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SUL ROYAL WEDDING NAPOLETANO ORA INDAGANO I PM. TINA: ''MA QUALE TRASH? UNA CERIMONIA CHICCHISSIMA. MI SONO SENTITA LA PRINCIPESSA DI SECONDIGLIANO, POI MI HANNO ROVINATO LA FESTA'' (VIDEO). LEI VEDOVA DEL BOSS, LUI REUCCIO NEOMELODICO, HANNO ALLESTITO LE NOZZE PIÙ BLING BLING DELL'ANNO: ''CAVALLI E CARROZZE DANNO UNA BRUTTA IMMAGINE DI NAPOLI? ERANO TUTTI FELICI. NON SAPEVO CHE MIO MARITO ERA UN BOSS FINCHE'...''. LUI: ''DOVEVA SPOSARCI DE MAGISTRIS, POI SI È TIRATO INDIETRO''

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

#tonycolombo #tinacolombo #finalmentesposi??? #wedding

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  1. «FINO ALL' OMICIDIO NON SOSPETTAVO CHE MIO MARITO FOSSE CAMORRISTA» - ''TRASH? UNA CERIMONIA CHICCHISSIMA''

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Federico Vacalebre per ''il Mattino''

 

«Mi sono sentita la principessa del mio quartiere, di Secondigliano, poi, però, mi hanno rovinato la festa e il matrimonio, inquinato la favola». Tina Rispoli ha messo via l' abituale sorriso e accetta di raccontare la sua versione del matrimonio dello scandalo: «Mi sono appena sposata e probabilmente sono incinta, dovrei essere felicissima e, invece, sono sospesa tra tristezza e rabbia: sono una donna onesta, dalla fedina penale pulitissima, perché devo vedermi paragonata ai Casamonica, che c' entro io con la camorra?».

 

Magari c' entra perché ha sposato, prima di Tony Colombo, Gaetano Marino, boss scissionista ucciso con undici colpi di pistola il 23 agosto 2012?

«E questo che c' entra con me? Perché, sette anni dopo quel sangue, io devo essere indicata come la vedova del boss, i miei figli devono diventare i figli del boss?».

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Come chiamarsi fuori dalla camorra dopo aver vissuto con un camorrista?

«Venticinque anni fa, con una cerimonia molto più semplice di quella di oggi, ho sposato un uomo che in casa è stato marito e padre esemplare, quello che faceva fuori non lo vedevo e non lo sapevo».

 

Possibile? Nessun indizio, nemmeno un sospetto?

«Nemmeno uno, lo ripeto, almeno fino a quando è morto ammazzato e ho iniziato a sentir ripetere quella parola: boss, boss, boss. Pensavo di averla dimenticata, adesso, invece, è tornata: la vedova del boss, boss, boss. Devo difendere i miei figli, che sono meravigliosi, Tony, ma anche i nostri fan da questa valanga di insulti gratuiti. Non è giusto che io debba pagare le colpe del mio ex marito: io con la camorra non ho niente a che fare».

 

Sotto accusa, però, visto che aveva tutti i diritti di sposarsi, sono finite le modalità della festa: trash, pacchiana, arrogante, si è detto. Si è parlato di ostentazione del potere.

«Trash? Per me era chicchissima. Arrogante? Per me era il tenero sogno di una bambina che si avverava: quell' abito bianco, i cavalli bianchi, la carrozza, i trombettieri, il mio quartiere in festa. Potere? Ma se tutti ci sparano addosso».

 

Avete bloccato Secondigliano.

«Devo chiedere scusa per l' amore che il rione mi ha mostrato? Ero felice per i bambini che mi scattavano le foto, per le donne che piangevano nel sapermi finalmente felice...».

 

Sono stati anni duri dopo l' assassinio del suo primo marito? Quando ha conosciuto Tony?

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«Lo conoscevo già prima perché si esibiva alle cerimonie della mia famiglia, a un certo punto ci siamo ritrovati nella stessa comitiva di amici e, il 21 maggio 2015, ci siamo messi insieme».

 

Tra voi c' è una certa differenza d' età: lei ha 43 anni, lui 32. Chi ha fatto la prima mossa?

