
''LILLO GRUBER'' CHE VANITY! - SCANZI: “FINO A UN ANNO FA SI DICEVA CHE FOSSI GAY, INVECE NON SONO NEANCHE BISESSUALE. HO SMESSO DI FARMI LE LAMPADE DUE ANNI FA. OGGI MI DO UNO SPRAY AUTOABBRONZANTE” - "HO LA SINDROME DELLA SOUBRETTE"
Sara Faillaci per “Vanity Fair”
Andrea Scanzi sa essere gentilissimo. Nell'accoglierci a Cortona, la città dove vive, si prodiga in ogni sorta di cortesia. Si fa fatica a conciliare questo Scanzi con lo Scanzi che in Tv a una signora ha detto: «L'autobus le è caduto sul cervello e ha sdraiato quei due neuroni». D'accordo, la signora era Daniela Santanchè, e la battuta si riferiva al leggendario tweet della parlamentare sull'incidente Germanwings («Che origini hanno i piloti dell'autobus caduto?»).
Resta il fatto che i commenti di Scanzi, a Otto e mezzo e nei talk show dove fa l'opinionista, sono brutali al limite dell'insulto.?Andrea Scanzi sa scrivere. Lo sa chi ha letto i suoi ritratti dei personaggi della musica, i suoi articoli sulla Stampa e, dal 2011, sul Fatto Quotidiano. Ma è bravo anche come scrittore «vero»: il suo saggio Non è tempo per noi (del 2013, alla quinta edizione), è un ritratto graffiante e autoironico dei quarantenni di oggi, la generazione nata nei Settanta.
In questi giorni è uscito, invece, il suo primo romanzo, La vita è un ballo fuori tempo, storia di un Paese in crisi, dove un quarantenne, Stevie Vaughan, si lascia vivere lavorando in un giornale senza dignità, mentre il nonno Sandro, lui sì vispo e ribelle, ha messo su una società di videogame per anziani e progetta di fare la rivoluzione.?Scanzi è una persona sincera. Se non ci credete, leggete qui sotto.
I quarantenni tornano anche nel suo primo romanzo. Perché??
«Perché è la mia generazione, e perché mi ha deluso profondamente. Antonino Caponnetto, la guida del pool antimafia, a scuola ci disse: "Ora tocca a voi". Ma noi non siamo riusciti a prenderci quella responsabilità. Restiamo una generazione senza slanci, rassegnata. Un giorno Gaber mi disse che i suoi coetanei non avevano coscienza civile, ma almeno loro ci hanno provato, a cambiare le cose (Scanzi a teatro è autore e interprete di Gaber se fosse Gaber e Le cattive strade, ndr). La cosa più grave è aver sopportato Berlusconi per vent'anni».?
Molti quarantenni le risponderebbero che di Berlusconi sono stati vittime.?
«In parte. E comunque la vittima dopo un po' si arrabbia. Noi invece non sappiamo che cosa sia l'indignazione; ci manca il senso di collettività, siamo la generazione dell'io, non del noi. I vecchietti del libro, oltre ad avere spirito rivoluzionario, sanno fare gruppo. Stevie e i suoi amici, invece, hanno nomi da rockstar e vite da sfigati».?
Il nonno del libro è ispirato al suo??
«Sì, mio nonno era simile: tenero, buffo, fisicamente uguale a Pertini. Uno degli anelli che porto è la sua fede. Il grande cruccio della mia vita è non esserci stato quando è morto, a 96 anni: invece di restare al suo capezzale, sono andato lo stesso a uno stupido convegno. Non se lo meritava, perché è lui che mi ha cresciuto assieme a mia nonna».?
Perché è stato cresciuto dai nonni??
«Abitavamo tutti nella stessa casa ad Arezzo. Papà lavorava alle Poste, mamma è un'insegnante di lettere delle medie, impegnata, femminista: non è mai stata generosa di complimenti con me. Entrambi di sinistra, genitori meravigliosi, che spesso preferivano parlare di politica che di sentimenti. Ai talkshow, non volendo, mi hanno abituato loro».?
