TRUE TELEVISION! - BISOGNERÀ ASPETTARE SETTEMBRE PER GODERSI IN ITALIA IL CAPOLAVORO “TRUE DETECTIVE”, IL “TWIN PEAKS” DEL TERZO MILLENIO, STARRING UN GIGANTESCO MATTHEW MCCONAUGHEY

Gemma Gaetani per "Libero quotidiano"

È davvero raro che una serie tv abbia lo spessore di un grande romanzo, che sia letteratura pura, che i due protagonisti principali ricordino, entrambi, Jean Valjean e Javert insieme. È davvero raro anche se si tratta di una produzione statunitense, cioè proveniente da un'industria cinematografica assolutamente superiore a qualsiasi altra, nel mondo, in termini tecnici e creativi, per ogni genere possibile, dal comico al poliziesco.

TrueDetective, capolavoro drammatico-poliziesco, quello spessore ce l'ha. È pura letteratura a mezzo filmico. Visibile, per ora, in un'unica stagione di otto puntate, in onda dal 12 gennaio scorso sul canale HBO, e da settembre sul nuovo canale di Sky,Atlantic, la storia di Martin Hart e Rust Cohle e del quasi ventennio che impiegano per trovare un folle serial killer, srotola una realizzazione eccezionale.

Regista è Cary Fukunaga, già «responsabile» della versione più realistica e dark possibildi Jane Eyre che il grande schermo abbia mai proiettato. Alle musiche, T Bone Burnett, cantautore e autore di colonne sonore, che per True Detective ha creato sonorità degne del pezzo più angosciante dei Godspeed You! Black Emperor, cioè quel The dead flag blues che parla di morti insensate.

Esattamente come sono quelle su cui indagano Woody Harrelson e Matthew McConaughey, che danno corpo, rispettivamente, a Martin e Rust. Già insieme nel film EdTv, qui, come coppia di detective creata dalla mente geniale di Nic Pizzolatto (anche produttore della serie) aggiornano la tipica complementarità dei due detective che lottano contro il crimine.

E lo fanno in maniera del tutto originale, in alcuni momenti comica, in altri con dialoghi di livello così elevato sull'essere detective, sulla vita, la morte, la famiglia, il tradimento, le donne, il bene, il male, la religione e il senso del tempo, che farebbero gettare gli autori di deficitarie e deficienti serie tv italiane giù da un ponte.

Il merito è tutto di Pizzolatto, romanziere, accademico che nel 2010 lascia l'università e dopo aver scritto alcune puntate di The killing si immerge nel suo personale Twin Peaks, cioè appunto True Detective. I riferimenti metafisici che impregnano la serie sono mutuati dai due autori di fumetti che di più lo hanno influenzato, cioè Alan Moore e Grant Morrison.

Da questi, infatti, provengono le idee del tempo circolare su cui Rust ama dilettarsi disquisire, lasciando a bocca aperta i suoi ascoltatori, Marty per primo. Sempre da loro derivano gli inquietanti omini che Rust intaglia nelle lattine di birra durante gli interrogatori che subisce nel momento della storia in cui passa da indagatore a indagato (per via del suo atteggiamento per nulla politically correct).

Rust è cinico, rassegnato che la gente sia «un gran mucchio di spazzatura vagante ». Definito da Marty «il più acuto occhio per le debolezze» mai visto, chiamato «l'esattore» per l'abitudine di appuntare riflessioni sulle scene del crimine su un grande taccuino nero, Rust perviene alla Squadra Omicidi dalla «Zona ad Alto Traffico di Droga».

Questo dopo aver sopportato la morte della figlia Sofia in un incidente stradale e il conseguente crollo del suo matrimonio.Ha solo se stesso, e si dedica al lavoro con la maniacalità di un autistico e l'intuito mistico di un druido. Marty è l'esatto contrario: un tranquillo uomo con due figlie e una moglie che ama, Maggie, ma che tradisce con due donne, cosa che nell'arco degli anni condurrà alla fine del suo matrimonio.

È una mente semplice che, però, sarà spesso il perfetto pungolo di Rust, così come Rust sarà il suo. La trama, dispiegata spettacolarmente, con elementi comparsi alla prima puntata che troveranno soluzione soltanto nell'ultima - come manualistica del giallo e del romanzo perfetto comandano - e che coniugherà le vite non solo professionali dei due, non può essere raccontata.

Va gustata fotogramma dopo fotogramma, battuta dopo battuta. Tutto principia dall'omicidio di Dora Lang, prostituta che vuol farsi suora dopo la frequentazione degli «Amici di Cristo»,ma che viene trovata morta inginocchiata e legata ad un albero con delle corna di cervo in testa e una spirale tatuata sulla schiena. È una «firma » che condurrà i due «veri detective » in un abisso terrificante, tra rituali satanici, violenza, oscure presenze e, soprattutto, un'umanità abominevole. Puro «white trash» del Sud degli Stati Uniti, dove il Male scorre fra le strade sterrate e i boschi fitti e malsani.

 

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