
DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO
Pupi Avati a Borgonzoni (Lega): "Il David è bello ma non assomiglia al cinema italiano. Qui c'è l'opulenza, il cinema è fatto di piccole società che fanno fatica. Applaudi oh! Non applaudi?" Borgonzoni e Ceccardi due statue di sale #David70 pic.twitter.com/pjLEznCcdU
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) May 7, 2025
DAGOREPORT
Appena un anno fa, fresco reduce dallo sciagurato suggerimento all’allora ministro Sangiuliano di nominare il suo amico Sergio Castellitto alla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia, Pupi Avati annunciò al Corriere che “c’è bisogno di togliere delle competenze dal ministero della Cultura e creare un ministero ad hoc per il cinema, gli audiovisivi e la cultura digitale”. Le “competenze” da togliere, in sostanza, sono i quasi 700 milioni di euro che il Mic ha in pancia per promuovere, a spese dei cittadini, il cinema italico.
PUPI AVATI ALLA FESTA DI FRATELLI DITALIA
Contributi ministeriali di cui l’alacre Giuseppe Avati, detto Pupi, è stato beneficiato al massimo grado: dal 2017 al 2023, ha prodotto e girato sei film ottenendo da Ministero della Cultura complessivamente finanziamenti per la sommetta di 8 milioni e 165 mila euro.
Per la sua ultima opera cinematografica, “L’orto americano”, costo 3 milioni e 500 mila euro, sono stati concessi ed erogati all’ex venditore di surgelati della Findus finanziamenti per 1.925.842 euro da parte del Mic, 1,2 milioni dalla Rai, 150 mila dall’Emilia Romagna. Risultato? Nelle sale il film di Avati, mantenendo così fede alla fama di “veleno del botteghino”, ha incassato appena 266 mila e 352 euro.
SERGIO CASTELLITTO PUPI AVATI - DANTE
Ora l’86enne Avati sta per iniziare il suo quarantaseiesimo film da regista dal poetico titolo “Nel tepore del ballo” per un budget di 3,5 milioni di euro e gode già di un generoso investimento di Rai Cinema di un milione (non ha ancora iniziato l’iter per chiedere finanziamenti al Mic).
Del resto, con i nuovi inquilini che hanno preso possesso di Palazzo Chigi, nel gennaio 2023 Pupi lo ritroviamo non solo alla Festa del decennale di Fratelli d’Italia ma eccolo vispo tra i consulenti e i collaboratori del Governo (“Meloni è una donna di grande forza e coerenza”). A titolo gratuito, è “consigliere per le tematiche afferenti al settore della cultura” di Antonio Tajani dato che il forzista, oltre ad essere ministro degli Esteri (e ovviamente alla Farnesina gode di uno staff ad hoc), come vicepremier ha bisogno di arruolare anche la cultura di Avati.
liliana cavani vittorio sgarbi pupi avati
Nel 2024, il nostro Marco Giusti si domandava, malignamente, ‘’se non era meglio chiudere Venezia con “M – Il figlio del secolo” alla presenza dei capoccioni del Minculpop della Meloni, con Buttafuoco-Sangiuliano-Mollicone piuttosto che chiuderlo con l’ultimo film, “L’orto americano” di quella lagna di Pupi Avati, il “grande” regista di destra, anche perché è l’unico assieme a Luca Barbareschi e a Giulio Base, che in questi ultimi anni veniva evitato da tutti festival come la peste”.
E concludeva: “Infatti i suoi ultimi film, l’imbarazzante “Lei mi parla ancora” sulla famiglia Sgarbi, il terribile “Dante” con Sergio Castellitto che fa Boccaccio ma con un nasone da Dante, “La quattordicesima domenica del tempo ordinario” con Edwige Fenech umiliata nel ruolo meno glamour della sua vita, sono finiti in sala senza nessuna medaglietta da festival”.
A proposito del vil denaro: Duea Film Spa, la società di Pupi e del fratello Antonio che, come da visura presso la Camera di Commercio di Roma è in concordato preventivo, deve ancora a Cinecittà circa 400 mila euro per utilizzo degli studi.
