giuseppe conte enrico letta pierfrancesco majorino

CONTE, UN GENERALE SENZA TRUPPE – PEPPINIELLO APPULO VUOLE FARE IL LEADER DEL CENTROSINISTRA MA IN LOMBARDIA SI E’ DOVUTO ACCODARE AL PD SU MAJORINO E NEL LAZIO, INCASSATI I NO DELLA BERLINGUER E DI LUISELLA COSTAMAGNA, SI DOVRA’ SCIROPPARE UN CANDIDATO DELLA SINISTRA - SORGI: "TRA M5S E PD NON C'È PIÙ ALCUNA PIATTAFORMA COMUNE, E SUL PIANO NAZIONALE CONTE E LETTA, O CHI LO SOSTITUIRÀ, NEI PROSSIMI MESI SONO DESTINATI A DIRSENE DI TUTTI I COLORI..."

Estratto dell'articolo di Giovanna Vitale e Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

(...)

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA MEME

Dopodiché un pezzo di sinistra è pronta a siglare un accordo con i 5 Stelle per una mini-coalizione composta da due liste. Una del Movimento e un'altra formata da Sinistra Italiana, Rifondazione e Coordinamento 2050, l'associazione creata da ex parlamentari di Leu e verdi come Stefano Fassina, Loredana De Petris e Paolo Cento.

 

Non certo a caso domani mattina Conte sarà ospite dell'assemblea regionale del Comitato a Spinaceto, titolo: "Per una Regione ecologica e solidale".

 

All'evento sono attesi sindacalisti di Cgil (il segretario di Roma e del Lazio Natale Di Cola) e Uil (Guglielmo Loy, che è presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza) ma pure pezzi di Arci. A dimostrazione dell'interesse che si muove attorno ad una possibile coalizione progressista, seppur senza il Pd.

 

Nei democratici in realtà c'è ancora chi spera in un ripensamento di Conte. Nel Lazio dopotutto la giunta uscente guidata da Nicola Zingaretti ha ancora due assessori del M5S. Il candidato pd Alessio D'Amato avrebbe sicuramente più chance con anche i 5 Stelle nella coalizione, confidando di riuscire al contempo a trattenere Carlo Calenda. La strada è parecchio stretta e l'argomento che divide trasversalmente nell'area che vorrebbe sfidare la destra è il termovalorizzatore.

(...)

 

2 - LETTA-CONTE ALLEATI EPISODICI

CONTE LETTA

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

Sarà l'eccezione che conferma la regola l'alleanza, annunciata con qualche imbarazzo, dei 5 stelle con il Pd in Lombardia per le Regionali. Nel rivolgersi agli iscritti per chieder loro di confermare o rifiutare la scelta, in realtà molto auspicata dagli esponenti lombardi del Movimento, Conte ha fatto un discorso anodino, sforzandosi di non nominare mai il Pd ed evitando di dare qualsiasi ambizione strategica a una coalizione che nasce in sede regionale e lì deve restare. Se non fosse stato per le insistenze manifestate dai 5 stelle locali, infatti, Conte mai e poi mai si sarebbe convinto a sostenere il Pd di sinistra Majorino, già in campagna elettorale da settimane.

giuseppe conte enrico letta 1

 

Farlo nei giorni in cui è esploso il Qatargate, che finora ha investito solo il Pd, presentava ulteriori difficoltà. Inoltre, dopo la rottura in Parlamento sul nuovo invio di armi all'Ucraina, tra i due partiti non c'è più alcuna piattaforma comune, e sul piano nazionale Conte e Letta, o chi lo sostituirà, nei prossimi mesi sono destinati a dirsene di tutti i colori. Tuttavia la sola ipotesi di battere la destra in una sua roccaforte, anche se al momento è davvero remota, alla fine ha spinto l'ex premier ad accontentare le spinte del Movimento.

 

pierfrancesco majorino

 Anche perché questo gli consente di mantenere un buon livello di mobilitazione in una delle aree del Paese in cui i 5 stelle incontrano difficoltà, e di guardare avanti, anche in caso di sconfitta, alle Europee del 2024.

 

Nella strategia di Conte è esattamente questa la scadenza che si dà per un completo recupero dei consensi del Movimento, che vorrebbe riportare più o meno ai livelli del 2018. Per riuscirci, l'"avvocato del popolo" vuole occupare tutti i possibili spazi dell'opposizione, senza lasciare al nuovo segretario del Pd alcuna opportunità di riprendersi.

 

Un programma del genere è destinato a fare dei due partiti che ieri hanno scelto di essere alleati in Lombardia i due più fieri avversari per tutto il 2023. A cominciare dalla difesa del reddito di cittadinanza senza se e senza ma, e soprattutto senza accettare alcuna ipotesi intermedia di modifica, come vorrebbe il Pd. Invece il Movimento 5 stelle continuerà la sua campagna solitaria, convinto di ricavarne anche più frutti di quelli raccolti il 25 settembre.

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTAgiuseppe conte enrico letta 2

 

giuseppe conte enrico lettaelly schlein giuseppe conte enrico lettapierfrancesco majorino

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…