UNO SMARTPHONE DA SCHIANTO (CONTRO UN MURO) - SEMPRE PIU’ AUTOMOBILISTI PARLANO, SCRIVONO, TWITTANO E CHATTANO AL VOLANTE, RISCHIANDO DI AMMAZZARSI O AMMAZZARE - UN GIORNALISTA NEGLI USA HA SCRITTO UN PEZZO MENTRE GUIDAVA - SI VA A CENA CON UNA RAGAZZA E SI SMANETTA IL BLACKBERRY E NON LEI - E I “PUSHER” DELLO SMARTPHONE HANNO GIA’ IN SERBO ALTRI PERICOLOSISSIMI “PRODOTTI”…

Articolo di Maureen Dowd per "The New York Times" pubblicato da "la Repubblica" - Traduzione di Anna Bissanti

Molti lo compulsano durante le cene con gli amici, disinteressandosi del resto. Ma il vero pericolo viene da chi guida e lo utilizza per parlare o scrivere. In un numero del New Yorker di qualche tempo fa, Tony Gilroy, sceneggiatore di Michael Clayton e Duplicity ha raccontato l'incubo di quando si trovò in un taxi newyorchese il cui conducente, che chiacchierava al cellulare, passò col rosso e andò a sbattere violentemente contro un'altra macchina. «Hanno estratto l'altro automobilista dalla sua vettura, e ricordo di aver pensato: "Sono proprio fortunato". Subito dopo ho visto che si avvicinavano al mio taxi tenendo in mano i Jaws of Life (macchinari pneumatici utilizzati per estrarre le vittime da un mezzo gravemente incidentato, NdT)».

Si era fratturato le costole e il bacino. Gli studi dimostrano che i conducenti che parlano al cellulare hanno il quadruplo delle possibilità di provocare un incidente e di guidare in modo irregolare rispetto alle persone che hanno un tasso alcolico nel sangue dello 0,08 per cento. In particolare, uno studio di cui parla l'ente per la sicurezza sulle autostrade ha riscontrato che «per i conducenti è più facile guidare ubriachi che guidare utilizzando un telefono cellulare, anche se con il vivavoce».

L'ente ha nascosto la testa sotto la sabbia, tenendo per sé i risultati delle indagini e delle ricerche e ignorando il fatto che ben presto quasi tutti gli americani avrebbero posseduto un cellulare, e che già allora i telefoni stavano iniziando a diventare sempre più intelligenti e più esigenti, mettendo alla portata dei polpastrelli di tutti un impero multimediale mentre si guida un pezzo d'artiglieria potenzialmente letale.

Gli americani sono a tal punto assuefatti alla navigazione tecnologica da essere diventati arroganti sul numero delle apparecchiature che riescono a maneggiare simultaneamente. Conosco un giornalista che qualche tempo fa ha spedito un articolo scritto al laptop mentre guidava lungo la Pacific Coast Highway. Come ha brillantemente spiegato a Matt Richtel del Times (per la sua serie da brivido Driven to distraction) John Ratey, professore di psichiatria a Harvard specializzato nella scienza dell'attenzione, in chi utilizza apparecchiature digitali si verifica un rilascio di dopamina.

Ciò spiega l'impulso pavloviano di coloro che quando escono con gli amici o per un appuntamento galante ignorano chi sta loro accanto per controllare i loro BlackBerry o i loro cellulari, anche se 99 messaggi su 100 non sono assolutamente interessanti. Come cani da tartufo, vanno alla ricerca di quell'unico messaggio in grado di elettrizzarli. Una mattina gli americani si sono svegliati e hanno scoperto di essere diventati avvezzi a non- perdere- mai- neppure -un- istante e di sentirsi obbligati a rispondere immediatamente a tutti i messaggi che ricevono. Il settore hi-tech è il nostro spacciatore, quello che ci passa la dose, quello che alimenta la nostra intensa pressione sociale ed economica a restare ininterrottamente in contatto con datori di lavoro, colleghi, amici e famigliari.

Ciò spiega anche per quale motivo Christopher Hill - un ventunenne dell'Oklahoma che nel settembre del 2008 ha ucciso una donna dopo essere passato col rosso mentre era al telefono, andandosi a incastrare nel suv che gli stava davanti - abbia continuato a parlare al cellulare e a guidare con un auricolare che sua madre gli ha regalato due mesi dopo quell'incidente. Il giovane ha raccontato a Richtel «di essersi sentito assorbito dalla telefonata a tal punto da aver quasi rischiato di passare col rosso».

Adesso dice di usare solo di rado il cellulare. Hollywood ci ha offerto una vicenda ammonitrice su questo argomento con Sette anime, film che inizia con Will Smith che rovina per sempre la sua splendida vita nel momento in cui usa il BlackBerry alla guida della sua splendida auto con accanto la sua splendida fidanzata. Tampona violentemente un'altra automobile uccidendo sul colpo sei sconosciuti e la sua ragazza. Il film si chiude con la scena di una medusa tossica in una vasca da bagno piena di ghiaccio. Meglio che non facciate domande.

Letteralmente dimentichi e abbandonati ai nostri dispositivi tecnologici, andiamo piroettando fuori controllo. Ogni stato dovrebbe vietare agli automobilisti di parlare al cellulare - tranne che in casi di vera emergenza - e di utilizzare qualsiasi apparecchiatura digitale che possa farli sbandare e sterzare bruscamente.

O quanto meno dovrebbe imporre una multa di almeno diecimila dollari a chi provoca incidenti perché parla a telefono o twitta. Le case automobilistiche stanno affannosamente creando nuove versioni di crack per soddisfare i nostri vizi autodistruttivi. C'è chi sta mettendo a punto un sistema che consentirebbe agli automobilisti di utilizzare il telefono cellulare, il lettore musicale, e navigare in internet con comandi vocali e risposte acustiche. Perché come ben sanno i nostri spacciatori, noi non ci sconnettiamo mai.

 

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