fedez jax jovanotti fabri fibra

HIH HOP DEL MIO STIVALE - ENRICO BISI RACCONTA IN UN DOCUMENTARIO COME IL RAP SIA DIVENTATO LA “NUOVA FORMA DI NARRAZIONE MODERNA” - IN ITALIA SBARCA NEGLI ANNI 80, IL DECENNIO DOPO E’ QUELLO D’ORO (JOVANOTTI) POI IL DOWN MA “CON FABRI FIBRA SI RIACCENDONO I RIFLETTORI” - “OGGI I TESTI SONO MENO POLITICIZZATI E PARLANO DEL QUOTIDIANO” - VIDEO

 

Enrico Bisi per La Lettura - Il Corriere della Sera

 

FEDEZFEDEZ

«L' hip hop è una cultura nata a New York, nel Bronx, all' inizio degli anni Settanta. Si fonda su quattro elementi: il b-boying (o breakdance ), il writing , il djing e il rap ». Il mio film, Numero Zero , inizia così, e a pronunciare queste parole dal sapore volutamente didascalico è Ensi, una delle colonne dell' hip hop italiano di oggi. Il rap non è solo un genere musicale dunque, è parte di qualcosa di più grande, complesso e articolato. Una cultura, o se vogliamo una corrente artistica o una nuova forma di narrazione (come ha suggerito il docente americano Nicholas Rombes su «la Lettura» #296). Come tale, abbraccia diverse discipline. Quando si parla di rap è bene non dimenticare questo tratto fondante.

 

Non tanto per ortodossia o per i dogmatismi che ne possono derivare, quanto piuttosto per avere qualche strumento in più per valutarne il valore, la potenza e capirne i codici.

ENRICO BISIENRICO BISI

Negli anni Ottanta arrivano nel nostro Paese i primi echi dagli Stati Uniti. L' hip hop era (ed è) una strada per il riscatto, una possibilità di provare liberamente a incanalare una passione, una capacità, un' attitudine in un' espressione artistica. Si impara strada facendo, con orecchie e occhi tesi al modello originario. Ascoltando musica ovviamente, ma anche leggendo quelle poche riviste che si riescono a reperire e divorando a ripetizione film culto come Wild Style e Beat Street .

 

JAX JAX

Ogni goccia di informazione e di conoscenza viene assorbita e custodita gelosamente, in un' epoca che era priva di internet, cellulari, cd, dvd. Negli anni Ottanta si rappa già in italiano, ma i vinili incisi sono in lingua inglese ( Radical Stuff , Power Mc' s e Devastatin' Posse ). La svolta, però, è alle porte. Il 15 giugno 1990 esce Batti il tuo tempo degli Onda Rossa Posse guidati da Militant A, engagé fino al midollo, ora come allora. A Bologna ci sono gli Isola Posse All Star. Nomina sunt consequentia rerum : ci sono Deda, DJ Gruff, Gopher, Papa Ricky, Neffa e DeeMo. Stop al Panico del 1991 diventa subito un inno più che una canzone.

 

Il 1991 è anche l' anno di Frankie hi-nrg mc con Fight da Faida , poi inclusa nell' album Verba Manent nel 1993. E del 1993 è anche l' album d' esordio degli Articolo 31, Strade di città , primo vero successo di vendite per un gruppo rap. Così come del 1993 è anche Immigrato dei Comitato e Rapadopa di Gruff, che aveva anche collaborato un anno prima a Sfida il Buio di DeeMo, considerato oggi un caposaldo. I centri sociali diventano la casa naturale di questa cultura. Sono gli stessi centri sociali a marcare, volenti o nolenti, una differenza rispetto agli Usa , a disegnare un' impronta di italianità che vive, anche se in parte, ancora oggi. Nei testi si parla non tanto di pistole e omicidi, quanto di rivendicazioni sociali, politica, lotta.

 

fabri fibrafabri fibra

E anche dell' hip hop stesso, perché l' autoreferenzialità è una componente fondamentale. Non ci sono giri di parole, non si è raffinati ma si fanno i nomi. Si attaccano i massimi sistemi ma anche Bossi, Forza Italia, i sindacati. È una rabbia a briglia sciolta. Non si vuole far parte del sistema, si rivendica l' autonomia. L' humus è eterogeneo, ed è così che nasce, nel 1994, l' album hip hop migliore di sempre: SxM , dei Sangue Misto, ovvero Neffa, Deda e Gruff. Giocano con il linguaggio, manipolano lo slang. SxM è oggi un disco osannato dai fan, celebrato e citato dagli altri rapper, ricercato ossessivamente dai collezionisti di vinili. «È un capolavoro, punto», dice Frankie hi-nrg mc.

