IO TI ODIO MARGARET THATCHER. TI ODIO E TI CANTO

1. FUNERAL PARTY PER LA NEMICA MORTA: "ADDIO ALLA STREGA"
Caterina Soffici per "il Fatto Quotidiano"

"Maggie, Maggie, Maggie" urlano. E il coro risponde: "Dead, Dead, Dead". Balli e canti, bevute di birra e champagne. Così la classe operaia inglese (o quel che ne rimane) ha festeggiato la dipartita della Thatcher, la grande nemica. La donna che "schiacciò il sindacato, chiuse le fabbriche, distrusse intere comunità". Feste in piazza a Glasgow, Liverpool, Bristol e a Brixton, quartiere "difficile" a sud di Londra dove il tam tam sui social network ha portato in strada centinaia di persone giubilanti.

"La migliore notizia dell'anno", "La strega è morta" (the witch is dead), e giochi di parole dove witch diventa "bitch" (puttana) le scritte sui cartelli. E danno fuoco alle foto di lei con le corna da diavolo.

Il promotore della pagina Facebook che invita al "death party" in piazza è un 24enne, Bryan Simpson (attivista del sindacato Unite the Union). Molti ragazzi nati negli anni del thatcherismo, che la Lady di Ferro non l'hanno mai vista ma riversano la rabbia per i problemi sociali di oggi, per i tagli del governo Cameron ai sussidi, per le difficoltà della classe popolare e per la disparità crescente tra ricchi e poveri.

"Quella donna ha reso la mia giovinezza un inferno", dice invece una donna che c'era. Altri rovesciano pinte di latte, in ricordo del provvedimento con cui la Thatcher tagliò la fornitura di latte per la merenda a scuola. A Glasgow tra i promotori del ballo in piazza i partiti comunista e socialista.

Su Twitter rimbalza la sparata del regista Ken Loach "Privatizziamo i suoi funerali". E anche il motto "The lady's not returning" (la signora non ritorna) parafrasi della celebre frase "the lady's not turning" (la signora non torna indietro) in riposta a chi le chiedeva di fare U-turn, cioè di invertire la rotta contro i minatori.

Martin Chomsky, cantante dei Chomsky Allstar di Glasgow ha cantato in piazza la canzone composta tanti anni fa, So long Margaret Thatcher: "È un misto di emozioni. Non avrei mai pensato di celebrare la morte di nessuno, ma questa donna ha provocato così tanta sofferenza alla gente che il mondo non può dimenticare".

Molti britannici guardano con sconcerto a questi "macabri festeggiamenti", ma c'è chi parla di un sentimento di liberazione come "se fossimo a piazza Tahrir". C'è chi insinua un dubbio: "Tutto ciò mi pare un po' eccessivo. Ho solo 25 anni e non ho un parere sulla Thatcher. Sono sicuro che la metà delle persone non sanno perché sono qui. È la mentalità del flash mob" dice Aaron Fullerton, di Dulwich.


2. IO TI ODIO MARGARET THATCHER - LA LADY DI FERRO, A MODO SUO, HA FATTO ANCHE LA STORIA DEL ROCK BRITANNICO
Stefano Caselli per "il Fatto Quotidiano"

L'importante è la popolarità. E un minimo di spessore artistico. Per il resto, può andare a gusti. Immaginatevi un Franco Battiato, un Ivano Fossati (De André purtroppo non avrebbe fatto in tempo) o anche un Vasco Rossi o un Ligabue nell'anno nono dell'era berlusconiana, il 2003.

Immaginate una ballata dolce e melodica, una canzone dedicata al presidente in cui l'artista a scelta così cantasse: "La gente come te mi rende così stanco / La gente gentile ha un sogno stupendo / Perché non lo realizzi? / Per favore, muori". Cosa sarebbe accaduto in un Paese che cataloga alla voce "odio" l'imitazione di un comico sul palco del Festival di Sanremo? Semplice, non è accaduto.

Perché l'Italia non è il Regno Unito. E soprattutto Silvio Berlusconi non è mai stato Margareth Thatcher. Oltremanica l'epopea della Lady di Ferro - che forse non a caso si è sovrapposta con la fecondissima era del Punk, post Punk e New Wave - è stata anche un grande incubatore musicale, con un preciso sottogenere: canzoni che auguravano la morte alla Thatcher inquilina di Downing Street.