«Lui, ma forse aveva capito, forse gli avevo già fatto capire, che mi piaceva».

 

Il corteo in carrozza, piazza del Plebiscito senza autorizzazioni, lo sfarzo dell' arrivo al Maschio Angioino. Tony rifarebbe tutto, lei si è pentita, non crede di aver esagerato?

«Pentiti mai».

 

Nemmeno dell' aver offerto una brutta immagine di Napoli?

«Brutta? Io l' ho vista bellissima, l' immagine, con la gente felice sotto il palco, amici in festa per noi due... Se quella è brutta che immagine è quella degli omicidi, delle stese? Il problema è la vedova del boss che sposa il neomelodico o quando ammazzano qualcuno?».

Il sindaco de Magistris e il governatore De Luca sono stati uniti, cosa unica più che rara, nel condannare lo spettacolo offerto.

«Ognuno ha i suoi gusti, io difendo la cerimonia e le sorprese che Tony ha organizzato per farmi felice, per trasformarmi, almeno per un giorno, nella principessa di Secondigliano».

 

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Ora infuria la polemica, al punto da avervi suggerito di non partire per il viaggio di nozze, almeno non quando previsto. Come andrà avanti la vostra vita di coppia?

«Spero di essere incinta, ma per il resto sarà tutto come prima: farò la mamma dei miei figli e seguirò mio marito nelle sue attività. Dormo pochissimo, faccio notte accompagnandolo, mi sveglio presto, alle sette di mattina, per mandare a scuola il più piccolo di casa, 12 anni, il più grande ne ha 23 e la femmina 19. Sono figli miei, non della vedova di un boss scissionista. E io sono una donna top, oltre che onesta, mamma e moglie esemplare».

 

Suo marito pensa a qualche altra trovata per il rito in chiesa.

«Potrei arrivare in elicottero».

Interviene Tony: «Scherza, si intende. Però, potrebbe essere una bella idea».

 

 

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  1. CONCERTO TRASH - I VIGILI DI CHIAIA NEL MIRINO DEL PM

Leandro Del Gaudio per ''Il Mattino''

 

Gli orari, i turni di lavoro, le relazioni di servizio, finanche gli eventuali passaggi di consegna a voce, di quelli che si trasmettono in via informale tra una squadra che lascia e una che monta servizio. È il nucleo dell' inchiesta sul concerto trash in piazza del Plebiscito, quello che ormai da giorni sta facendo il giro del web, a metà strada tra perplessità e indignazione.

 

L' AUDIZIONE

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Ieri mattina, la dirigente della polizia municipale di Chiaia Sabina Pagnano è stata ascoltata dai carabinieri, come persona informata dei fatti. La donna ha ribadito un punto in particolare: non interveniamo sui flash mob, sui raduni improvvisati ed estemporanei, dove c' è per altro il nulla osta degli uffici comunali.

 

Dirigente preparata ed affidabile, per altro in prima linea proprio nella realizzazione dell' evento di Capodanno, Sabina Pagnano ha così respinto la palla al di là della staccionata, provando a dimostrare che dal suo punto di vista non aveva alcuna possibilità di intervenire e bloccare quella promessa di matrimonio tra il cantante Tony Colombo e Tina Rispoli, al cospetto di migliaia tra fan e comparse.

 

Un' inchiesta che fa ora i conti anche con un retroscena, sul quale ieri ha insistito proprio il neomelodico. Per Tony Colombo, i vertici del Comune (in particolare il sindaco De Magistris e l' assessore Clemente) erano a «conoscenza di ogni particolare» di questa storia, a proposito del carosello della sposa lungo corso Secondigliano (quello con la banda al seguito), ma anche dello show di piazza Plebiscito e della cerimonia del Maschio Angioino (anche qui in presenza di trombettieri e figuranti).

