ansia tecnologica

“SE VIVI NEL 2017 E NON SEI ANSIOSO, C' È QUALCOSA CHE NON VA IN TE”: BOOM DI RETWEET PER LO SFOGO DELLA SOCIAL MEDIA EDITOR SARAH FADER – LA COMUNICAZIONE VIRTUALE CREA NEVROSI NON SOLO TRA I MILLENIALS: IN AUMENTO I GIOVANI CON DISTURBI PSICOLOGICI. L'IMPATTO DI 11 SETTEMBRE E CRISI ECONOMICA  

Raffaella Silipo per la Stampa

 

facebookfacebook

«Se sei un essere umano del 2017 e non sei ansioso, c' è qualcosa che non va in te». No, non è un' opinione, ma sedicimila: tanti sono stati i retweet allo sfogo della social media editor newyorchese, Sarah Fader. Tutti accomunati dall' ansia, la sindrome del nostro tempo. Alimentata in modo esponenziale dalla tecnologia della comunicazione. Moltiplicata dall' effetto dei social network, da Facebook a Instagram e Twitter, con i loro continui, implacabili aggiornamenti.

 

Sanzionata dalle micidiali spunte blu nei messaggi su WhatsApp: ha visto il messaggio ma non risponde. Sono passati già dieci minuti. Forse non è più mio amico? Benvenuti nell' era dell' ansia: se la fine secolo - e millennio - è stata senz' altro l' era della depressione e del Prozac, nel nuovo millennio lo «spleen» è stato sostituito dall' energia nervosa in moto perpetuo: menti febbrili come criceti nella ruota, senza un attimo di riposo dall' interazione sociale, dita frenetiche sugli smartphone o intente a rigirare i fidget spinner, i giochini dell' anno, nati - ironia della sorte - proprio per tenere a bada l' agitazione e diventati subito una forma di dipendenza compulsiva.

WhatsAppWhatsApp

 

La generazione Che sia colpa del terrorismo globale iniziato con l' attentato alle Twin Towers del 2001, o della crisi economica che dal 2008 affligge il mondo occidentale è oggetto di dibattito fra sociologi, certo il clima psicologico è cambiato. Basta guardare i dati del National Institute of Mental Health americano: il 38 % delle teenager e il 26% dei ragazzi ha un disordine di ansia, in netta crescita rispetto a dieci anni fa. Mentre la depressione è stabile. «Non ricordo un momento della mia vita in cui non sono stata ansiosa» dice Lena Dunham, geniale autrice di Girls , classe 1986, diventata una sorta di portabandiera della sua generazione. I Millennial sono ansiosi perché si sentono condannati all' irrilevanza sociale.

 

ansia 2ansia 2

«Si è rotta la catena del passaggio dall' età giovanile all' età adulta - scrive Enrica Amaturo, presidente dell' Associazione italiana di Sociologia - uscire di casa, trovare un lavoro, costruire un nucleo familiare. Abbiamo condannato i giovani a un' adolescenza protratta, come se non avessero capacità di incidere sulla realtà e sulla loro vita e in cambio gli abbiamo dato un bel kinderheim che è il mondo del web, dove possono fare ciò che vogliono. Il mondo virtuale però diventa reale solo per i migliori, quelli che riescono a sfruttarne le possibilità. In realtà, giovani o vecchi, ansiosi siamo un po' tutti.

 

andre agassiandre agassi

«L' ansia - spiegano Marco Pacifico e Giada Fiume nel libro Una bussola per l' ansia appena uscito - è un meccanismo di difesa di fronte a un pericolo». Quest' emozione è una reazione normale a molti stress della vita e anche utile a evitare guai. La situazione cambia se l' ansia non corrisponde a nessun pericolo reale. «Allora invece di essere un elemento di crescita e maturazione, diventa causa di disgregazione della personalità». Gli aspetti positivi È però anche vero che l' ansia è più funzionale della depressione. Più utile socialmente.

 

Fatti salvi naturalmente i casi gravi e invalidanti, un pizzico di ansia ha degli aspetti positivi. «L' ansia tende ad essere associata a un temperamento onesto, attento al dettaglio - dice Tracy Foose, professoressa di psichiatri all' Università di San Francisco - l' ansioso non si ferma mai, ha una continua ricerca dell' eccellenza e attenzione ai desideri degli altri». Insomma, l' ansia fa soffrire, ma può anche aiutare a raggiungere il successo. Pensate all' ansia di André Agassi bambino di fronte al «drago» lanciapalle che suo padre lo obbligava ad affrontare ogni giorno con la racchetta, per colpire, con la massima precisione possibile, migliaia di palline. Una vera tortura psicologica. «Però ha vinto Wimbledon» è la difesa, rozza ma inconfutabile, del padre.

 

stress 2stress 2

La filosofia Senza dimenticare che i mali dell' animo hanno anche un significato culturale importante, alimentano la nostra creatività. «L' ansia, secondo il filosofo danese Soren Kierkegaard, è una sorta di costo di ingresso da pagare: senza di lei non esisterebbero creatività e immaginazione - sostiene Simon Wolfe Taylor nel libro The Conquest of Dread: Anxiety From Kierkegaard to Xanax (La conquista della paura: l' ansia da Kierkegaard allo Xanax) -. Non sto cercando di buttare a mare la psichiatria, ci mancherebbe, ma di ricordare che filosofia e letteratura, da due millenni a questa parte, hanno sempre cercato di farci vedere le potenzialità dell' ansia».

 

stressstress

Wolfe Taylor ricorda come prima della nascita di psicanalisi e psichiatria, l' ansia veniva combattuta leggendo i classici della letteratura, da Omero in giù. «Oggi invece nessuno pensa di tranquillizzarsi con due pagine di Pascal o Montesquieu». Eppure la filosofia sarebbe un buon ansiolitico: almeno lo è stata per il professore di filosofia Gordon Marino, arrivato a Kierkegaard quasi per caso, mentre cercava di recuperare da un doloroso divorzio. «Oggi crediamo alla chimica per guarire i mali dell' anima, ma c' è stato un momento in cui si pensava che un' idea o un' interpretazione potessero curare».

 

 

Questo è tanto più vero quando i mali dell' anima non affliggono solo il singolo ma un' intera società. Già durante la Guerra Fredda, intellettuali come Arthur Schlesinger Jr. teorizzavano che l' ansia fosse una condizione inevitabile di una società democratica, legata a doppio filo alla libertà. «È la tesi di Kierkegaard - conclude Wolfe Taylor - l' ansia deriva dalla troppa libertà di decisione e dal conseguente aumento di responsabilità personale». L' alternativa è francamente peggio.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…