ROBERT DE NIRO RACCONTA IL SUO CINEMA, DALLA GIOVENTÙ A OGGI, PASSANDO PER GLI SCAZZI CON BERTOLUCCI - “PER ‘’NOVECENTO’’ GIRAMMO LE SCENE AMBIENTATE NEL PASSATO IL PRIMO GIORNO. ERO IN GRADO DI CAPIRE CHE NON SI GIRA COSÌ, SENZA ORDINE. MI ADEGUAI, E NON FUNZIONÒ” - “GUARDAVO UN WESTERN E PENSAI CHE SE QUEGLI ATTORI SI GUADAGNAVANO DA VIVERE COSÌ, SENZA ESSERE BRAVI, IO NON AVREI POTUTO FARE PEGGIO. COSÌ DECISI DI INIZIARE”...

Intervista di A. O. Scott pubblicata da "la Repubblica" - Traduzione Anna Bissanti
© 2012 The New York Times

Per una persona della mia generazione è superfluo dire che Robert De Niro è il migliore attore cinematografico della sua. Essere stato un adolescente che agli inizi degli anni Ottanta e Novanta quasi si istupidiva guardando film ha voluto dire assistere - in tempo reale e a un´età in cui ci si lascia impressionare facilmente - a performance che di lì a poco sarebbero diventate vere e proprie testimonianze. De Niro si trasformava - fisicamente, vocalmente, psicologicamente - a ogni nuova interpretazione. E così facendo, sotto i nostri occhi, ha reinventato l´arte della recitazione.

Devo dunque confessare che mi sono dovuto avvalere di tutta la mia disciplina professionale per resistere alla tentazione di sprecare il tempo che ho avuto occasione di passare con De Niro un sabato pomeriggio nell´interpretare il fanatico che a bocca aperta ne ricorda tutte le parti più famose. Tipo: «Oh mio Dio, ma lei è Jake LaMotta! È Johnny Boy! È Travis Bickle! E io sto parlando proprio con lei...». Senza dimenticare che per le generazioni di americani più giovani, De Niro è identificabile per lo più come Jack Byrnes, l´impossibile suocero di Ben Stiller nella saga dei Focker (Mi presenti i tuoi?).

In quarant´anni di storia del cinema De Niro non ha mai mollato, non è mai peggiorato, non è mai sparito, ma anzi un anno sì e un anno no ha sempre prodotto film caratterizzati da serietà e attenzione ai dettagli, tutti elementi che in lui c´erano sin dagli esordi.

Nella nostra chiacchierata, che si è svolta nel suo ufficio di Tribeca, non ha sfoggiato quella calma bonomia che è tipica delle stelle del cinema quanto si ritrovano in compagnia di chi scriverà di loro. È rimasto seduto con i piedi ben piantati a terra e le mani appoggiate ai braccioli della poltrona di pelle nella quale era sprofondato, e le risposte che ha dato alle mie domande non sempre sono arrivate con facilità o prontamente. Rispondere per lui è stato un lavoro.

Lei ha lavorato con vari registi. Ci sono mai occasioni nelle quali si presenta a loro dopo essersi già fatto una sua idea del personaggio che dovrà interpretare?
«Quando mi presento ho già deciso che lavorerò con quel dato regista e quindi abbiamo già raggiunto un´intesa su quello che dovrà accadere. Non entro in lunghi e tortuosi scambi di vedute sul mio personaggio, e non decidiamo "si fa così o cosà". In definitiva quello che si deve fare è recitare quella parte. Il regista ti rispetterà sempre, per i motivi stessi per i quali ti ha assunto e scelto: interpretare quella parte e rispettare la tua interpretazione di quella parte».

La pensa allo stesso modo anche quando si trova dall´altra parte della cinepresa, quando è lei a dirigere?
«Qualsiasi cosa faccia, un attore non potrà mai sbagliare. Per gli attori è necessario avere questa sensazione, sapere che possono sperimentare come desiderano. Anche se sbagliano non importa, perché forse userò una parte del girato comunque. Una volta si gira a modo mio, poi una a modo suo e poi si decide insieme o io deciderò qual è la migliore. Talvolta si fa così anche solo per lasciare che l´attore venga fuori. So di aver fatto così io stesso. L´ho fatto, ho tirato fuori quello che avevo dentro e anche se in seguito ho capito che non andava bene, ormai l´avevo fatto».

