LO STREAMING NON È TELEVISIONE, È DEPPIÙ: È UN LIBRO! - LE SERIE, SOPRATTUTTO VISTE SU NETFLIX O DAI COFANETTI (O SCARICATE) SONO UN MEGA-FILM DA 10-15 ORE, DA SPARARSI NELL'ARCO DI UN WEEKEND O POCHI GIORNI. COME SI FA(CEVA) CON I LIBRI

Emiliano Morreale per “la Repubblica

 

binge watching televisione tv netflixbinge watching televisione tv netflix

«Le serie tv sono il futuro del cinema» (o, in alternativa: il presente del cinema, o del romanzo). Non ci eravamo ancora abituati a questa idea corrente, che il terreno di discussione sembra essere slittato più in là. I creatori di Mad Men o di True detective, ci dicono dall’America, nei decenni scorsi hanno lavorato a qualcosa che potrebbe essere già in parte superato.

 

Da cosa? Non da un nuovo genere, da una nuova forma estetica, ma da un dispositivo che fonda una nuova ricezione e, forse, una nuova estetica. Si tratta dell’arrivo delle piattaforme streaming di Netflix (ma anche Amazon e Yahoo, colossi di Internet che ormai producono film e serie Tv in proprio), con la produzione di serie televisive (chiamiamole così, almeno per un po’) destinate appositamente a questo tipo di consumo.

 

binge watching  televisione tv netflixbinge watching televisione tv netflix

Subito prima di Natale, il New York Times ha ospitato un lungo articolo di James Poniewozik, intitolato “Streaming TV Isn’t Just a New Way to Watch. It’s a New Genre.” La Tv in streaming non è solo un nuovo modo di guardare. È un nuovo genere. Guardando una serie come Sense8 (Netflix), storia di telepatia realizzata dai fratelli Wachowski, quelli di Matrix, l’autore, si sorprendeva a chiedersi: cosa sto guardando?

 

Una miniserie? Un megafilm? Insomma: Netflix è ancora televisione? Viene da chiederselo davanti a titoli come la serie- commedia Master of None, il supereroico Jessica Jones. O ancora Marco Polo, Narcos, Blood Line, The Art of More, Transparent...

 

binge watch televisione tv netflixbinge watch televisione tv netflix

Prodotti diversissimi tra loro, a disposizione in qualunque momento, ma la cui fruizione ideale sembra essere il cosiddetto “binge-watching”, cioè le maratone da 10-15 ore di visione, di una o più stagioni di una serie. Poniewozik chiama questa modalità immersiva di visione “The Suck” (il risucchio”), e tenta un doppio paragone, con il vecchio e con il nuovo. Da un lato, Netflix and co. sembrano somigliare, molto più della televisione, al libro; dall’altro, la loro fruizione può ricordare quella dei videogiochi, con il salto di livello che permette di accedere a una stagione sempre nuova.

 

La questione, per l’Italia, sembra ancora precoce, se guardiamo alla composizione del pubblico generalista e alla fruizione delle serie televisive più significative (in fondo appannaggio di un’élite, culturale e generazionale, per quanto vasta). C’è da dire però che, per motivi contingenti, la fruizione delle serie americane recenti è stata in Italia già qualcosa di simile: il fruitore- tipo di una certa generazione ha consumato Breaking Bad o Games of Thrones non certo secondo le modalità di “rilascio” delle emittenti, ma in dvd e soprattutto, diciamolo, scaricandole illegalmente da Internet.

 

binge  watching  televisione tv netflixbinge watching televisione tv netflix

La cosa si complica, o si chiarisce, se inseriamo questo tipo di spettatore nel contesto più ampio del sistema della comunicazione. Da un lato, quella di cui parliamo è una visione atomizzata e, come si dice, “customizzata”, vissuta in totale isolamento rispetto alla esperienza collettiva del cinema ma anche rispetto alla comunità ideale del palinsesto tv in cui tutti davanti allo schermo guardavano pur sempre la stessa cosa (mille piccoli focolari domestici accesi in solitudine).

