SECESSIONE ALLA CATALANA - IL REFERENDUM SCOZZESE GALVANIZZA BARCELLONA CHE SOGNA L’INDIPENDENZA E SFIDA IL GOVERNO DI MADRID: “RAJOY CI IMPEDISCE PURE DI VOTARE” - IL PRESIDENTE DELLA GENERALITAT ARTUR MAS: “LA CATALOGNA VA AVANTI, IL REFERENDUM É L’UNICA STRADA”

1. SCOZIA: MAS, REFERENDUM È STRADA, CATALOGNA VA AVANTI 

Da “ansa.it

 

barcellona manifestazione per indipendenzabarcellona manifestazione per indipendenza

(ANSA) - Il presidente della Generalitat catalana, Artur Mas, si è congratulato oggi con la Scozia per il referendum indipendentista, assicurando che malgrado la sconfitta dei 'sì' scozzesi il processo verso la secessione della Catalogna dalla Spagna "va avanti". Il referendum "é la strada", ha insistito Mas in una conferenza stampa. Riferendosi alla vittoria del 'no' in Scozia, Mas ha osservato che "il precedente non è del tutto positivo, perché non abbiamo una prima esperienza scozzese di indipendenza in Europa".

 

barcellona manifestazione indipendenza 5barcellona manifestazione indipendenza 5

"Ma - si é consolato - la possiamo avere catalana". "E' una partita che va giocata", ha sostenuto il leader della Catalogna, ribadendo di voler proseguire la sfida al governo di Madrid che a differenza di quello britannico non riconosce il diritto al referendum indipendentista poiché in contrasto con la Costituzione spagnola.

 

 

2. NEL PUB SOTTO LA SAGRADA FAMILIA: DIRETTA TV E BANDIERE SCOZZESI

Francesca Paci per “La Stampa

 

«Non è il risultato che conta quanto la possibilità di votare, anche qui vogliamo avere voce in capitolo sul nostro futuro». Silenzio. Sebastià Cruz, 21 anni, tracanna la birra al bancone del The Lock Inn e tra gli avventori di questo pub scozzese a pochi isolati dalla Sagrada Familia scatta l’applauso.

barcellona manifestazione indipendenza 4barcellona manifestazione indipendenza 4

 

Il proprietario, fiere origini nelle Highlands, offre un giro a tutti: «Alla salute della Punk Ipa, birreria indipendente del paese apripista dell’indipendenza». Il grande schermo, di solito sintonizzato sul calcio, si divide tra la sfida tra Celtic Glasgow e Salisburgo e la diretta di Stv, il referendum minuto per minuto.
 

barcellona manifestazione indipendenza 3barcellona manifestazione indipendenza 3

Barcellona sta col fiato sospeso. Le bandiere moltiplicatesi sui balconi liberty raccontano sogni, ambizioni, paure. «Nella case da cui sventola la croce bianca di Sant’Andrea sperano che la sfida di Salmond ci aiuti, dove vedi le strisce gialle e rosse con la stella ci sono gli indipendentisti, chi espone il giallo e rosso nazionale non è necessariamente contro il governo centrale ma vuole votare» sintetizza Greg, tassista polacco emigrato in Catalogna 28 anni fa e diventato uno degli sponsor del movimento anti Madrid come lo scrittore britannico Simon Harris, promotore di una campagna di crowdfounding per pubblicare il saggio «Catalonia is Not Spain».

 

mariano rajoy  6mariano rajoy 6

Secondo «Foreign Affairs» i separatisti sono passati dal 15% del 2000 al 50% attuale ma, a prescindere da come la pensino, 4 catalani su 5 sostengono il referendum.
Giorno dopo giorno il coraggio scozzese ha galvanizzato le piazze di Barcellona al punto che oggi in ogni tapas bar echeggiano le radiocronache da Edimburgo degli inviati di Radio Catalunya.

 

Con il 19% del Gdp spagnolo, il 26% delle esportazione e oltre il 50% delle vie d’accesso all’Europa la Catalogna rivendica il diritto al carpe diem. «È il momento storico dell’autodeterminazione dei popoli» nota Fernandez L, commesso nella grande libreria di Passeig de Gracia dove vanno a ruba i titoli di grido, «Historia de Cataluna», «La cuestion catalana» e, ovviamente, «Omaggio alla Catalogna» di Orwell.
 

mariano rajoy  3mariano rajoy 3

Che oggi vinca il sì o il no Barcellona non deporrà le armi. «Abbiamo il cuore oltre Manica ma la testa a Madrid» ammette Albert Royo, consulente politico del Diplocat, il ministero degli esteri catalano.

 

Stamattina il Parlamento locale presenterà una legge costituzionale per convocare la consultazione del 9 novembre che altrimenti sarebbe anticostituzionale: tutti sanno già che Madrid lo impugnerà mettendo il veto (la Costituzione spagnola come quella italiana prevede che lo Stato sia indivisibile).

 

La differenza tra Barcellona ed Edimburgo è tutta qui: mentre Cameron ha permesso il referendum, Raioy insiste nel negarlo. Che succederà quando il destino catalano prenderà la sua strada solitaria verso l’Europa che non le ha esattamente spalancato le braccia?

 

Royo è ottimista: «Madrid non potrà alzare troppo il livello dello scontro e l’Europa dovrà prendere in considerazione il fatto che le piccole nazioni promettono un futuro federale laddove gli ex imperi come Francia, Spagna e Regno Unito bloccano l’integrazione».
 

Artur MasArtur Mas

Chi teme l’escalation violenta dovrebbe ascoltare gli animi più caldi, quei giovani tra i 16 e i 25 anni che all’80% vogliono l’indipendenza. Gli amici Jaume, Lluis Dalmau e Josep Prat, neolaureandi in giornalismo, discutono a pochi passi dal quartiere universitario. Il cuore palpita ma il cervello funziona: «Il referendum salterà perché violerebbe la legge.

 

Convocheremo invece legittime elezioni anticipate a febbraio e i partiti faranno campagna sull’indipendenza. Né Madrid né Bruxelles potranno ignorarci». Andrà così? Secondo l’analista politico Fernad Brunet è iniziato l’autunno dell’indipendentismo catalano: «Comunque finisca in Scozia le rivendicazioni qui si incisteranno, ma nonostante la manifestazione oceanica dell’11 settembre scorso siamo all’epilogo». Le piazze guardano altrove. L’Europa ha lo scomodo ruolo di Paride.

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...