1- QUEL VEGLIARDO TERRIBILE DI EU-GENIO SCALFARI, CON UN PUGNO DI FERRO IN UN GUANTO DI VELLUTATI ENCOMI, SMONTA COME UN LEGO “BEPPE MENTANA”: “È SULLA STRADA DI DIVENTARE IL PERICOLO PUBBLICO DI TUTTI I DEMOCRATICI DI QUESTO PAESE” 2- “OGNI SERA PERDE LA TESTA PER IL GRILLISMO. LE CONCIONI E I "VAFFA" DI GRILLO VENGONO RITRASMESSE A SAZIETÀ. POI SI È FATTO PROMOTORE DI UNA LISTA DI DISOCCUPATI” 3- “CHE UN GIORNALISTA DEMOCRATICO COME LUI SIA DIVENTATO UN "SUPPORTER" DELL'ANTIPOLITICA, E’ PIENAMENTE LEGITTIMO, MA ESTREMAMENTE PREOCCUPANTE. SE CONTINUA COSÌ DIVENTERÀ L'EREDE DI GRILLO, CON TANTO DI TV E DI "FACEBOOK" A DISPOSIZIONE”

Eugenio Scalfari per "l'Espresso"

Le cattive notizie: potrebbe essere il titolo di un libro o anche di un film. Invece è diventato il titolo di un telegiornale, quello de La7, fondato e diretto da Enrico Mentana. Non è un'interpretazione opinabile della sua trasmissione, ma una constatazione oggettiva e autorizzata perché è proprio lui a dichiararlo ogni sera durante i cinque minuti della sua "anteprima". Mentana infatti ha creato una nuova formula di telegiornale con una scansione mai esistita prima d'ora.

Comincia con l'anteprima, durante la quale sunteggia il contenuto di ciò che seguirà; poi ci sono i titoli sugli eventi principali (già segnalati nell'anteprima); poi sempre lui fornisce le grandi linee del primo evento e ne affida il racconto alla voce maschile o femminile di un redattore del quale non si conosce il nome né l'aspetto mentre sullo schermo appaiono foto di repertorio dei personaggi protagonisti.

Si passa poi con la stessa tecnica agli eventi successivi. Figure di repertorio a parte, per 35 minuti sullo schermo c'è solo lui che nel finale presenta anche le trasmissioni che andranno in onda sulla rete. In questo modo, e con questo massiccio investimento personale, il telegiornale è passato da un inizio mediocre del 3 per cento al 10 attuale, mentre la rete dal 2 è arrivata al 4-5 per cento. Un successo strepitoso che ha sottratto telespettatori alla prima fascia della Rai e di Mediaset.

Il titolo "Le cattive notizie" è, come ho detto, il direttore stesso a dichiararlo sia nell'anteprima sia nell'elenco e nel commento di presentazione degli altri eventi. Esordisce dicendo: "Anche oggi la giornata è drammatica". E ne dà la lista. Spesso - coi tempi che corrono rattristati perfino da terremoti e da stragi di vario tipo - è proprio così. Spesso, ma non sempre. Ma lui quelle buone le sorvola e talvolta perfino le ignora.

Non vorrei essere frainteso: io adoro Mentana. Lo trovo bravissimo come direttore e come conduttore. Ho scritto prima che ha fondato il Tg de "la7". Non è così ma sì, è così, quello che c'era prima di lui era pressoché inesistente. Lui lo ha rifondato e ne ha triplicato gli ascolti portandosi appresso l'intera rete. Per certi aspetti mi ricorda il mio passato agli inizi dell'"Espresso" e agli inizi di "Repubblica". Ed è anche vero che tutti i "media" prosperano più sulle cattive notizie che sulle buone. Ma ora sta esagerando.

Sta esagerando anche perché lui una buona notizia l'ha trovata e ci inzuppa il pane ogni giorno, ormai da tre mesi: Beppe Grillo e il grillismo. Mentana è felice dei successi e della crescita di "5 Stelle", gli brillano gli occhi quando può informare che dal 2 per cento di consensi i sondaggi hanno portato il grillismo al 4, poi al 6, poi al 10, infine al 14 per cento. La vittoria di Parma l'ha mandato in solluchero.

E gli brillano gli occhi anche per le astensioni di massa che si preannunciano. Il suo sondaggista sostiene che Grillo sia arrivato al 18 e prevede che arriverà al 25 alle prossime elezioni politiche. Tutti gli altri sondaggi non arrivano a queste cifre, ma "la7" è molto più avanti. Le concioni e i "Vaffa" di Grillo vengono ritrasmesse a sazietà. Il tempo sul Tg de "la7" è inversamente proporzionale alle forze in campo.

Insomma, Mentana parteggia. Lo può legittimamente fare, "la7" è una società editrice privata e riconosce piena libertà d'espressione ai suoi giornalisti. Vivaddio. Ma che un giornalista democratico come lui sia diventato un "supporter" dell'antipolitica, questo ancora non l'avevamo mai visto. Pienamente legittimo, ma estremamente preoccupante.

Recentemente Mentana ha fatto un passo più avanti, si è fatto sponsor di una lista di giovani senza lavoro. Cofferati - che non è certo un reazionario ma un sindacalista di battaglia - gli ha spiegato che una lista del genere sarebbe pura demagogia, ma lui si è battuto come un leone davanti ai microfoni della Gruber per sostenere la sua idea. Se continua così diventerà l'erede di Grillo, con tanto di televisione e di "Facebook" a disposizione.

Ho già detto che adoro Mentana. Lui è un bravissimo giornalista e conduttore ma anche un bravissimo editore, ne ha tutte le capacità. Può anche diventare un guru ideologico che miri a scardinare un sistema logoro, e potrà anche intravedere una nuova architettura istituzionale, cosa che Grillo non farà mai perché non è culturalmente in grado.

Sentite me: Enrico è un leader. Potenzialmente per scardinare la democrazia parlamentare è di gran lunga più incisivo di Grillo, di Travaglio, di Santoro. Io lo adoro ma è sulla strada di diventare il pericolo pubblico di tutti i democratici di questo Paese.

 

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