Come andavano le cose quando lei era più giovane? Ha lavorato con alcuni registi molto giovani, spesso suoi coetanei, per esempio Martin Scorsese e Bernardo Bertolucci.
«Adesso sono più vecchio e ho molta più esperienza, quindi non me la prendo quando i registi con i quali lavoro se la prendono con me. Accade di rado. E di certo io non sono il genere di persona che si ritiene perfetta. Basta usare il buonsenso. Ma quando ero più giovane ero parecchio più nervoso. Con Bernardo talvolta mi è capitato... Il fatto che fosse europeo e avesse alcune richieste particolari...».

Per esempio?
«Per Novecento girammo le scene ambientate nel passato il primo giorno e credetti che quello fosse un errore. Non mi sembrava che le cose andassero come dovevano. Nessuno ci stava davvero con la testa. Non sapevo quello che stavo facendo, seduto lì, in un altro Paese, con un regista che per altro mi piaceva... Mi parve naturale chiedermi: "Che cosa stiamo facendo?". Ero sufficientemente in grado di capire che non si gira così, scene senza ordine. Mi adeguai, e non funzionò».

Quanto è importante per lei calarsi fino in fondo nei personaggi che interpreta?
«È molto importante. Come conta tantissimo l´aspetto fisico. Con un solo gesto si può caratterizzare e dare un´identità a un personaggio».

Una delle cose che più mi colpiscono è la coerenza con la quale ha continuato a lavorare per quarant´anni. Come fa ad andare avanti e a risultare sempre nuovo e diverso?
«Mi diverto. Mi piace. Specialmente quando si invecchia ci si inizia a rendere conto che non resta molto tempo. Poi guardandoti indietro pensi: "Gli ultimi quindici anni sono volati davvero". Non lo capisci finché non ci arrivi, ma le posso assicurare che quando ci arrivi e ti volti indietro ti chiedi: "Ehi, ma dove è andato a finire tutto quel tempo?" So che devo tener conto di ogni singolo giorno, ogni momento, ogni questo e quello, ma quel tempo è andato, finito. Quindi adesso ho soltanto ancora - che ne so? - quindici, venti anni, forse, se sarò fortunato, e devo pensare bene come utilizzare il tempo che mi rimane».

Che rapporto ha con i critici? E con le recensioni?
«Quello che dico sempre è che se nessuno ti critica - per quanto irritante possa essere, o talvolta frustrante - come fai a capire come stanno davvero le cose? Perché la gente di sicuro non te lo dice. Se mostri un film a delle persone, a un pubblico di conoscenti e amici, nessuno ti dirà che non gli è piaciuto, perché sono dalla tua parte, sanno che cosa hai dovuto passare per realizzarlo. Quindi troveranno sempre cose positive da dirti. Insomma, le uniche persone dalle quali si può avere un riscontro oggettivo sono i critici. Soprattutto i bravi critici».

Ha imparato qualcosa dalle recensioni che la riguardavano?
«Sì, ho letto una recensione di un film che ho fatto con Pacino, circa quattro anni fa. Interpretavamo due poliziotti e la critica disse che sembravo "gonfiato". Ho risposto che avevano ragione. E ho riso tanto. Perché in realtà lo avevo fatto di proposito, mi ero appesantito perché dovevo interpretare un poliziotto. È stato divertente».

Riguarda mai i suoi vecchi film?
«Ho sempre avuto l´intenzione di farlo, di guardare tutto quello che ho fatto, dai primi film a oggi senza interruzione».

So di attori che invece la pensano in modo completamente diverso. Gene Hackman per esempio ha detto che non gli piace vedere i propri film una volta che li ha terminati.
«Lo capisco. Anche io tutto sommato la penso così, ma dipende anche da quale film si tratta».