DAGOSPIA DEL 21 OTTOBRE 2014 – ‘’POVERO PUPI AVATI: NON SOLO INANELLA UN FALLIMENTO DOPO L’ALTRO AL BOTTEGHINO, L’ULTIMO CON SHARON STONE. MA INCASSA SCONFITTE ANCHE IN TRIBUNALE: CON DAGOSPIA HA PERSO PURE IN APPELLO…’’
FISCO INFERNO PER PUPI AVARIATI - EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI: LA CASSAZIONE CONFERMA MAXI SEQUESTRO DEI BENI A PUPI AVATI E AL FRATELLO PRODUTTORE – IL RICORSO PRESENTATO DAI DUE FRATELLI EMILIANI E’ STATO DICHIARATO "INAMMISSIBILE" – L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI AL SEQUESTRO DEL FISCO: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...”
Da corriere.it - Aprile 2019
«Non è un bel momento per il cinema italiano» dice al telefono il regista Pupi Avati e non vuole aggiungere altro, dopo aver saputo della sentenza della Terza sezione penale della Cassazione depositata ieri: la Suprema Corte ha confermato il sequestro preventivo dei suoi beni e di quelli di suo fratello, Antonio Avati, produttore, per un valore complessivo di un milione e 324 mila euro. I due fratelli sono stati condannati anche a pagare duemila euro ciascuno di ammenda.
L' udienza davanti alla Terza sezione si era tenuta il 7 novembre scorso, quattro giorni dopo i festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno. Il regista e suo fratello sono accusati dalla Procura di Roma di evasione fiscale dell'Iva per gli anni 2012, 2014 e 2015 «nelle loro vesti di presidente e consigliere del cda della Duea film spa» e il 18 giugno scorso il Tribunale di Roma aveva disposto il sequestro dei beni.
Gli Avati allora avevano avanzato ricorso ma ieri la Cassazione lo ha dichiarato «inammissibile» ribadendo «l' irrilevanza delle richieste di rateizzazione e delle opposizioni presentate» dai due fratelli emiliani, che hanno sempre sostenuto invece la propria buona fede e la mancanza di dolo. Una brutta tegola, insomma, per il regista che quest' anno porterà nelle sale il quarantesimo film in carriera, Il signor Diavolo , tratto dal suo omonimo romanzo. Un ritorno all' horror molto atteso: «Satana non mi dà tregua e ricompare nel mio nuovo film», ha annunciato qualche mese fa.
Quest' ultima vicenda, invece, avrà fatto tornare alla mente degli appassionati la trama di un altro suo film di successo, ‘’Il figlio più piccolo’’, commedia del 2010, con Christian De Sica nei panni di un grande evasore a cui i giudici confiscano tutte le proprietà. Oggi, però, non fa ridere.
Un ministero dedicato al cinema, è la proposta del regista Pupi Avati che sta trovando un sostenitore presso il ministro degli esteri Antonio Tajani. "Pupi Avati mi ha parlato della sua idea di dar vita al ministero del cinema. È una proposta interessante per valorizzare i contenuti culturali, audiovisivi e multimediali che da sempre danno lustro all'Italia ed aiutano a promuovere i nostri prodotti. Cinema, un settore chiave del made in Italy. Valuteremo questa iniziativa con gli alleati di governo" ha scritto il leader di Forza Italia sui social.
"L'apertura di Tajani sulla mia proposta di un ministero del Cinema? La cosa mi riempie d'orgoglio perché vuol dire che è stata finalmente presa seriamente in considerazione dal governo - ha commentato Avati – È una proposta bipartisan che l'intero Parlamento deve prendere in considerazione, perché il cinema italiano è patrimonio del Paese e non di un partito né di governo di opposizione - aggiunge - La leggenda del cinema italiano di sinistra è tramontata. C'è il cinema bello e quello brutto, la differenza la fa la qualità".
ANTONIO TAJANI ALL EXPO DI OSAKA
PUPI, IL CONSIGLIERE DI TAJANI
(askanews) – 19 dicembre 2022
Il regista Pupi Avanti sarà il nuovo consigliere del vicepremier Antonio Tajani per la promozione della cultura. L’ha annunciato oggi il ministro degli Esteri in una conferenza stampa alla Farnesina. La nomina si unisce a quella dell’ex comandante generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi per la lotta “alla contraffazione, lotta anche a tutto quello che è terrorismo e crimini finanziari”. Mos/Int14
dante di pupi avati
pietrangelo buttafuoco pupi avati
i fratelli antonio e pupi avati col sottosegretario lucia borgonzoni
lucia borgonzoni
pupi avati antonio avati
pupi avati
pupi avati (2)
elena sofia ricci pupi avati