il gigante gentile

IL CINEMA DEI GIUSTI - SPIELBERG E LA DISNEY SPINGONO PER UNA VERSIONE PIÙ BUONISTA E PER TUTTI DE “IL GRANDE GIGANTE GENTILE” MA RIMANGONO FEDELI AL TESTO DI DAHL, ALLA SUA IDEA DI AVVENTURA PER L'INFANZIA - IL FILM NON È AFFATTO ANDATO BENE IN AMERICA E NON TUTTA LA CRITICA LO HA SEGUITO

Marco Giusti per Dagospia

 

IL GRANDE GIGANTE GENTILE IL GRANDE GIGANTE GENTILE

Benvenuti nel mondo dei Giganti e soprattutto in quello del GGG, il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl. Da quando uscì, nel 1982 in Inghilterra e da noi nel 1987, grazie alla Salani e alla incredibile traduzione di Donatella Ziliotto, Il GGG è il romanzo che più ha contribuito alla formazione di tutta una generazione di ragazzi che ha ora venti-trentanni e rappresenta il futuro-presente dell'Europa. Sono loro che conoscono le battute del gigante a memoria, “Solo perché io è un gigante, tu pensa che io è un buongustoso canniballo?”, e adorano il suo disgustoso menù composto da fetidi cetrionzoli.

 

E, grazie alle tavole meravigliose di Quentin Blake, sanno perfettamente come è fatto il GGG dalle grandi orecchie, i suoi nove giganti cattivi che gli stanno vicino laggiù nel regno dei Giganti, da L’Inghiotticciaviva a Il Crocchiaossa a Il Ciuccia Budella, e la piccola Sophie, l'orfanella protagonista del libro che viene rapita nella notte dal GGG, che diventa da subito il suo migliore amico.

 

IL GRANDE GIGANTE GENTILEIL GRANDE GIGANTE GENTILE

Capolavoro di Dahl e della letteratura per l'infanzia della seconda metà del 900, il GGG è il romanzo più noto e amato da una generazione che si è fatta le ossa con la Playstation ma non era ancora troppo contaminata dalla saga di Harry Potter. Il vecchio Dahl è ben altra cosa è ha ben altra storia personale rispetto alla Rowling. Per dire, tutta la storia dei vecchi Gremlins, è cosa sua, e per farne un film che mai si farà venne chiamato in piena guerra a Hollywood da Walt Disney in persona, mentre i suoi gremlins finiranno protagonisti di ben due film di Joe Dante tanti anni dopo.

 

il grande gigante gentile ggg spielbergil grande gigante gentile ggg spielberg

Così, insomma, fa un certo effetto vedere Il GGG di Roald Dahl in versione Steven Spielberg prodotto dalla Disney. E fa effetto anche vedere come sceneggiatrice il nome della meravigliosa Melissa Mathison, la stessa autrice di E.T. di Spielberg, purtroppo scomparsa prima dell’uscita del film (il 5 novembre 2015, a 65 anni), e non a caso alla “Our Melissa” il film è dedicato.

 

Un po’ come Dahl dedicò il suo libro alla sua prima bambina, Olivia, scomparsa di encefalite nel 1962. Se Dahl e Disney avevano quindi un conto in sospeso da parecchi anni, grazie a Spielberg, alla Mathison, che ha seguito tutta la lavorazione del film giorno per giorno, alla meravigliosa musica di John Williams e a una strepitosa performance di Mark Rylance che tratta il testo del gigante come fosse King Lear, trova ora una qualche  soddisfazione. Non so quanto piena perché il film non è affatto andato bene in America come si sperava e non tutta la critica lo ha seguito.

 

il gigante gentileil gigante gentile

Diciamo intanto che Spielberg e la Disney spingono per una versione più buonista e per tutti del GGG, tagliando qualche punta che potrebbe sembrare antipatica, ma rimangono fedeli sia al testo di Dahl, alla sua idea di avventura per l'infanzia mentre la grafica di Quentin Blake è magnificamente citata in una sequenza. Difficile dire se il tipo di animazione attuale, che digitalizza i volti degli attori, sia la strada migliore per portare sullo schermo la creatura di Dahl e tutti i nove giganti cattivi.

 

il gigante  gentileil gigante gentile

Certo oggi, lontani dall'animazione tradizionale, è il metodo migliore per arrivare a un grande pubblico internazionale. Ma non riusciamo a toglierci dalla testa la grafica bidimensionale del libro. Anche i Gremlins in versione disneyana non erano più gli spiritelli cattivi ideati da Dahl, la Disney è la Disney e Spielberg è Spielberg, ma credo che il compromesso tra la geniale prosa e la cattiveria di Dahl e il buonismo magico spielberghiano sia in gran parte riuscito.

 

E riporta in primo piano un capolavoro che Harry Potter ha un po' oscurato, ma che i vecchi fan continuano ad adorare. Per chi non lo sapesse il GGG, che ha rapito l'orfanella Sophie, un po' perché lo ha scoperto, un po' perché  si sente solo, lavora sui sogni della gente. Proietta incubi e desideri che costruisce lui stesso, ascoltando con le sue grandi orecchie tutte le persone del mondo.

il gigante   gentileil gigante gentile

 

Non è cannibale, come i nove giganti che vivono con lui dai nomi terribili, ma mangia solo una specie di rapa puzzolente, il cetrionzolo, con la quale fa un liquore verdastro che provoca terribile scorregge a chi lo beve. Una volta che i giganti cattivi hanno scoperto che ha con sé un piccolo essere umano, sarà costretto a tradirli. La stessa Sophie lo porterà a colloquio con la Regina e i Giganti saranno confinati su un'isola lontana. Dietro alla figura del GGG c'è  lo stesso gigante Dahl, dietro la ragazzina la sua stessa figlia Sophie.

 

spielberg il gigante gentilespielberg il gigante gentile

Era un grande libro sull'amore per il proprio lavoro, inventare sogni, e per la propria figlia. Forse anche sul chiudersi dal mondo. Spielberg e la Mathison lo hanno capito benissimo e hanno fatto un grande lavoro. I problemi maggiori, probabilmente, vengono dall’animazione in digitale del film, che è lontano sia dal cinema di Spielberg che dall’idea che abbiamo del mondo di Dahl. Ma per Spielberg, dopo Il ponte delle spie, di certo è un film molto sentito, costruito come i suoi grandi titoli degli anni 80, come E.T. E questo per il pubblico non potrà essere indifferente. In sala dal 30 dicembre. 

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