riccardo cocciante

RICCARDO COCCIANTE, IL QUASIMODO DELLA MUSICA: “MI DICEVANO CHE ERO PICCOLO E BRUTTO. MI HA FATTO MALE, AVEVO UN COMPLESSO DI INFERIORITÀ PER LA STATURA. CON LA MUSICA HO TROVATO LA RIVALSA" – “MARGHERITA”? È UN’ALLEGORIA E IL NOME ALL’INIZIO NON MI PIACEVA. ANCHE NEL CASO DI 'BELLA SENZ’ANIMA' NON ERA UNA DONNA MA L’ESPRESSIONE DI TUTTA LA MIA RABBIA" - LA CENSURA DELLA RAI, IL SUCCESSO IN SPAGNA CON LA FRASE “AHORA DESNÙDATE…” E LE PROTESTE DELLE FEMMINISTE: "MA NEL BRANO NON C’ERA NULLA DI MASCHILISTA” – IL NO AI COMUNISTI E ALLA DC – VIDEO

Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Chi era Margherita?

riccardo cocciante

«Marco Luberti, che ha scritto con me la canzone, mi disse di essersi sognato il testo: non so se dietro a quel sogno ci fosse o meno una donna vera.

Ricordo però che all’inizio non mi piacque il nome. All’epoca c’era una pubblicità di una lavatrice o qualcosa di simile con quel nome». Era il 1976 quando Riccardo Cocciante pubblicò una delle canzoni che hanno fatto la storia della canzone italiana: «In tanti mi hanno detto di aver chiamato la loro figlia così per la canzone».

 

È una delle canzoni simbolo dell’amore...

«Il 90 per cento dei miei pezzi sono allegorici. Sono come i pittori espressionisti che cercano lo spirito dietro le cose. Solo una volta, con “Vivi la tua vita”, scritta con Mogol per mio figlio nato da poco, sono stato diretto. “Margherita” è arrivata al pubblico in modo atipico: era l’epoca della contestazione politica, pensavo che non avrebbe avuto chances».

 

E invece...

riccardo cocciante a sanremo 1991

«È straripata proprio per il contrasto fra il tema dell’amore e il tema della politica che era ovunque».

 

L’ispirazione?

«Anche qui direi in modo atipico. In genere componevo prima la musica, e ne scrivevo molta, e poi arrivavano i testi, pochi, di Luberti. In quel caso fu il contrario. Mi portò le parole e andammo a cercare fra le idee dei giorni precedenti trovando quella melodia perfetta. Una magia».

 

Andò a Londra a registrare il disco con Vangelis...

«Mancava un pezzo per chiudere l’album. Gli feci sentire questa chiedendogli un arrangiamento. Si girò e mi disse: “Leviamola dal disco”. Anche se non pensavamo ai singoli ma al progetto nel suo complesso, per noi era un pezzo “maestro” e lo convinsi a lavorarci».

 

riccardo cocciante irama quarta serata sanremo 2024

Non ha un ritornello...

«Non ho mai creduto che sia l’inciso a dare importanza alla canzone ma quello che dici dentro. Questo veniva dall’amore che avevo per gli chansonnier francesi. Rifiutavo la tradizione e cercavo altro».

 

Che idea di amore racconta «Margherita»?

«Un ideale di vita, forse perché con mia moglie c’era anche allora lo stesso rapporto intenso. Avevo appena fatto “Bella senz’anima” ed ero considerato “l’arrabbiato”: era anche un modo per uscire da quell’immagine».

 

(...)

«Piccolo e brutto». Lo dicevano gli altri, ma anche lei nelle interviste degli anni 80...

«Mi ha fatto male. Ma mi ha anche fatto cantare. Fu una specie di reazione. Avevo un complesso di inferiorità per la statura. E poi parlavo anche poco. Non ho mai pensato di essere un personaggio presentabile per la tv. La parte mentale è condizionata da quella fisica: non fu piacevole, ma con la musica ho trovato la rivalsa. Ho capito che dovevo accettare il mio aspetto, che ero così... E alla fine tutti si sono accorti che il canto rimpiazzava quello che mancava altrove».

 

riccardo cocciante

Anche il suo modo di cantare, così aggressivo e potente, era una risposta?

«All’inizio non piaceva a molti. Il primo produttore della RCA avrebbe voluto che cambiassi. Quello era il mio modo per esagerare la voglia di rottura totale con il passato.