Che cosa sognavano per lei??
«Proprio quello che sto facendo ora, credo. Sono riuscito a fare il mestiere che volevo: scrivere».?
Da giornalista a personaggio televisivo, con Reputescion in onda su La3, e opinionista. Come Marco Travaglio, il suo direttore. Che cosa avete in comune??
«Tante, tantissime cose. A lui e Antonio Padellaro devo moltissimo. Faccio prima a dirle le differenze: io sono toscano e fumantino, Marco sabaudo e più impostato. Per lui la politica è una passione autentica, per me molto meno. La mia vita sono la compagna, gli amici, i cani, i vini: ho molti altri interessi. Marco poi fa teatro e Tv principalmente perché gli garantiscono un pubblico più ampio per le sue idee, a me invece il palcoscenico diverte proprio».?
La diverte insultarsi con la Santanchè??
«Mi tolgo il gusto di trattare certi personaggi come meritano di essere trattati. Non ne ho alcun rispetto, hanno rovinato questo paese. Il rischio di cadere nella volgarità c'è, ma vale la pena correrlo per poi, negli altri casi, fare l'orfano di sinistra che è confuso come una pallina da flipper e non sa dove andare».?
scanzi twitta la redazione del fatto con travaglio padellaro gomez
Renzi proprio non le piace??
«No. Per niente. Lo trovo troppo simile a Berlusconi, con in più i difetti della nostra generazione, alcuni dei quali sono anche i miei: fondamentalmente siamo dei cazzari, seppur di talento».?
Mi dia la sua definizione di cazzaro.
«Uno che si prende molto meno sul serio di quanto sembra, che quando parla o scrive lo fa con l'obiettivo di far sorridere, anche se tocca temi seri. Uno che sa di tutto ma non è esperto di niente, e mescola alto e basso in continuazione. Il problema di Renzi è che in certi ruoli non lo si può fare».?
padellaro ferrucci pietro pelu gomez travaglio scanzi
Per essere un cazzaro, lei si è sposato presto: aveva 29 anni.?
«Ero follemente innamorato. Linda aveva 26 anni, era bellissima, finalista di Miss Italia l'anno in cui vinse Anna Valle. Ricca, perché la sua famiglia possiede una delle più importanti aziende orafe di Arezzo. Vivevamo in una casa di tre piani, piscina, campo da tennis. Non avevamo figli, e non ne volevamo. Non avrei potuto chiedere di più, ma dopo qualche anno la mia vita è cambiata, il lavoro mi portava in giro, e l'amore è finito, quindi ci siamo separati. L'unico dispiacere vero che ho dato ai miei genitori e a mio nonno».?
L'ha lasciata lei??
andrea scanzi e selvaggia lucarelli mandano un bacio a barbara d urso che li aveva querelati
«No, ovviamente è stata Linda ad avere il coraggio di dire basta. In compenso, nelle storie venute dopo, ho imparato a prendere io l'iniziativa».?
Parliamone. Lei ha fama di tombeur de femmes.?
«Fino a un anno fa si diceva che fossi gay, invece non lo sono, e neanche bisessuale. Mi piacciono le donne, anche troppo: nel mio matrimonio l'ho pagata. Traggono in inganno gli orecchini, gli anelli. Una volta, su consiglio di Aldo Busi, ho provato a togliermeli, ma dopo un mese me li sono rimessi».?
E’ anche sempre molto abbronzato, o sbaglio??
«Ho smesso di farmi le lampade due anni fa. Fanno male e sono ridicole, lo so, ma detesto vedermi cadaverico, ho la pelle molto bianca. Oggi ogni tanto mi do uno spray autoabbronzante, o mi faccio truccare in Tv. So che a volte esagero, e cado nell'effetto Carlo Conti. Vado anche dall'estetista, a farmi le mani. Ammetto di curarmi molto, ho la sindrome della soubrette: il complimento più grande che una donna può farmi è dirmi che è venuta a letto con me perché sono bello».?
