoli è quantomeno deludente. Da quando è arrivato, non è mai riuscito a dare la sua impronta, trasmettere un’idea, lasciare un segno qualsiasi alla squadra. All’inizio c’era da smontare il giocattolo (quasi) perfetto costruito da Sarri e riplasmarlo a sua immagine e somiglianza: serviva tempo. La prima stagione, fra alti e bassi, si era chiusa con una brutta eliminazione in coppa e un secondo posto a 11 punti dalla Juve, tanti, davvero troppi per chi l’anno prima lo scudetto l’aveva praticamente vinto. “Ma vedrete il prossimo, il secondo anno sarà quello di Ancelotti”, si diceva.

ancelotti

 

Le premesse c’erano tutte. Un anno in più di rodaggio, una campagna acquisti importante: non avrà avuto il pupillo James Rodriguez, ma sono arrivati Di Lorenzo, Lozano, Llorente, Manolas insieme a Koulibaly avrebbe dovuto costituire la miglior coppia difensiva del campionato. Invece il secondo anno di Ancelotti è un disastro, peggio del primo: difesa colabrodo, attacco prevedibile, subito fuori dalla lotta scudetto.

 

Ed è proprio questo il punto: la stagione del Napoli non è mai cominciata, è nata morta. È chiaro che adesso la rottura fra squadra e società ha preso il sopravvento: la striscia di otto partite senza vittoria evidentemente è frutto di problemi extra-calcistici, di un gruppo di giocatori che va in campo sapendo che il loro presidente ha deciso di portarli in “tribunale” per multe fino a 2,5 milioni di euro. De Laurentiis ci ha messo tanto del suo. Ma non bisogna confondere la conseguenza per la causa: il campionato era già compromesso quando si è verificato tutto questo. Forse si è verificato proprio per questo.

 

CARLO ANCELOTTI

 

Arrivati a dicembre, forse non è più eccessivo parlare di fallimento. Non definitivo, non ancora almeno: il calcio offre sempre una possibilità di riscatto, fino a quando c’è un’altra partita (o competizione) da giocare. Nel caso del Napoli la Champions League, dove gli azzurri hanno vinto e pareggiato contro i campioni in carica del Liverpool e sono a un passo dal primo posto nel girone.

 

ancelotti

In questa situazione, però, non è tutto oro quel che luccica, nemmeno la qualificazione agli ottavi: preclude il declassamento in Europa League, che in primavera avrebbe potuto diventare un obiettivo concreto, un trofeo con cui salvare la stagione (mentre nemmeno i più inguaribili ottimisti sognano di vincere la Champions). Come Ancelotti possa a questo punto riprendere per i capelli un’annata disgraziata non è chiaro, forse non lo sa nemmeno lui. Anche dalla sue parole, però, si capisce che il suo Napoli ha fallito prima sul campo, poi in tutto il resto. Nei momenti più difficili un gruppo o si ricompatta o affonda. Gli azzurri sembrano affondare. In fondo anche questo è un altro fallimento.

insigne ancelottiancelotti de laurentiisancelotti

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?