sinatra ava gardner franco

LO SPUTAZZO DI “THE VOICE” - LA GUERRA DI FRANK SINATRA AL "CAUDILLO" FRANCO IN SPAGNA: UNA VOLTA, DOPO UNA RISSA, "THE VOICE" STACCÒ ALL'IMPROVVISO UNA FOTO DI FRANCO DA UNA PARETE DEL COMMISSARIATO, E CI SPUTÒ SOPRA – LA POLIZIA AVREBBE VOLUTO FUCILARLO SUBITO, MA INTERVENNE IL CONSOLE AMERICANO - A CEMENTARE IN FRANK UN FORTE SENTIMENTO ANTIFASCISTA CONTRO LA SPAGNA DI FRANCISCO FRANCO ERA LA GELOSIA PER LA MOGLIE AVA GARDNER CHE SI FACEVA VEDERE SPESSO IN COMPAGNIA DI… - VIDEO

https://m.dagospia.com/il-sinatra-furioso-alcol-tentati-suicidi-e-tradimenti-sinatra-e-ava-gardner-si-amarono-sempre-109869

 

 

Massimo Novelli per “il Fatto Quotidiano”

 

sinatra ava gardner

Settant' anni fa, nel 1951, i rotocalchi e i quotidiani di mezzo mondo dedicarono innumerevoli articoli al matrimonio fra due star americane dello spettacolo. Lei si chiamava Ava Gardner (1922-1990), bellissima femme fatale di Hollywood; lui era "The Voice", ovviamente Frank Sinatra (1915-1998), al secolo Francis Albert Sinatra, nato da padre siciliano e da madre ligure. Sempre in quel '51, in ottobre, i fan di Ava poterono ammirarla sullo schermo, accanto a James Mason, nel film Pandora di Albet Lewin, una rivisitazione della leggenda dell'Olandese Volante.

 

Il film era stato realizzato in Spagna, a Tossa de Mar, sulla Costa Brava catalana, fra la primavera del '50 e l'estate del '51.

 

DURANTE la lavorazione di Pandora, Ava si fece vedere spesso in compagnia del torero, attore e poeta Mario Cabré, suscitando la gelosia di Sinatra. Tanto che il cantante e attore si precipitò sulla Costa Brava. Innamorato e geloso, portò dagli Stati Uniti un braccialetto di brillanti da 10 mila dollari da regalare all 'attrice.

francisco franco

 

Fu probabilmente anche la passione per la protagonista di celeberrime pellicole come Mogambo e La contessa scalza, e soprattutto la rivalità con il torero, a cementare in Frank il suo forte sentimento antifascista contro la Spagna di Francisco Franco e l'odio per il "Caudillo", che non lo avrebbero mai abbandonato. Poco noto e del tutto ignorato in quegli anni, visto il legame fra gli Usa e la Spagna anticomunista di Franco, l'episodio è stato ricordato in queste settimane da Isabelle Piquer in un lungo articolo pubblicato da Le Monde, intitolato "Ava Gardner, sirène de Catalogne".

frank sinatra ava gardner

 

Sinatra, ha rievocato la Piquer, "è uno dei rari attori che non nascosero la propria ostilità al regime di Franco". Lo ha rammentato Perico Vidal, assistente alla regia di Orgoglio e passione di Stanley Kramer, del 1957, un film che "The Voice"fu costretto a girare in Spagna. "Non sopportava", narra Vidal, "di vedere la faccia del dittatore su tutti i francobolli". E sulle lettere che Frank spediva dalla Spagna negli Stati Uniti, "invece di firmare con il suo nome e con il suo indirizzo, scriveva: 'Franco è un maiale'".

frank sinatra ava gardner

 

Nonostante le simpatie manifestate per Ronald Reagan, del resto, Sinatra fu a lungo un democratico impegnato. Si batté contro il AL razzismo, fu un grande sostenitore di John Kennedy. Durante il maccartismo aderì al Comitato per il primo emendamento, guidato da Humphrey Bogart, in difesa degli attori e degli intellettuali perseguitati perché ritenuti "comunisti". Come ha osservato Giuliana Muscio su il manifesto qualche anno fa, "fece campagna per il presidente Franklin D. Roosevelt nel 1944 e registrò una serie di spot per il Democratic National Committe, facendo generose donazioni. (E chiamò suo figlio Franklin in onore di Fdr).

 

frank sinatra ava gardner

Nel 1945 realizzò un cortometraggio contro l'anti-semitismo e l'intolleranza razziale, The House I Live In, scritto dallo sceneggiatore comunista Albert Maltz", una delle vittime del maccartismo. Il "corto vinse un Oscar speciale, in riconoscimento dell'impegno politico del cantante. Nel 1956, in un'intervista con Ed Murrow, per prima cosa mostrò la foto autografa di Fdr e successivamente i suoi due Oscar, sottolineando che il primo, quello per The House I Live In, era quello che aveva amato di più. Sinatra, infatti, era davvero sensibile ai temi dell'uguaglianza e della razza".

 

ava gardner mario cabre

L ' ASTIO per il generalissimo Franco ebbe l'apice nel settembre del 1964. Accadde a Torremolinos. Stava girando alcune scene del film Il colonnello Ryan, cui partecipó una giovanissima Raffaella Carrá. Venne coinvolto in una rissa all'Hotel Pez L'Espad con un giornalista e una attrice cubana. Arrivò la polizia, tutti furono condotti in commissariato. Si racconta che Frank rispose a monosillabi agli agenti.

 

francisco franco

 Poi, quando tutto sembrava finito, il protagonista indimenticabile di Da qui all'eternità e di L'uomo dal braccio d'oro staccò all 'improvviso una foto di Franco da una parete, e "la adornò con un tremendo escupitajo": ci sputò sopra, insomma. La polizia, scrissero i giornali spagnoli, "avrebbe voluto fucilarlo subito", ma intervenne il console americano. La "gente del Gobernador Civil", peraltro, "sapeva del prestigio di Sinatra", perciò si chiuse con la sua immediata espulsione e 25 mila pesetas di multa. Salendo sull'aereo, Frank disse che non avrebbe mai più rimesso piede "in questo maledetto Paese". Quando si seppe che Franco avrebbe festeggiato i 25 anni della sua dittatura, Sinatra dichiarò: "E allora che adesso muoia".

2 frank sinatra e il suo clan al cafe de paris roma, 1963 ph barillari sinatra con ava gardnerava gardner frank sinatragardner sinatra 5ava gardnerava gardner la maja desnuda gardner sinatra 1gardner sinatra 4gardner sinatra 6gardner sinatrasinatra e ava gardner 1952ava gardner e frank sinatraraffaella carra e frank sinatra

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…