TUTTE LE FRECCE(RO) NELL’ARCO - TV-LESSON NUMBER ONE: ‘’TUTTO QUELLO CHE FA MALE TI FA BENE’’ - “LA POLITICA SCEGLIE LE PERSONE PER LA TV, E NON IN BASE ALLA CAPACITÀ, MA ALL’OBBEDIENZA” - QUESTI ANNI SONO IMPORTANTI COME GLI ANNI OTTANTA, PER LA TRASFORMAZIONE. LA TV GENERALISTA È SEMPRE PIÙ EROSA, TIRANO SOLO IL CALCIO E GLI EVENTI” - ‘’RAI 4 SUL 2012 POTREBBE INCASSARE 30 MILIONI DI EURO DI PUBBLICITÀ” - “IL TALK È IN CRISI. IL MIGLIOR PROGRAMMA D’INFORMAZIONE? ‘’REPORT”...

Massimiliano Lenzi per "Il Tempo"

"In Italia in televisione non vengono riconosciute professionalità e competenze. Perché è la politica che fa la tv, le raccomandazioni dei politici decidono gli organigrammi. Ancora adesso se guardiamo i commenti dei quotidiani sulle possibili prossime nomine, vediamo che non sono fatte sulla base dei curricula ma sulla base dell'equivicinanza". Carlo Freccero, direttore di Rai 4 - anni addietro lo è stato di Rai 2, Italia 1 e Canale 5 - in questa intervista a Il Tempo parla della televisione al tempo della crisi.

Direttore, meglio in passato?
"Se pensiamo agli anni della piena lottizzazione, i partiti sceglievano sempre ma persone con grande competenza. Basti citare Angelo Guglielmi, Massimo Fichera ed Emanuele Milano. La vicinanza era un a priori ma anche la competenza era un a priori".

Perché in Italia non si riesce a guardare alla tv come ad un'impresa, puntando ai migliori sul mercato?
"Lo stesso Silvio Berlusconi, che è l'uomo d'impresa per eccellenza della tv, ad un certo punto ha scelto le persone secondo un altro criterio, che non era quello dell'impresa".

E quale? Della politica?
"Dell'obbedienza".

Come se ne esce?
"E' chiaro che oggi c'è una condizione sfavorevole. Perché mancano risorse pubblicitarie. Perché se il mercato fosse veramente spumeggiante, fosse un mercato ricco di champagne e non solo di acqua minerale, sarebbe diverso. E' questo il problema, mancano i soldi per la crisi economica".

Mancano pure le idee?
"Sì. Alt, però. Questi anni sono importanti come gli anni Ottanta, per la trasformazione. Anche perché le innovazioni tecnologiche sono quelle che comportano sempre cambiamenti molto radicali. La tv commerciale era un altro medium rispetto alla tv di servizio pubblico ed ha cambiato il mercato, ha trasformato anche la tv di servizio pubblico facendole fare i conti con l'audience e con l'impresa. Oggi ci sarebbe lo sviluppo della tv a pagamento, del digitale, la tv satellitare, ci sarebbe modo di innovare, ci sono dei segnali importanti. La tv generalista è sempre più erosa e riesce a diventare centrale solamente quando ha contenuti premium: uno è il calcio e l'altro è l'evento".

Cosa intende per evento?
"L'evento lo coniugo in due modi: l'evento quando diventa la storia in diretta oppure quando un programma riesce a catalizzare il comune sentire".

Quindi l'eccezionalità?
"Esatto".

Torniamo all'innovazione: cosa la frena? Solo la crisi?
"Purtroppo questo mondo delle tv digitali non riesce, non ha le risorse economiche per sviluppare modelli alternativi. C'è una grande disponibilità tecnologica che offre possibilità di personalizzare il palinsesto e cadenzarlo sugli stili di vita, sui consumi ma non ci sono risorse economiche. Anche se qualcosa si muove".

