fulvio abbate trotsky nanni moretti

TROTSKY ERA FISSATO "CON LA FREGNA" – FULVIO ABBATE RICORDA A NANNI MORETTI LE VERE PASSIONI DELL’IDEOLOGO DELLA “RIVOLUZIONE PERMANENTE”. È NOTO CHE L’UOMO SCOPASSE FRIDA KAHLO. E NON SOLO. PRETENDEVA UNA SCALA SUL MURO DI CINTA POSTERIORE DELLA CASA DELLA VICINA PER OGNI OCCORRENZA - UN PECCATO CHE NANNI NON ABBIA IMMAGINATO NEL CORTEO DEL SOCIALISMO TRIONFANTE UN CAMEO DI CHRISTIAN DE SICA (IL CUI ZIO UCCISE TROTSKY)

Estratto dell'articolo di Fulvio Abbate per www.mowmag.com

 

trotsky

Il nuovo film di Nanni Moretti ha fatto discutere ancor prima dell’uscita. Ma noi andiamo oltre e, dopo averlo visto, vi spoileriamo che il regista sembra sostenere che la storia si può fare anche con i “Se”. Per esempio che, se nelle tragiche giornate del 1956 quando i sovietici assassinarono nel sangue la rivolta ungherese di Imre Nagy, Palmiro Togliatti si fosse schierato con gli insorti…

 

Non a caso appare l’immagine di Trotsky, cioè della purezza ritrovata, ma dimenticando le passioni meno nobili dell’ideologo della “rivoluzione permanente”. E in generale è un peccato che non abbia immaginato nel corteo del socialismo trionfante un cameo di Christian De Sica, oltre a quello di Chiara Valerio, per spezzare anche le catene dell’amichettismo...

 

nanni moretti il sol dell'avvenire

“Il sol dell’avvenire”, quest’ultimo “atteso” film di Nanni Moretti, si conclude con un corteo festante di bandiere rosse. Immaginifiche, luminose. Un magnificat degno dell’entrata di Cristo a Bruxelles raffigurata altrove dal pittore visionario James Ensor. O magari rivisitata da un Fellini, assunto come segretario di cellula comunista romana. Così lungo i Fori Imperiali. il Colosseo laggiù, sfondo. Un corteo che avanza oniricamente verso il compimento della Storia, il Comunismo.

 

 

(...)

 

 

fulvio abbate foto di bacco (2)

Su un elefante troneggiano invece Silvio Orlando e Barbora Bobulova, protagonisti, intenti a baciarsi. Coniugi, amanti, felici. Ma soprattutto nella scena avanza un ritratto di Trotsky, l’antagonista di Stalin, il “profeta disarmato”, il teorico della “rivoluzione permanente”, simulacro iconico di chi, nell’agosto del 1940, troverà la morte sotto un colpo di piccozza scagliato sul cranio da un sicario di Mosca. Nel suo esilio di Coyoacán, sobborghi di Città del Messico. Assassinato, paradossi della storia, da Ramón Mercader, cugino di Maria Mercader, l’amata mamma del nostro Christian De Sica.

 

nanni moretti

Necessaria prosaica digressione: da anni vive in rete un meme dedicato proprio al divo dei cinepanettoni a commento di un bizzarro destino: “Mio padre ha inventato il neorealismo, mio zio ha ucciso Trotsky, io faccio ridere con le scuregge”. Bene, se adesso volessimo in breve raccontare l’“eresia” del trotskismo con la sua Quarta Internazionale, che si opponeva alla Terza denunciando la burocratizzazione del sistema sovietico, in nome invece della rivoluzione mondiale, niente di meglio delle battute del primo incontro tra Mariangela Melato e Giancarlo Giannini in “Mimì metallurgico ferito nell’onore”.

 

Quando l’operaio meridionale politicamente grezzo si accosta alla ragazza torinese, lei, Mariangela, si dichiara proprio trotskista, donandoci l’unica possibile immaginifica definizione del movimento: “Sinistra della sinistra”. Anche Nanni Moretti, si narra, da ragazzo pare essere stato rapito dalle stesse sirene, insieme a Paolo Flores d’Arcais e altri ancora.

 

fulvio abbate foto di bacco (1)

Perfino Achille Occhetto, da segretario della Federazione giovanile del Pci, sul giornale “Nuova generazione”, volle pubblicare una foto di Trotsky, in anni in cui sul personaggio pesava ancora il sospetto, lo stigma stalinista che fosse un “agente dei nazisti”. In verità, il personaggio della foto non era esattamente Trotsky, bensì Sverdlov, forse chi mise in pagina l’immagine pensò che baffi e pizzetto dell’uno valessero anche per l’altro.