Mi ero ispirato alle voci nere, quelle che per esprimere un sentimento gridavano: Ray Charles, Otis Redding, Tina Turner... A quello stile ho associato la melodia italiana e l’idea, presa dai francesi, che i testi non dovessero dire solo “ti amo”».

 

Il primo successo fu però nel ’74: «Bella senz’anima».

«Anche in quel caso non era una donna, ma l’espressione della mia rabbia».

 

In Italia venne censurata per un passaggio evocativo: «E quando a letto lui/ ti chiederà di più»...

vittoria di riccardo cocciante a sanremo 1991

«Prima ancora devo dire che la casa discografica aveva bocciato tutto il mio album di debutto “Anima”. A un concerto che feci al teatro dei Satiri con Venditti e De Gregori, c’era anche Ennio Melis della RCA: colpito dai brani, decise di rifarli da capo affidando gli arrangiamenti a Ennio Morricone e Franco Pisano».

Un disco travagliato...

«La Rai, allora unica radio, aveva bocciato “Bella senz’anima”. Ero disperato. Mi obbligarono a cambiare il testo e “e quando a letto lui” divenne “e quando un giorno lui”».

 

A quel punto arrivò il successo?

«Non ancora. Melis si era inventato dei tour promozionali nei locali in giro per l’Italia dove a fine serata si mettevano i lenti. Persino i disc jockey sembravano non volerla...

Allora la RCA si inventò questa formula: “Se non la metti, non ti do il nuovo Morandi”. La gente finalmente si accorse del pezzo e andò primo in classifica».

 

riccardo cocciante a sanremo 1991

Divenne un successo anche all’estero.

«Ci fu una versione in spagnolo. Temevamo la censura del regime di Franco e invece la frase “ahora desnùdate…” la fece esplodere a livello sociale come simbolo di un pensiero di libertà».

Le femministe in Italia non erano contente...

«Ne hanno approfittato. Non c’era nulla di maschilista. Anzi quella forte nella canzone è la donna».

 

Che ne pensa dei testi misogini della trap di oggi?

«In ogni periodo ci sono state canzoni che hanno urtato la sensibilità delle persone.

Più si va avanti più il linguaggio diventa intenso, ma anche negli anni 70 la trasgressione urtava. C’è libertà di parola, per fortuna, ma anche libertà di non sentire».

Lei era lontano dalla politica...

«Non fu piacevole. Se non andavi alla festa de l’Unità venivi escluso. Loro non mi volevano e io non ci volevo andare. Ho dovuto usare altre vie, non volevo entrare in quel giro, che era un giro d’affari».

 

cocciante

Si gettò sulla DC?

«Nemmeno con loro. Ho rifiutato offerte interessanti ma non ho mai voluto dare un colore a quello che facevo».

 

«Notre-Dame» fa politica: un eroe clandestino...

«Più sociale che politico, termine che rifiuto: racconta la difficoltà di esistere per chi è diverso ed escluso».

 

L’anno prossimo l’opera tornerà in scena in Italia: ha cambiato qualcosa?

«Faremo nuove audizioni per il cast, questa è la principale novità. “Notre-Dame” continua ad arrivare al pubblico perché non c’è niente che sia solo antico o solo contemporaneo: dai testi alle musiche, dagli abiti alla danza. E poi il tema del clandestino, del diverso, purtroppo appartiene anche ai giorni nostri.

VENDITTI IZZO DE GREGORI COCCIANTE

 

Grazie a queste caratteristiche è un’opera che cresce ma non invecchia, è eterna perché racconta metaforicamente pregi e difetti dell’uomo, denuncia le ingiuste barriere di fronte alla diversità».

 

A Sanremo una partecipazione, una vittoria, nel 1991 con «Se stiamo insieme». Non ci torna per non rovinare il record?

«Ho detto subito dopo la vittoria che non ci sarei tornato perché non mi piace ripetere le esperienze. Per lo stesso motivo non sono tornato a The Voice . Le partecipazioni televisive ti fanno entrare in una macchina che ti usa e ti macella. Diventa più importante quello che si fa e non quello che si è. L’apparire oggi sembra più forte della produzione musicale».

cocciantericcardo cocciantemorricone cocciantericcardo cocciantericcardo cocciante a sanremo 2019riccardo cocciante a sanremo 2019 2RICCARDO COCCIANTE RICCARDO COCCIANTEbaglioni coccianteRICCARDO COCCIANTE RICCARDO COCCIANTE RICCARDO COCCIANTE RICCARDO COCCIANTE RICCARDO COCCIANTE E PAOLA TURCI LIVE

 

(...)

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."