 

jovanotti concertojovanotti concerto

E come spesso accade ai capolavori, fu compreso da pochi, e anche per questo il gruppo si sciolse in breve tempo e non fece altri dischi. Ma tutti continuarono e Neffa uscì poi da solista con Aspettando il sole: pareva che grazie al suo immenso talento trasformasse in oro ogni cosa toccasse. Forse il più bravo di sempre. Gli anni Novanta sono considerati da molti l' età d' oro del rap italiano. Certo è che snocciolando i nomi di quegli anni ci si rende conto dell' importanza che hanno avuto e che molti hanno ancora. Oltre a quelli già citati, basta nominare i romani Danno e Masito dei Colle der Fomento.

 

clementino camila raznovichclementino camila raznovich

Pur centellinando gli album ( Anima e Ghiaccio è una perla unica di bellezza) calcano i palchi con una costanza e una carica impressionante, a dimostrazione che il rap non è roba per ragazzini fatta da ragazzini. Stesso discorso vale per Kaos, con quella voce e quelle liriche che ti spaccano il petto. O ancora Bassi Maestro, uno che c' è sempre, o NextOne, Fritz Da Cat, Skizo, Lou X, Inoki, Joe Cassano. E poi Tormento (ex Sottotono) che anche quando i riflettori si sono un po' abbassati ha sempre continuato a rappare con il suo stile melodico e raffinato, facendo anche un album col compianto Primo (Cor Veleno), altra voce dura, vera, cruda e importante. Stesso discorso per Esa (ex Otierre) che l' hip hop lo vive in maniera seria, profonda e al tempo stesso scanzonata. Gruff, poeta folle e imperscrutabile, inventore di stili e incubatore di talenti. E ancora Ice One, un pioniere che ringiovanisce giorno dopo giorno accanto a Don Diegoh. E I napoletani 13 Bastardi, Cenzou e La Famiglia.

ROCCO HUNTROCCO HUNT

 

Anche Fabri Fibra nasce artisticamente negli anni Novanta, ma è nel decennio successivo che vive la sua consacrazione. Dopo i primi due album da solista nel 2006 esce Bugiardo , che sdogana il rap a livello mainstream. Il singolo Applausi per Fibra diventa un pezzo che appartiene a una nuova generazione, in qualche misura già un po' abituata al rap e che lo sposa d' istinto. Era già uscito Mondo Marcio e soprattutto Eminem era entrato di prepotenza nelle cuffie di tutti i ventenni. Da parecchi anni il rap era in down, e a lui va il merito di aver fatto riaccendere i riflettori su un genere, e di riflesso su una cultura, della quale comunque fa parte e nella quale è cresciuto. Non è un' operazione studiata a tavolino, ma un ottimo disco rap, anche difficile, che in qualche modo è il trait d' union tra il vecchio e il nuovo. E così arrivano il successo dei Club Dogo e di Marracash nel 2008, altro talento indiscusso, accompagnato per mano dall' abilità manageriale di Paola Zukar (come Fabri e poi Clementino più avanti).

 GUE PEQUENO GUE PEQUENO

 

Al contempo gli artisti più «underground» sfornano dischi di altissimo livello come i già citati Colle der Fomento e Kaos. I media il rap lo subiscono, spesso sembrano incapaci di cavalcarlo. Caratteristica che dovrebbero avere invece nel Dna. E così il rap resta in costante ricerca del riconoscimento di uno status culturale. I testi ora sono meno politicizzati, i contenuti virano verso un' introspezione più marcata, più quotidiana. Si parla di cose che si conoscono direttamente, di un vissuto. Qualsiasi esso sia. Una rivisitazione italiana dello street rap . Si descrivono i vicoli di quartiere, la gente che soffre, le periferie. Fino ad arrivare a un' ostentazione di valori rovesciati rispetto alle origini. È proprio la qualità di scrittura che cresce. Incastri e giochi di parole, rime.

 

jovanottijovanotti

Dal 2006 nelle prime posizioni delle classifiche italiane c' è sempre il rap. Ma ci sono gli effetti collaterali. Per la vulgata, negli anni Novanta il rap era Jovanotti, oggi è Fedez. Qualcosa non torna. Ma la bellezza sta anche e soprattutto nella varietà, e oggi ce n' è un po' per tutti i gusti, grazie soprattutto a un pubblico giovane, che anche attraverso lo streaming restituisce un panorama imprevisto persino dagli esperti del settore. In cima alle classifiche puoi trovare nomi ormai noti quali Salmo (la cui bravura è invidiata da moltissimi rapper coi quali ho chiacchierato), Gué Pequeno, Ensi, Rocco Hunt, il talento corrosivo di Noyz Narcos, Madman, Emis Killa, Mecna, Willie Peyote e il suo orgoglio sabaudo, Ghemon, Coez, Gemitaiz, Nitro, Luchè, Mezzosangue, Egreen, Clementino e molti altri che oscillano tra underground e mainstream.

J AXJ AXFEDEZFEDEZ

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)