Succede spesso??
«No, in genere le donne provano per me un'attrazione intellettuale. Dopo essermi separato, poi, in concomitanza del mio successo in Tv, mi sono accorto che molte signore, anche famose — cantanti, giornaliste, attrici, parlamentari — mi concedevano qualcosa, e mi sono comportato da classico maschio italiano che scopre il Bengodi».?
Faccia dei nomi.?
«Sarebbe poco elegante, erano quasi tutte impegnate, a parte Selvaggia Lucarelli. Di solito sono grandi, dai 35 ai 50 anni. La velina non mi interessa, e probabilmente nemmeno io a lei».?
Com'è la cinquantenne a letto??
«Molto esperta e disinibita. Uno come me, che ama molto giocare sul sesso, si è divertito tanto».?
Il corpo di una ventenne è un'altra cosa.?
«Erano tutte tenute molto bene: ci tengo all'aspetto fisico. Tra le giornaliste, per dire, il mio tipo è la D'Amico. Nel romanzo, il sogno erotico ricorrente del protagonista coinvolge Rossella Brescia, che grazie alla pubblicità Tissot è un mito della mia generazione, e Rosario Dawson».?
Si è innamorato spesso??
«Della mia prima fidanzata al liceo, di mia moglie, di Selvaggia — tre mesi ma brucianti — e della mia attuale compagna».?
Perché è finita con Selvaggia Lucarelli??
«Mi ero appena separato. Ero confuso, inquieto, vorace di esperienze. Lei era molto più quadrata, serena e matura. La avvertivo possessiva e gelosa, sentimenti che io non conosco. Avevo la sensazione che inconsciamente, e legittimamente, cercasse un uomo che facesse subito il padre di suo figlio, e magari fosse pronto a farne un altro. Probabilmente una sensazione sbagliata. Comunque meglio così, siamo più bravi come amici che come amanti. La stimo, le voglio bene».?
Chi è invece la sua attuale compagna??
«Verdiana, una ragazza pugliese, commercialista a Milano. Fisicamente è il mio ideale: capelli alla Randi Ingerman, altro mio mito, piedi e caviglie spettacolari. Ci frequentiamo da quattro anni on off, ora abbiamo deciso di convivere a Milano».?
Come l'ha conosciuta??
«Mi ha scritto su Facebook: leggeva il blog che ai tempi avevo su Micromega».
Una fan, quindi.?
«Sì, che mi colpì per due cose: scriveva benissimo e, nel suo profilo, aveva messo una foto dei suoi piedi, in infradito. Secondo me l'ha fatto apposta, perché sapeva che sono feticista, ma lei nega».?
Feticista si nasce??
«A scuola mi sentivo un pervertito: i miei amici guardavano seni e sederi, io mi eccitavo per caviglie e piedi. Grazie alla Rete, per fortuna, ho scoperto che i miei sono gusti piuttosto diffusi, e che sono feticisti anche molti artisti, da Bunuel a Tarantino. La cosa buffa è che non sopporto i miei di piedi: non metto mai i sandali».?
Per molti versi, lei somiglia a un altro giornalista, Giuseppe Cruciani.?
«Siamo entrambi molto narcisi, amiamo il successo, la polemica, le donne. Cruciani però è molto più a suo agio di me in tutto questo: io non sono bastian contrario a prescindere, e non ostento le conquiste con il mazzo delle figurine, come invece fa lui».?
Crede ancora nel rapporto di coppia??
«Sì, ma ho paura dei miei punti deboli: sono irrequieto, spigoloso, molto preso da me stesso. Stare con me non è facile».?
Si risposerebbe??
«No, mai. Invece mi sto ricredendo sui figli. Ho sempre avuto un imbarazzo profondo a relazionarmi con i bambini, ma mi dispiacerebbe non continuare la stirpe Scanzi. Chissà, un giorno. Forse».