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LA SFIDA

«Posso confrontarmi con l' assessore Clemente e col sindaco De Magistris su tutto quello che vogliono. Ho ringraziato il Comune di Napoli per la gentile concessione alla fine del video del mio nuovo singolo. Vi pare che uno come me, abituato ad organizzare concerti, feste non fa i permessi?», ha spiegato il neomelodico, replicando alle accuse dell' amministrazione comunale sugli abusi che avrebbe commesso e sulla mancanza di autorizzazioni per le sue sfarzose nozze con la vedova del boss Gaetano Marino. «Tra l' altro - aggiunge il cantante - il sindaco De Magistris aveva manifestato l' intenzione di officiare il mio matrimonio, poi ha comunicato che in quella data avrebbe avuto altre cose da fare».

 

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Una dichiarazione, quest' ultima, che contiene solo una parte di verità. Secondo quanto risulta al Mattino, delle nozze di Colombo si sapeva già tutto da gennaio, di fronte alla richiesta del cantante di avere il sindaco come officiante della cerimonia civile.

 

Una richiesta respinta garbatamente al mittente, dopo una rapida istruttoria interna che ha visto protagonisti il capo di gabinetto Attilio Auricchio e la sezione di polizia giudiziaria della stessa polizia municipale. Dunque, al Comune era nota la volontà di Colombo di sposare la vedova del boss scissionista, ma l' invito era stato rigettato, grazie a una indagine preventiva, finalizzata ad impedire momenti di imbarazzo o danni all' immagine per il primo cittadino. Un caso aperto, discusso e chiuso in pochi giorni (siamo a metà di gennaio scorso), mentre gigantografie del cantante (e della sua promessa di matrimonio) hanno tappezzato Napoli e l' intera area metropolitana.

 

IL CORTO CIRCUITO

Ma torniamo all' evento di lunedì scorso in Piazza del Plebiscito.

Verifiche affidate ai carabinieri del comando provinciale, si lavora su un buco di almeno cinque ore, vale a dire il tempo necessario ad allestire nella piazza più famosa di Napoli una sorta di palco, ai piedi del quale è poi avvenuto il miniconcerto di Colombo. Chiara la domanda degli inquirenti: possibile che in quelle cinque ore tra allestimento e show, nessun esponente della polizia municipale si sia incuriosito? Possibile che nessun agente abbia chiesto informazioni?

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E che le forze dell' ordine si siano bevute la storia della sorpresa estemporanea? Come è noto, tutta la vicenda ruota attorno all' equivoco (non si sa quanto voluto) tra flash mob (evento improvvisato di più persone) e concerto (evento di diverse ore, con tanto di allestimento, di licenze di agibilità, di impiego di gruppi elettrogeni). Ma sono le mail acquisite dai carabinieri a raccontare cosa è avvenuto nei giorni precedenti l' evento trash di piazza Plebiscito.

 

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Un corto circuito che ha inizio il 13 marzo, quando al Comune arriva la prima mail della Cr studio, per conto del neomelodico, nella quale si richiede «la disponibilità prevista per il giorno 25 marzo, a partire dalle 18.30 alle ore 23, per piazza del Plebiscito, in occasione di un flash mob a favore dei futuri sposti Tony Colombo e Tina Colombo». E non è tutto. Nella stessa mail, si fa riferimento alla presenza di uffici stampa e della troup Mediaset, a conferma del carattere mediatico dell' evento.

 

Qual è la risposta del Comune? È il 14 marzo, quando l' ufficio Cinema replica con una mail: «Per quanto riguarda l' ufficio scrivente, non risulta necessario il rilascio di autorizzazioni», di fronte a un' attività che cade sotto la sfera del diritto di cronaca. Ma non è finita. Con la stessa mail del 14 marzo, il Comune si tutela: da un lato dà via libera al flash mob di piazza Plebiscito, dall' altro inoltra la richiesta alla polizia municipale (sezione Chiaia), per «eventuali provvedimenti di competenza».

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Una richiesta che viene girata alla dirigente della polizia municipale di Chiaia Pagnano, che viene in questo modo allertata sull' evento e sugli eventuali provvedimenti di competenza da adottare per il 25 marzo. Ma quali erano i provvedimenti di competenza? Cosa avrebbe dovuto fare una dirigente, di fronte al via libera del Comune al flash mob? Domande e incertezze che hanno consentito a qualcuno di allestire per qualche ora l' evento trash con tanto di ringraziamenti finali al Comune di Napoli.

