IL MONDIALE CHE NON PIACE AL BRASILE (E A RONALDO) - A 2 SETTIMANE DALL’INIZIO DELLA COPPA DEL MONDO ANCORA PROTESTE E SCONTRI: 7 FERITI A BRASILIA, COINVOLTI ANCHE 800 INDIOS - ‘RONNIE’ ATTACCA IL GOVERNO: ‘STADI VERGOGNA, SOSTERRÒ L’OPPOSIZIONE’ - DILMA: ‘POCO NAZIONALISTA’

1. MONDIALI: PROTESTA TRA FRECCE E LACRIMOGENI A BRASILIA
Da ‘ansa.it'

Ancora tensioni sociali in Brasile, a poco più di due settimane dall'inizio dei Mondiali di calcio: una manifestazione popolare, contro la realizzazione dell'appuntamento sportivo, in serata è degenerata in violenti scontri con la polizia, attorno allo stadio di Brasilia. Il bilancio provvisorio è di almeno sette feriti, tra i quali un militare a cavallo, raggiunto da una freccia scoccata da un indio.

Nel corteo, iniziato da alcune centinaia di esponenti del Movimento dei lavoratori senzatetto (Mtst), sono infatti confluiti anche circa 800 indigeni brasiliani di varie etnie, che poche ore prima avevano protestato, presso il Parlamento federale, contro un progetto di legge che prevede modifiche alle regole di demarcazione delle loro terre.

Durante i tafferugli, i manifestanti - oltre duemila persone, secondo i calcoli delle forze dell'ordine - hanno lanciato pietre contro il battaglione anti-sommossa della polizia militare, che ha risposto con gas lacrimogeni. La folla ha anche bloccato tutte le vie di accesso al Mane' Garrincha, nel mirino dei movimenti che si oppongono all'evento della Fifa: l'impianto è infatti risultato il più caro della Coppa ed è avvolto dalle critiche per denunce di superfatturamento dei costi.

Il conto alla rovescia verso il torneo iridato continua dunque ad essere caratterizzato da disordini e polemiche. In mattinata, uno sciopero proclamato dagli autisti e bigliettai del trasporto pubblico a Salvador - un'altra delle 12 città sede delle partite - ha lasciato a piedi oltre un milione di persone.

Disagi per gli stessi motivi anche in un'altra capitale del nord-est brasiliano, Sao Luis, dove si è fermato il 100% della flotta di autobus. E per domani è stata programmata una nuova paralisi di 24 ore dei mezzi pubblici anche a Rio de Janeiro.

La 'Città Meravigliosa', che tra l'altro ospiterà la finale del 13 luglio, ha vissuto un'altra giornata di paura: prima per nuovi scontri a fuoco tra agenti e narcos - stavolta a Santa Cruz, nella zona ovest - che hanno provocato quattro morti; poi a seguito del ritrovamento di un pacco sospetto su un vagone della metropolitana, che ha fatto chiudere la stazione di Ipanema, facendo intervenire la squadra anti-bomba della polizia. L'allarme, poi rivelatosi falso, ha lasciato comunque in apprensione i residenti e provocato il fuggi fuggi tra i passeggeri.

2. RONALDO È IN CAMPO E DRIBBLA IL GOVERNO
Paolo Manzo per ‘La Stampa'

«Farò campagna elettorale per Aécio Neves: mi fido di lui e credo sia un'ottima scelta per cambiare il nostro Paese». A pronunciare la frase in un'intervista pubblicata ieri in prima pagina da «Valor», il principale quotidiano economico brasiliano, non è lo scrittore Paulo Coelho né il cantante-attore Ney Matogrosso, due celebrità che hanno criticato il Partito dei lavoratori della Presidente Dilma Rousseff e di Lula e che spostano pochi voti.

A chiedere che il prossimo 5 ottobre i brasiliani votino per il principale candidato dell'opposizione - Neves, appunto, del Partito socialdemocratico - è stato Ronaldo, un campione che tutti conoscono, favelas comprese, e molti ammirano. Ronaldo ha detto, tra l'altro, di «provare vergogna per i ritardi nella costruzione degli stadi in Brasile». Uno stato d'animo, con critica implicita al governo, simile a quello espresso da Pelé. Immediata la reazione di Dilma: chi si vergogna - ha detto la Presidente - è un «vira lata». Alla lettera significa cane non di razza, bastardino, ma nell'uso brasiliano è un modo per accusare di scarso nazionalismo chi apprezza più quanto si fa all'estero che in patria.

Per il ministro dello Sport brasiliano Aldo Rebelo, Ronaldo ha «fatto un autogol». Membro del Comitato organizzatore locale e fino a ieri testimonial del Mondiale, l'ex campione fu molto criticato dopo le prime manifestazioni di piazza per una frase che fece scalpore: «Per organizzare un Mondiale ci vogliono stadi, non ospedali». Gli rispose un altro idolo del pallone Romario, che oggi fa il deputato e conduce una campagna contro gli sprechi e la corruzione del Mondiale.

Ieri Romario è tornato a criticare Ronaldo. Non perché «poco nazionalista» ma con una domanda che in realtà qui si fanno in molti: «Solo ora Ronnie si accorge delle malefatte mondiali»?

 

 

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