Il testo citato poco fa è tratto da Margaret On The Guillottine ("Margaret sulla ghigliottina") ultima traccia di Viva Hate, primo e celebrato album solista di Steven Patrick Morrisey, già leader degli Smiths, probabilmente la band inglese di maggior spessore degli Anni 80. Era il 1988, anno nono dell'era Thatcher, appunto. Il "sogno della gente gentile" era esattamente quello. Margaret sulla ghigliottina.

Morrisey non è stato il solo. A pestare duro sulla Iron Lady ci ha pensato anche un altro illustre - e se possibile ancora più raffinato - collega, Elvis Costello: la struggente Tramp The Dirt Down del 1989, recita più o meno così: "Spero di non morire troppo presto / Prego il signore di conservare la mia anima / Sarò buono, mi sto impegnando a comportarmi bene / Perché c'è una cosa che so. Vorrei vivere / Abbastanza a lungo per assaporarlo / Sarà quando alla fine ti coricheranno per terra / E io sarò sulla tua tomba e la calpesterò".

Versi con dedica, manco a dirlo, a Margaret Thatcher, perché, prosegue la canzone, "Quando l'Inghilterra era la puttana del mondo, Margaret era la sua signora".

Se nell'augurare il trapasso alla più odiata dalla metà degli inglesi si sono cimentati artisti del calibro di Morrisey e Costello, possiamo solo immaginare di cosa sia stata capace la scena sudaticcia del punk britannico che nel 1979, anno primo dell'Era di ferro (ma la Thatcher, in quanto ex ministro dell'istruzione, era già nei cuori della gioventù di Sua Maestà), cominciava a intravedere la sua parabola discendente.

Basta fare in queste ore un giro sulle bacheche facebook di chi ha almeno 40-45 anni per ricordarselo. In tanti hanno pensato di rendere omaggio a Maggie postando questo o quel pezzo parcheggiato nella memoria di quando i buoni e i cattivi avevano ancora un nome e un volto ben preciso.

L'oscar della peggiore va alla punk band The Exploited, riesumata in questi giorni con Maggie You Cunt (tralasciamo sulla traduzione, basti dire che i dizionari inglese-italiano ammoniscono che cunt è "forse la parola più volgare della lingua inglese"). Oscar del divertimento ai Not Sensibles con I'm In Love With Margaret Thatcher ("Sono innamorato di M.T"), inno al sex appeal della Lady di Ferro.

Quello della rabbia, invece, ai Crass di How Does It Feel To Be The Mother Of A Thousand Dead? ("Cosa si prova ad essere la madre di un migliaio di morti", riferimento alle Falkland). The day that Margaret Thatcher dies (il giorno della morte di M.T.) è il titolo di ben due canzoni: degli Hefner ("Rideremo tutto il giorno quando morirà / Balleremo e canteremo tutta la notte" prima che un coro di bambini intoni: "Din don, la strega è morta") e di Pete Wilye ("É andata / Nessuno piange!").

L'odio per la Thatcher era così radicato da sconfinare nel non certo progressista mondo metal. Celebre, in quegli anni, la copertina di Sanctuary degli Iron Maiden, dove lo zombie Eddie, eterna mascotte della band, accoltella il primo ministro.

Al di là dei riferimenti più o meno truculenti, echi delle vette del tatcherismo (la lotta ai sindacati, lo sciopero dei minatori e la guerra delle Falkland del 1984) si ritrovano un po' ovunque nel rock britannico. Da Red Hill Mining Town degli U2 (The Joshua Tree, 1987, dedicata ai minatori) a The Fletcher Memorial Home dei Pink Floyd, 1984 in piena guerra dell'arcipelago argentino (Maggie what have we done? ("Maggie, cosa abbiamo fatto?", urla Roger Waters), fino all'immancabile Billy Bragg (quello che in tv ha pochi giorni fa salutato a modo suo il fascista Di Canio). Maggie - nel bene o nel male - ha fatto la storia. A modo suo anche quella del rock.

 

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