TRADITI DA INTERNET - CI AVEVA PROMESSO LIBERTÀ, EGUAGLIANZA E RICCHEZZA. E INVECE L’ERA DIGITALE CREA DISOCCUPAZIONE, CONTROLLO E POVERTÀ – “ORA È RICCHEZZA E POTERE IN MANO A POCHI. UN SISTEMA SEMPRE PIÙ DISTANTE DALLE PERSONE” - UN LIBRO DI ANDREW KEEN, GURU DEL WEB

Francesca De Benedetti per "la Repubblica"

 

l cina internet censura medium l cina internet censura medium

Internet ci rende più liberi? un’illusione. Più uguali? Una falsa promessa. Più ricchi? Sì, non tutti però: pochi, anzi pochissimi. Così parla chi di internet è considerato la coscienza critica, «un outsider che viene dall’interno» come si definisce lui stesso. Se vent’anni fa, infatti, Andrew Keen avviava una sua impresa proprio nella Silicon Valley oggi è un noto autore e pubblica (in Italia con Egea) un libro intitolato ‘’’’Internet non è la risposta. Quasi la terza puntata di una trilogia: nel 2007 ci fu The Cult of the Amateur, una critica dei contenuti generati dagli utenti del web e della cultura libera.

 

Censura internetCensura internet

Nel 2012 fu la volta di Digital Vertigo , un’analisi sferzante dei social media. La terza puntata chiude il cerchio: con The Internet Is Not The Answer, Keen ci sbatte in faccia tutte le contraddizioni dell’era digitale. Siamo impigliati in una Rete degli ideali traditi: «Nessuno meglio di voi italiani, figli del realismo politico alla Machiavelli, può davvero capirmi», dice Keen a Repubblica.

 

«Internet non è più quel bene pubblico che era quando nacque, ai tempi di Tim Berners-Lee. Quella che ci hanno presentato come una rivoluzione democratica, una svolta verso una maggiore uguaglianza, ora è ricchezza e potere in mano a pochi. Un sistema sempre più distante dalle persone».

DISOCCUPATIDISOCCUPATI

 

Ma come, lei sostiene seriamente che la Rete non ha reso più democratico l’accesso alla conoscenza? «Se è per questo nel mare di contenuti online si trova di tutto, anche propaganda di aziende, governi e — per dire — dell’Is. Voglio dire che trovare di tutto sul web non ci aiuta di per sé a conoscere e comprendere la complessità del reale, anzi. E poi ovviamente non dico che bisogna fare a meno di internet: ho qui con me un cellulare ultimo modello e un pc...».

 

La critica di Keen si spinge dunque oltre, e investe la società frutto dell’era digitale nel suo complesso. L’economia decentralizzata della condivisione, tanto per cominciare, quella che avrebbe dovuto abbattere ogni gerarchia, è diventata di fatto una «economia a ciambella»: poche grandi aziende come Google, Facebook e Amazon monopolizzano il business dell’informazione.

Sir-Tim-Berners-LeeSir-Tim-Berners-Lee

 

E dunque Keen punta il dito contro il «sistema del “chi vince piglia tutto” in cui solo l’uno per cento gode di grandi profitti » mentre il restante novantanove frana, illusioni comprese. Un caso esemplare si trova proprio nella Silicon Valley: nel cuore pulsante della Rete in dodici anni sono andati perduti quarantamila posti di lavoro, in due i senzatetto sono aumentati del venti.

 

È la “distopia della Baia”, come la chiama Timothy Egan. Quanto al futuro, il divario economico- sociale tra ineguali legato a internet diventerà ancora più profondo. Spiega Keen che con il diffondersi dell’internet delle cose, dei big data, dell’intelligenza artificiale, dell’automazione, aumenteranno sia i problemi che i disoccupati. Se non bastassero le proteste “anti robot” che già presidiano l’America o l’allarme lanciato dal premio Nobel Paul Krugman, allora ecco i numeri: l’Università di Oxford prevede che l’informatizzazione costerà il posto di lavoro a centoquaranta milioni di lavoratori della conoscenza. Il quarantasette per cento dei lavori svolti oggi dagli americani potrebbe scomparire nei prossimi venti anni.

Tim Berners-LeeTim Berners-Lee

 

«Pensi a come verrà travolto il settore della moda e del design: un campo in cui l’Italia ora eccelle. Tutto cambierà: neanche i ristoranti saranno più gli stessi». Quanto alla privacy e al controllo basteranno le macchine che si guidano da sole, come la Google car, a tracciare ogni nostro spostamento, e dunque grandi fabbriche che fanno soldi con i nostri dati ci costringeranno in una repubblica di cristallo. L’incubo non è nuovo: somiglia al distopico Cerchio di Dave Eggers.

 

paul-krugmanpaul-krugman

«L’ho letto — dice Keen — e mi è piaciuto. Quella sì che è una distopia. E io, ci tengo a dirlo, non sono né distopico né luddista: negli Stati Uniti quando critichi questo sistema vieni subito etichettato così. Io non faccio altro che puntare il dito su problemi reali. Ma in effetti anche nella finzione di Eggers c’è molto di reale. Se guardiamo oltre il falso dogma libertario, ci accorgeremo che più usiamo internet meno valore ci porta».

 

DUE GIOVANI CUBANI NAVIGANO SU INTERNET COL CELLULAREDUE GIOVANI CUBANI NAVIGANO SU INTERNET COL CELLULARE

Una critica al tipo di società nato con la Rete che si avvicina molto a quella del papà della realtà virtuale, Jaron Lanier, di cui non a caso Keen ammette di essere «un grande fan». Anche Lanier è un “outsider da dentro”, anche lui reclama più equità scagliandosi contro il sistema perverso in cui cediamo gratis dati e dignità a vantaggio di pochi colossi. Sembra proprio, come direbbe Evgeny Morozov, che internet stia «perdendo la sua ingenuità»: mentre esce dalla sua adolescenza, le voci critiche si addensano.

 

Un coro di “traditi” la cui delusione è palpabile, quasi toccante: «Quanto abbiamo perduto la via, fratelli e sorelle!», scrivono Doc Searls e David Weinberger nelle loro nuove tesi sulla Rete. Sono tesi e sentimenti della maturità: forse è la stessa «nostalgia dell’ottimismo » di cui parla Keen. Per lui internet non è la risposta, ma si ostina a credere che sia «ancora un’ottima domanda».

satelliti google in orbita per portare internet in tutto il mondosatelliti google in orbita per portare internet in tutto il mondo

 

Come salvarla, la forza dirompente di quel punto interrogativo? Secondo Keen, con nuove regole: «L’Europa è stata d’esempio quando ha cercato di frenare le concentrazioni monopolistiche come Microsoft, e lo è tuttora occupandosi del diritto all’oblìo. Dai governi dobbiamo pretendere regole compatibili con l’innovazione, ma che al contempo limitino i trust, ci tutelino dal controllo dei dati e dal loro uso sfrenato. Io non sono contro il mercato: io sono contro il mercato sregolato».

ARABIA SAUDITA INTERNETARABIA SAUDITA INTERNET

 

Non è contro internet, è contro un internet senza regole. L’illusione del web come prateria libera e selvaggia ormai lascia l’amaro in bocca. Come dicevano Deleuze e Guattari “non credere mai che uno spazio nomade sia sufficiente a salvarci”.

 

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...