Chi o cosa si muove?
"Real Time, ad esempio. E' una tv che corrisponde un po' a Donna Moderna, usi e consumi per le signore. E' un modello interessante. Sono quei manuali che servono ad aiutarti a vivere, la manualistica americana che dice come vestire, cosa mangiare. Qualcosa si muove però è molto poco. Mi spiace, ad esempio, che Sky che era partita con modelli narrativi molto importanti, adesso inizi a fare solo i grandi show della tv generalista come X Factor e altri".

Come spiega il cambio?
"Semplice. Per allargare e trovare nuovi clienti non può più lavorare solo sul pubblico competente ma deve strizzare l'occhio alla tv generalista".

Lei con Rai 4 ha conquistato un suo spazio?
"Ho un pubblico giovanile, perché mi sono collocato dentro lo scenario competitivo del digitale e di una tv che non ha mai fatto la Rai. E' il pubblico che la Rai non ha mai frequentato".

Rai 4 è appetibile anche per la pubblicità?
"Sì. E le parlo di cifre: ero all'Upa (ndr, utenti pubblicità associati) e mi hanno detto che Rai 4 sul 2012 potrebbe incassare 30 milioni di euro di pubblicità".

E l'informazione in tv come sta?
"Quello che è interessante è che anche l'informazione risente dell'obbedienza. E' lì che traspare. E poi l'editto bulgaro è diventato un piano editoriale. L'editto bulgaro non è la censura, questo è banale: non è solamente no a Luttazzi, Santoro e Biagi in tv. E' un piano editoriale: fare inchieste, approfondimento scomodo, è un atto delinquenziale. E da lì sono scattate le scelte dei telegiornali, la scelta dell'infotainment al posto dell'informazione, la scelta del talk show dove si mescola la soubrette al politico".

Lei è contrario alla mescolanza?
"La cosa non è il mescolare intrattenimento a informazione perché ci sono dei casi in cui funziona molto bene, pensi a Le Iene e Striscia la notizia, dove si usa il linguaggio dell'intrattenimento per fare informazione vera. No, quello cui mi riferisco è il contrario, mettere insieme alto e basso dove se parli della crisi e metti la soubrette, capisce che è tutto un disastro?".

Un panorama immobile?
"E' successo che in questo panorama La7 si sia ritagliata un ruolo facendo una specie di all news generalista. E' per questo che ha scelto questa libertà".

La libertà come piano editoriale contro l'obbedienza?
"E questo ha trovato anche un mercato. Tenga presente poi che la crisi economica è stata una svolta ed ha fatto sentire ancora più urgente il problema della mancanza di competenza: occorre capire cosa accade. E l'informazione ha bisogno di giornalisti che facciano investigazione".

Oggi che modelli di informazione vede?
"Report" della Gabanelli è il più contemporaneo. Programma di investigazione per il cittadino consumatore, è molto legato al net, a questa filosofia che il pubblico vuole sapere. Report è contemporaneo perché è in difesa del cittadino ed ha la sua archeologia nel fatto che il politico è un privilegiato che fa i cavoli suoi.

E' un programma di investigazione che per me starebbe benissimo anche sulla tv commerciale. Investigo e racconto lo spreco. E' figlio di quel libro fondamentale - non come libro ma come dispositivo di racconto - che è La casta di Stella & Rizzo. Poi c'è il filone alla Michele Santoro dove lui fa reagire i suoi ospiti davanti ad un racconto inedito che è il fuori scena, il fuori campo della politica. La fa uscire dal palazzo e la mette davanti al non detto che crea disagio sociale. Dimostra che la politica è inadeguata. E' figlio di una narrazione melò e tenga presente che i montaggi dei servizi alla Santoro sono cinematografici. Io metto poi Gianluigi Nuzzi, gli Intoccabili, che per me sta dentro il linguaggio di Report".

Finiamo qua?
"C'è l'Infedele di Lerner, un programma culturale che è la risposta al vuoto del talk, cerca nuovi personaggi, nuove voci, ha capito la crisi del neoliberismo. E' chiaro che è molto elitario perché ci vuole molta competenza".

