TELECOM-MEDIA TRA PRESENTE E PASSATO – L’AD PATUANO SMENTISCE L’AUMENTO DI CAPITALE - TRONCHETTI RIVELA COME L’INGRESSO DI MURDOCH IN TELECOM FU STOPPATO DA PRODI

1 - PATUANO: PER TELECOM UN AUMENTO DI CAPITALE NON È PREVISTO
Dal "Corriere della Sera"

Sale in Borsa il titolo Telecom, che ieri a fine giornata ha guadagnato il 2,5%. Un balzo dovuto soprattutto alle parole dell'amministratore delegato Marco Patuano, che ha escluso un aumento di capitale per il gruppo delle telecomunicazioni: «Non ci sono ipotesi di ricapitalizzazione sul tavolo», ha detto Patuano, mentre nulla risulta su un interesse da parte del gruppo di telecomunicazioni dell'imprenditore egiziano Naguib Sawiris: «Del suo interesse no so nulla», ha aggiunto.

Sul fronte degli azionisti, invece, Telefonica «si muoverà in pieno accordo con il governo italiano». Ad affermarlo è stato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che ha riferito del colloquio avuto con il ministro delle telecomunicazioni spagnolo, José Manuel Soria, nel corso del vertice Italia-Spagna.

Telefonica Brasil, comunque, ha anunciato che «farà ricorso» contro la decisione del Cade, l'Antitrust brasiliana, che potrebbe costringere la società a cedere metà della propria quota in Vivo, di cui detiene il 100%, o a vendere Tim Brasil, con cui sarebbe in conflitto di interessi.

2 - «TELECOM, BANCHE E TESORO MI CHIESERO DI ENTRARE»
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

Per privatizzare Telecom Italia a metà degli anni Novanta «avrei cercato un manager o un imprenditore che conoscesse bene quel settore. Quello che è mancato è stato il progetto per Telecom». Lo ha detto Marco Tronchetti Provera, intervistato su Raitre ieri a «Presa Diretta», in una puntata sulla storia del gruppo telefonico.

Per Tronchetti «la quota dello Stato poteva anche rimanere. Il tema principale è stato non cogliere che nelle telecomunicazioni stava avvenendo un cambiamento epocale. La scalata ebbe il male terribile dell'indebitamento sulle spalle, che rendeva molto difficile una politica di investimenti».

L'ingresso di Pirelli in Telecom nel 2001 è stato un «cambiamento radicale nella natura industriale di Pirelli, non una operazione finanziaria. Chi me l'ha chiesto? Banchieri, investitori, lo stesso Tesoro, con il direttore generale di allora Mario Draghi che era favorevole a che un imprenditore competente nel settore investisse e ci mettesse la faccia. Io non avevo favori da fare a nessuno, venivo da un'azienda che faceva l'80% del fatturato all'estero».

Nonostante i debiti di Olivetti-Telecom, «è stata una mia libera scelta, avevamo 4 miliardi di liquidità fatta nelle tlc e cercavamo un investimento». E ha rivendicato che Telecom era un gruppo «di eccellenza nell'innovazione tecnologica» che ha dovuto tagliare il personale per la perdita del monopolio.

Tronchetti è tornato anche sul «piano Rovati». il progetto di scorporo della rete del 2006 del consigliere economico dell'allora premier Romano Prodi mentre Telecom trattava con Rupert Murdoch per la convergenza cavo-tv: «Discutevamo della fatturazione», rivela per sottolineare l'avanzamento dei colloqui.

«Mi viene detto di mandare a ritirare questa busta a Palazzo Chigi e trovo un progetto di cui non mi avevano mai parlato. All'incontro a Zante con i due amministratori delegati di Telecom, Murdoch mi dice che il progetto non è attuabile. Si capisce benissimo che c'è stato un input politico. Dopo alcuni giorni dichiara che in Italia c'è interferenza della politica e quindi...». E conclude: «Sono stato presuntuoso, non ho perso molto tempo per spiegare il mio progetto».

 

 

MARCO PATUANOPATUANO tro01 costanzo tronchettiproverarovati prodi hsGetImage rom01 prodi mo flavia ang rovatiRupert Murdoch and Wendi DengSAWIRISFlavio Zanonato

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”