E che cosa prova guardando la sua performance durante le riprese?
«Tutte quelle storie secondo cui un regista non vuole che gli attori si guardino dopo le riprese per non preoccuparsi... In realtà non funziona così. È sempre positivo che un attore si guardi. Anzi, guardando sul monitor il registrato in playback un attore può rendersi conto esattamente di quello che sta facendo e di quello che non deve fare, delle correzioni che deve apportare. Se ti riguardi trovi sempre qualcosa da migliorare, qualcosa da perfezionare qua e là. È così che deve essere. Ho avuto registi che mi dicevano: "Guarda un po´ qui" e a quel punto ti rendevi conto da solo di quello che dovevi fare. Poi è vero, ci sono anche volte in cui guardarmi non mi piace affatto. Preferisco dire: "Ditemi che cosa volete che faccia"».

Ripercorrendo la sua carriera, scopro che ci sono molte più commedie di quanto mi aspettassi, e penso che lei sia un po´ sottovalutato come attore comico. Osservandola, per esempio, nei film della serie della famiglia Focker mi chiedo se il suo approccio a quei film sia stato diverso rispetto a quelli drammatici.
«Sì, è stato diverso, l´intero processo è diverso. In qualche caso mi piacerebbe di gran lunga fare qualcosa più sfumato, un po´ più complicato e più contraddittorio. Ma si tratta di film molto divertenti da interpretare. Non so se ne farò ancora».

Ha occasione di vedere molti film?
«Cerco di vederne, ma non sono mai riuscito a vederne tanti quanti dovrei. Mi passano quelli che secondo loro sono imperdibili e cerco di vederli. Ce ne sono di splendidi».

Le viene in mente uno che l´ha colpita in maniera particolare?
«Voglio chiederle io una cosa: ha visto Argo? Com´è? Perché mi incuriosisce molto, vorrei andare a vederlo».

È un ottimo film. Penso che Ben Affleck abbia fatto un ottimo lavoro alla regia. È incalzante, pieno di suspense. Ha qualcosa di Sesso e potere.
«Non mi viene in mente nessun film in particolare visto di recente. Mi è piaciuto moltissimo The Fighter».

Da ragazzino andava spesso a cinema?
«Certo, a vedere i classici, quei film magnifici con Montgomery Clift ed Elizabeth Taylor come Un posto al sole, La valle dell´Eden, quelli di James Dean, quelli di Brando. A quei tempi c´erano poche sale cinematografiche, si potevano vedere due film con un unico biglietto e nel mezzo c´era il cinegiornale».

Ripensando a quei tempi, quando e come ha deciso di voler diventare un attore?
«Più o meno intorno ai dieci anni. Per circa un anno l´ho pensato tutti i sabati. Poi ancora intorno ai sedici anni. Dopo una piccola pausa ho iniziato a pensarci sul serio intorno ai diciott´anni e mezzo, più o meno».

Quando ha capito per la prima volta che recitare era una cosa nella quale lei sarebbe potuto riuscire bene?
«Intorno ai diciott´anni. Ricordo che stavo guardando una trasmissione alla televisione, una soap opera o un telefilm western, e a un certo punto pensai che se quegli attori si guadagnavano da vivere così, senza essere affatto bravi, io non avrei potuto fare peggio di loro. Non pensavo di fare western, in verità, niente del genere. Quando mi applicai con serietà, vidi fin dove sarei potuto arrivare, quello che avrei potuto realizzare. Non era quello che mi aspettavo da giovane. Ma ricordo che la prima volta che pensai di diventare attore fu proprio guardando quelle trasmissioni in bianco e nero alla televisione».

Fu in quel momento che capì di poter fare di meglio.
«Esatto. Meglio di ciò a cui stavo assistendo».

 

robert deniro ridez mos49 robert deniroRobert De Niroz mos18 robert deniro meryl streep donald gummerz mos25 robert deniroBen StillerBen Stiller in Little FockersMARTIN SCORSESEMARTIN SCORSESEbertolucci novecento bertolucci carrozzellaAL PACINO

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...