E il talk come genere?
"C'è ma è in crisi".

Per mancanza di protagonisti o per la ripetitività?
"Entrambe le cose. Tutto perché davanti a questa crisi c'è bisogno di protagonisti nuovi. E capaci di spiegare. E' fallito il comunismo nel 1989 ma è fallito anche il neoliberismo. La crisi è molto forte. E lo dico da Doctor House, da tecnico: ad un certo punto è passato che l'unico modello di economia possibile fosse il neoliberismo. E si è dato come naturale. Il che non è vero. Ci sono altri tipi di economie. Non capisco perché Monti, oltre a chiedere ai Giavazzi, non abbia chiamato economisti che non siano i soliti. Perché non chiama Paul Krugman, consulente per l'Ecuador, che ha risolto i problemi dei Paesi latini. Se pensa che il discorso della sinistra per anni è stato noi siamo più neoliberisti di voi, si spiega l'afasia della sinistra".

Come si rivitalizza il talk?
"Cercando nuove strade ma soprattutto nuovi protagonisti. Dei modelli d'informazione il talk è il più ripetitivo ma è anche quello che costa meno e per questo lo fanno tutti".

Da competente di tv, che libro suggerirebbe di leggere alla nuova presidente Rai Anna Tarantola che arriva da Banca d'Italia?
"Un libro molto piccolo, facilissimo".

Non Karl Popper spero?
"No, proprio il contrario. Il titolo è ‘'Tutto quello che fa male ti fa bene'' di Steven Johnson: è un libro che spiega come oggi quello che sembra nefasto nei media è invece importantissimo. Un libro che la Tarantola può leggere così si aggiorna un po' perché ho paura che lei pensi che la tv di servizio pubblico sia ancora quella degli anni Cinquanta. Oggi la funzione del servizio pubblico non è più quella pedagogica di alfabetizzare gli italiani ma è quella di sviluppare l'intelligenza. E credo che l'intelligenza si sviluppi con certi programmi - che potrebbero essere per lei deleteri - piuttosto che con Rai Educational. Era il tema del mio piano editoriale che volevo presentare a Mario Monti".

Non gliel'ha presentato?
"Non mi ha chiamato".

Chi vedrebbe al Tg 1?
"Non ve lo dico perché sennò lo rovino".

Del ritorno in campo di Berlusconi che dice?
"Quello che posso dire è che lui non farà il grillino. In verità lui ha un riferimento importante che è il Tea Party, contro le tasse. Lui si ispira a quello. Vuole trasformare l'antipolitica che è forte nel Paese, in un movimento di destra lavorando sul quasi 40% di indecisi. E su questo lavora con le parole d'ordine del Tea Party ed una connotazione italiana: siccome è figlio della tv generalista vuole presentarsi come il salvatore della Patria".

Ma il pubblico è pronto a credere a questo racconto?
"Bella domanda. C'è il rischio che siamo a Rambo IV. E' come Stallone quando rifà lo stesso film. Me lo ricorda molto. Però io - da tecnico - le ho spiegato il meccanismo di questo ritorno in campo. Come la casta ha generato Report, non dimentichi che il movimento del Tea party in Usa ha cambiato radicalmente il modo di fare tv, pensi soltanto a Fox News".

Berlusconi Rambo IV. E Monti?
"Monti è il commissario europeo. Continua a fare quello che faceva prima".

 

CARLO FRECCERO CARLO FRECCERO CARLO FRECCEROANGELO GUGLIELMI CARLO FRECCERO - Copyright Pizzirs06 mass fichera enrico mancaLOGO STRISCIA LA NOTIZIA jpegGABANELLIMICHELE SANTORO GIANLUIGI NUZZIANNA MARIA TARANTOLA DAVANTI AL CAVALLO DI VIALE MAZZINI PAUL KRUGMANMARIO MONTI

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…