 

La classica domanda dell’era della tv era: «Cosa hai visto ieri sera?», e presupponeva possibilità limitate. La stessa domanda posta oggi ha un senso completamente diverso. E soprattutto, c’è l’impressione che questa fruizione si rafforzi e si sostenga attraverso i social network. Verrebbe da dire: senza Twitter e Facebook, la performance immersiva dello “spettatore seriale” sarebbe monca. Senza la condivisione su Internet, l’elemento solipsistico sarebbe probabilmente soverchiante. Così, almeno, diventa parte di un narcisismo di massa.

 

droga dipendenza da netflixdroga dipendenza da netflix

Il punto è che tutto questo potrebbe cambiare, anzi forse sta già cambiando, le modalità di costruzione dei prodotti stessi. Anche se lo stesso New York Times deve ammettere che «finora, lo streaming ha funzionato meglio per un certo tipo di dramma concentrato sul plot, ben fatto ma non rivoluzionario». Comunque, i requisiti perché prodotti del genere funzionino possono essere in effetti di tipo nuovo.

 

Soprattutto l’equilibrio tra episodio e totalità. Per chi non è disposto ad aspettare cinque-sei ore di visione prima che (si spera) la serie entri nel vivo, il mondo di queste serie risulterà sempre difficilmente accessibile. Per molte serie, è come se la prima stagione fosse nel suo complesso un gigantesco episodio pilota. Dal canto suo, Matthew Weiner, il creatore di Mad Men, ha detto che se quella serie l’avesse fatta per Netflix, avrebbe comunque imposto un “tempo di digestione” tra un episodio e l’altro. Mad Men o I Soprano non erano pensate come megafilm da vedere tutti filati. Le nuove serie, probabilmente, lo saranno sempre più.

 

droga dipendenza  da netflixdroga dipendenza da netflix

Certo, si potrebbe dire che anche il cinema un tempo offriva un “film infinito”. Nella sua età d’oro qualunque essa fosse: diciamo fino agli anni Cinquanta), in molti ci hanno raccontato che si andava al cinema, più che a vedere i film. In Italia si entrava in sala in qualunque momento, si vedeva ricominciare il film, lo si rivedeva più volte. Sapendo che quel film ci sarebbe stato quella volta, e poi chissà quando.

 

E soprattutto, la re-visione dei film era qualcosa di pre-visto nella loro costruzione, in quella cura dell’aspetto visivo, della messa in scena, insomma in quella peculiare costruzione dello spazio e del tempo che permetteva infinite combinazioni estetiche. La mia impressione è che la “binge vision” non contempli la re-visione ma il continuo ricambio- e in questo è l’opposto del libro. E soprattutto, l’elemento della narrazione è soltanto una parte, e forse non quella decisiva, del cinema. C’è chi ha addirittura sostenuto che i copioni, nel cinema, avevano un ruolo simile a quello dei libretti nell’opera lirica. Mentre invece le serie, e ancor più nella fruizione in streaming o in “maratona”, sono puro racconto ininterrotto, da rinnovare costantemente, pronte a lasciar parte a un nuovo filo. In esse in fondo non c’è spazio per veri registi, né per veri divi, come si intendeva una volta l’uno e l’altro.

dipendenza da netflixdipendenza da netflix

 

La televisione classica presupponeva una disponibilità limitata di tempo, una fascia limitata dedicata all’intrattenimento, all’interno di un tempo del lavoro più rigido. Probabilmente il nuovo pubblico di queste serie è invece un tipo di individuo per il quale è saltata la distinzione tra pubblico e privato, lavoro e tempo libero. Semplici disoccupati, o lavoratori in forme intermittenti, attivi in tempi e luoghi meno definiti. E pronti a condividere commenti, anticipazioni sul web. I

 

dipendenza da netflix dipendenza da netflix

n una bulimia visiva e comunicativa cui è talvolta difficile andar dietro. Lo spettatore “sucked”, il “binger”, da un lato divora immagini: o meglio, storie (le immagini, in fondo, contano poco in questo caso, nonostante tutto), compulsivamente. Corre, completa il livello e passa al successivo. Ma dall’altro lato, allaga il proprio tempo quotidiano, lo sospende e lo ricompone. Perché ha tutto il tempo del mondo, ma deve riempirlo in fretta.

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…