la scala vestiti

LA SCALA VENDE MODA: VANNO ALL' ASTA VESTITI, TUTÙ E CODE DI PAVONE"MA SCORDATE DI COMPRARVI I VESTITI DELLA CALLAS" - MATTIOLI: "ALL'EX ANSALDO, IL MAGAZZINO COSTUMI CUSTODISCE 50 MILA PEZZI,  GLI ACQUIRENTI NON MANCHERANNO: 'NELLA MILANO ALLA MODA È DI GRAN MODA TENERE IL COSTUME TEATRALE IN SALOTTO' .PURCHÉ NON SIA UN PAVAROTTI O UNA CABALLÉ, SENNÒ POI NON CI SI MUOVE PIÙ..."

la scala vestiti

Alberto Mattioli per la Stampa

 

La Scala vende i vestiti usati, tipo sciura elegante in crisi di liquidità? La notizia ha fatto molto notizia, ma va precisata. Nel senso che sì, il sovrintendente Alexander Pereira ha deciso che entro la fine dell' anno la Scala metterà all' asta dei costumi non più usati né usabili, come del resto fanno già molti teatri. Però no, non finiranno all' asta i vestiti della Callas o i tutù della Fracci.

 

Intanto perché quando un costume compie 50 anni non è più vecchio ma storico, quindi scatta la tutela. E poi perché si valuterà attentamente cosa vendere o meno.

 

Il drago che veglia sul tesoro come Fafner nel Siegfried è in realtà una simpaticissima signora, Rita Citterio, responsabile del Magazzino costumi, e il suo regno i laboratori della Scala all' ex Ansaldo. È il posto dove bisogna portare qualcuno che si vuol fare innamorare del teatro: chilometri quadrati di sale prove, laboratori di scenografia, atélier di sarti, falegnami, scultori, pittori, atrii muschiosi e fori cadenti zeppi di tutù, sfingi, armature, tele dipinte e scene da dipingere, un ordinatissimo disordine dove non capisci dove finisce la realtà e inizia l' illusione e viceversa, un monumento a quella fiction più vera del vero che è il teatro.

la scala vestiti

 

«Dal '96 la Scala non butta più via niente. Infatti siamo a quota 50 mila abiti», spiega Citterio, interrompendo il restauro di un bellissimo costume per Les mamelles de Tirésias di Poulenc del '62, oltretutto viola alla faccia di ogni scaramanzia. Nulla si butta ma molto si ricicla: e così si scopre che parecchi vestiti dell' Andrea Chénier dell' ultimo 7 dicembre erano già serviti per Un ballo in maschera e Manon: tanto, sempre Settecento è. «La famosa Aida di Lila De Nobili - racconta Citterio - è doppiamente storica, perché la De Nobili saccheggiò il magazzino. Guardi qui», e mostra il collare di un armigero che nulla ha di egizio e molto di gotico: «Viene da un Lohengrin degli Anni 20, conservato e riutilizzato».

 

A poco a poco i costumi hanno invaso ogni spazio disponibile. Tanto che oggi molti sono stoccati nei container, a Pero, o in altri depositi dell' hinterland. Quelli più vecchi, o più «nobili» per chi li ha indossati, hanno diritto all' esposizione dietro le vetrine.

 

la scala vestiti

Il più antico è il Radamès di Francesco Tamagno, il primo Otello: risale alla fine dell' Ottocento. Ci sono poi 25 costumi della Callas, alcuni fortunosamente recuperati in fondo ai container, come il secondo che portava nel Pirata , o identificati nella massa, come una Rosina ritrovata quattro anni fa. E qui ovviamente scattano subito i feticismi: volete mettere, toccare il costume disegnato da Piero Tosi per La sonnambula di Visconti? Anni fa, alla mostra Callas precedente quella attualmente in corso al Museo della Scala, un fanatico munito di faccia tosta e forbici fece anche di meglio, ritagliando un quadratino dalla sontuosa veste Tudor di Anna Bolena ...

 

la scala vestiti

Di Nureyev, invece, restano solo due costumi, per Schiaccianoci e Sylphide , perché il tartaro volante se li portava via. Maliziosamente adiacente a quello Callas, c' è l' armadio Tebaldi, poi gli amatissimi costumi di Caramba («Lui non solo li disegnava, li dipingeva proprio», sempre Citterio), l' impressionante coda di pavone dell' Elektra di Ronconi, la Donn' Anna della Sutherland, decisamente ingombrante («È una tenda!», chiosa uno screanzato). Il costume più amato dalla signora Citterio fu disegnato da Guido Fiorato per Vita di Tutino e portato da Anna Caterina Antonacci, «teatralissimo, fasci di muscoli e di vene con attaccate delle flebo».

 

Non sarebbe il caso di fare un Museo? «Magari. Servono soldi, però». Per dire: il recente restauro di un Caruso è costato circa 10 mila euro.

Torniamo allora all' asta.

 

Prendiamo il Guglielmo Tell Muti-Ronconi, Sant' Ambroeus del 1989: finiranno all' incanto i costumi da montanari svizzeri del coro, non quello extralarge dell' Arnoldo di Merritt o quello extraslim portato dalla Fracci nel balletto. Gli acquirenti non mancheranno comunque: «Nella Milano alla moda è di gran moda tenere il costume teatrale o l' abito di gran sera appeso in salotto».

 

Purché non sia un Pavarotti o una Caballé, sennò poi non ci si muove più...

 

la scala vestitiALEXANDER PEREIRA E LA MOGLIE SCALAMaria Callas la scala vestiti

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…