 

 

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  1. MULTA, TONY COLOMBO NON SI PRESENTA IL VERBALE DI 32MILA EURO NOTIFICATO A CASA

Valerio Esca per ''Il Mattino''

 

Il neomelodico Tony Colombo passa al contrattacco del Comune, mentre i vigili urbani dell' Unità operativa di Chiaia lo hanno atteso inutilmente ieri, negli uffici del comando, per notificare i 32mila euro di verbale ricevuti dai caschi bianchi per poi provvedere in serata alla notifica presso il domicilio del cantante. Colombo intanto prova a difendersi e attacca il sindaco de Magistris e l' assessore Clemente: «Vi pare che uno come me, abituato ad organizzare concerti, feste, etc., non fa i permessi?».

 

«In realtà il neomelodico il permesso, che in realtà era un parere, lo ha ricevuto, ma per fare un flash mob non un concerto», chiariscono dal Comune.

 

IL GIALLO DELLE NOZZE

 

«Tra l' altro aggiunge Colombo - il sindaco de Magistris aveva manifestato l' intenzione di officiare il mio matrimonio, poi ha comunicato che in quella data avrebbe avuto altre cose da fare». Mentre da fonti del Municipio pare che le cose non stiano proprio così.

 

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Nella Municipalità di Secondigliano, Colombo e sua moglie Tina avevano individuato come officiante proprio il primo cittadino senza però mai richiedere allo stesso il consenso. Tanto che già a gennaio l' ex pm, dopo un' attenta e accurata verifica di chi fossero i futuri sposi, declinò l' invito in maniera netta e chiese addirittura una smentita ufficiale rispetto all' anticipazione diffusa su alcuni siti.

 

L' AFFONDO

Il neomelodico poi punta il dito contro l' assessore Clemente, che ieri mattina ha scritto su Fb: «Trentaduemila euro di multe.

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Abbiamo contestato ai responsabili ed all' organizzazione tutte le violazioni di legge e le sanzioni relative perché non passi il concetto che chiunque può fare il proprio comodo a Napoli infischiandosene delle regole, delle leggi e delle norme».

 

«Guarda caso sostiene invece il cantante - le polemiche sui permessi per la realizzazione del flash-mob sono venute fuori il giorno del mio matrimonio. A scoppio ritardato. Io mi sono sposato il 28 marzo, il flash-mob a piazza del Plebiscito è stato realizzato il 25 marzo. Sono passati tre giorni in cui sui social e sui giornali si parlava in modo favorevole di questa mia iniziativa.

 

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Il pregiudizio - aggiunge - è anche a monte dello spostamento della manifestazione Cento passi per il 21 marzo in altra sede. Ci tengo a puntualizzare che da tempo si sapeva che il mio matrimonio sarebbe stato officiato al Maschio Angioino. L' assessore Clemente ha dichiarato ai giornali di essere stata avvisata la sera prima. Deduco che c' è un difetto di comunicazione interna al Comune e che l' assessore non legge giornali e contenuti social che da mesi riportavano la notizia».

 

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L' AMMINISTRAZIONE

I quesiti da chiarire restano: ad esempio chi dell' amministrazione abbia interloquito con il management di Colombo, prima di cominciare il valzer delle mail.

Uno dei punti sui quali si stanno interrogando gli inquirenti è se qualcuno possa aver favorito l' interlocuzione tra l' amministrazione comunale e Tony Colombo. E c' è già un precedente che lega il neomelodico al Comune.

 

Era il 18 aprile del 2017, quando Colombo, insieme ad Alessio ed Emiliana Cantone, riuscì ad ottenere in concessione piazza Dante per girare il videoclip di «Acaricia mi Cuerpo». Certo, piazza Dante non è piazza Plebiscito.

Basti pensare che per il Plebiscito, a differenza delle altre piazze, soltanto la segreteria del sindaco può rilasciare permessi e pareri.

 

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Proprio per tenere sotto controllo la principale piazza della città.

Piazza che però è sfuggita al controllo di tutti la sera del 25 marzo.

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