 

Tuttavia l’idea che con Trotsky l’intero sistema comunista sarebbe stato ben altra ammirevole cosa, si infrange già nel 1921, come gli anarchici più di altri sanno bene, quando proprio il fondatore dell’Armata Rossa, giunse a reprimere la rivolta dei marinai della base di Kronstadt, sul Baltico, che in nome dell’assemblearismo libertario si erano ribellati al potere centralista dei soviet di Mosca. Moretti, nel film, diversamente da ciò che asserisce Gramsci, dice che la storia si può fare anche con i “Se”.

trotsky4

 

“Se”, appunto, Togliatti, benché compromesso con lo stalinismo in quanto vicesegretario del Komintern, implicato addirittura nella decimazione degli anarchici, e soprattutto proprio dei trotskisti del POUM nella Spagna della guerra civile del 1936, lì presente come emissario con il nome di “Alfredo”, se appunto, vent’anni dopo, nel 1956, si fosse schierato con gli insorti ungheresi contro i sovietici, rompendo così con i successori di Stalin, i domani avrebbero finalmente cantato… “Les lendemains qui chantent…”, pronunciano infatti i versi della più celebre canzone della Comune di Parigi.

 

Dunque, Trotsky ovvero della purezza rivoluzionaria ritrovata. Il personaggio, sia detto per inciso, custodiva anche passioni letterarie, assunse la difesa, con acume da critico, del poeta Esenin, accusato di essere un “controrivoluzionario” spiegando che quest’ultimo apparteneva all’anima profonda contadina russa, diversamente dalla concitazione epica di un Majakovskij. E sempre lui, Trotsky, ormai laggiù in esilio in Messico, accogliendo lo scrittore André Breton, sarà tra i firmatari del Manifesto del surrealismo. Moretti ne “Il sol dell’avvenire” non si concede all’invettiva volgare, liberatoria, bandito è ogni turpiloquio, in nome forse del moralismo perbenista e sessuofobico proprio dei probiviri di sezione comunista…

nanni moretti il sol dell avvenire 3

 

Se invece avesse letto le memorie di Jean van Heijenoort, segretario di Trotsky nella casa fortificata di Città del Messico, saprebbe, non stupisca, che l’uomo, il rivoluzionario, fra molto altro, era fissato con le donne. Proprio “nun se dorme su la fregna”, direbbero liberando un sorriso nei baretti del Quarticciolo, luogo evocato nel film. “In esilio con Trockij”, Feltrinelli, 1980, il testo citato; per chi non volesse credere alle nostre parole.

 

nanni moretti il sol dell avvenire 1

È noto che l’uomo scopasse Frida Kahlo, con immenso disdoro familiare. Esiste perfino una foto di gruppo, presente anche Diego Rivera, dove il volto di Frida appare violato da una punta di matita, segno della rabbia di Natalia Sedova, compagna di vita e madre dei suoi figli. Racconta ancora il suo segretario che, nonostante il timore di attentati, Trotsky, bugiardo, ottenebrato dalla brama di sesso, giunse perfino a pretendere delle “prove di fuga”, che insomma una scala dovesse essere posta sul muro di cinta posteriore della casa per ogni occorrenza. In verità, l’attrezzo gli occorreva per raggiungere nottetempo una signora vicina con la quale a sua volta fornicare.

 

trotsky la moglie e diego rivera

Probabilmente gli spettatori feticisti di Moretti, magari i medesimi che vanno in estasi per gli edificanti ditalini letterari della scrittrice Chiara Valerio, presente nel film con un cameo, che spiega altrove risibilmente il valore della “tenerezza” citando non meno impropriamente Che Guevara, che per nulla tenero si pose con i dissidenti cubani, non fanno caso alla verità del racconto storico e politico, piuttosto piangono sulla promessa mai pienamente dal regista mantenuta di realizzare un musical sulla storia di “un pasticcere proprio trotskista nell’Italia conformista e stalinista degli anni cinquanta”.

 

(...) Peccato davvero che Nanni Moretti non abbia immaginato nel corteo del socialismo infine trionfato anche un cameo proprio di Christian De Sica, da affiancare a tutti gli altri volti rassicuranti, così spezzando, oltre a quelle del dominio capitalistico borghese, anche le catene dell’amichettismo.

nanni moretti il sol dell avvenire 2trotsky dopo l agguatoil sol dell'avvenire nanni moretti 3il sol dell'avvenire nanni moretti 2

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO