
VASSALLO SI' MA DELLE FEMMINISTE! “GLI UOMINI PER SALVARSI DAL PATRIARCATO, SI LASCINO EDUCARE DALLE DONNE” - L'ATTORE PER MANCANZA DI COPIONI, ALESSIO VASSALLO, CI AMMORBA CON UN PISTOLOTTO MORALIZZANTE (E IMBARAZZANTE): “LO DICO SPESSO ALLA MIA COMPAGNA GINEVRA (CHE HA 15 ANNI DI MENO): SE IO DICO UNA FRASE SBAGLIATA E FACCIO QUALCOSA CHE POSSA SUONARE COME MASCHILISTA, TU RIPRENDIMI, BACCHETTAMI, RIMPROVERAMI. MOLTI UOMINI NON HANNO LA PERCEZIONE TANGIBILE DI COSA SIA IL PATRIARCATO E IL MASCHILISMO. VISTO CHE POTREMMO NON AVERE GLI STRUMENTI PER CORREGGERCI, FACCIAMOCI AIUTARE DA CHI CE L'HA” (E UNA RAGAZZA DI 27 ANNI CE LI HA?)
Albachiara Re per vanityfair.it - Estratti
«Echi se lo sarebbe mai aspettato? Uno come me, che viene da Palermo, senza niente, senza essere figlio di nessuno, che ora è in attesa dell'auto per andare a vedere la prima del suo film». Non nasconde l'entusiasmo, Alessio Vassallo, quando pensa alla sua carriera e alla strada fatta in oltre 20 anni.
C'è il suo ultimo film, Arrivederci Tristezza, presentato all'ultima edizione del Taormina Film Festival, poi gli altri 40, tra cinema e tv, già alle spalle e una serie in uscita, L'altro Ispettore che unisce il suo impegno sociale e artistico, parlando di sicurezza sul lavoro. «Cerco di mantenere sempre una narrativa nei progetti che scelgo. Voglio raccontare storie che lascino qualcosa a chi le guarda, a chi le ascolta».
Lei ha 15 anni di differenza con la sua compagna. È mai stato un problema?
«A 27 anni, Ginevra (Pisani ndr.) è già una donna molto matura. Ciò che ci divide sono solo alcune esperienze legate proprio all'età e al periodo di vita che si sta vivendo, ma ci lasciamo massima libertà nel viverle. Per noi, è importante convergere sui progetti di vita significativi».
(...)
Mi dica pure.
Alessio Vassallo e Ginevra Pisani
«L'amore è serenità, equilibrio, lasciare libero l'altro. Da giovane, hai quel fuoco dentro che ti porta a privilegiare solo il tuo punto di vista, ma capisci che non ha senso».
Ha avuto una dipendenza dal gioco e ha raccontato che la terapia le sia stata d'aiuto, come nel suo film Arrivederci Tristezza. Cosa ha imparato da questo percorso?
«Sembra banale, ma a focalizzarmi sul presente. Il nostro ego si nutre del passato e del futuro, fagocitandoti completamente. Questa condizione non può che creare stati ansiogeni o dei picchi di eccitazione a cui segue sempre una fase calante. Non è facile farlo sempre, ma a piccole dosi sto imparando a concentrarmi sull'adesso».
Va ancora in terapia?
«Sì, assolutamente. Lotto ancora contro l'insonnia e con dei miei lati oscuri. Ma ho imparato a gestirmi meglio. E, per me, è anche importante parlarne: mi piacerebbe che non ci fosse più lo stigma nell'usare certe parole, come depressione, nell'essere valutati come meno performanti solo perché si prendono farmaci che ti aiutano a stare meglio».
Credo che per gli uomini sia ancora più complicato: non siete mai stati abituati a parlare delle vostre emozioni.
«Basta ascoltare un discorso tra un gruppo di amici: siamo tutti vanesi, impegnati a dimostrare chi è il più figo. Sotto questo punto di vista, le donne sono avanti anni luce rispetto a noi: hanno creato una rete in cui parlano delle loro fragilità, paure e delusioni. E dovremmo imparare da loro perché, per noi, confidarsi con un amico significa mostrare il fianco».
Questa forma mentis che effetto ha sugli uomini, secondo lei?
«Il sentirsi estranei rispetto alla violenza quotidiana che vediamo nei confronti delle donne. Pensare: “ok, ma io non sarò mai violento”. Invece, potenzialmente potremmo esserlo tutti e fare rete, tra di noi, è uno degli strumenti che possiamo utilizzare per arginare il fenomeno della violenza di genere».
Nel pensare questo, ha inciso la sua educazione emotiva?
«Mio padre e mio nonno prima di lui non hanno mai ricevuto un'educazione di questo tipo, quindi era impossibile che ciò arrivasse a me. Sono cresciuti con l'idea di una donna “manutentrice” , piegata ai bisogni dell'uomo, come spiega la scrittrice Veronica Raimo. Le donne non hanno mai avuto il loro tempo e spero che ora con le nuove generazioni possano appropriarsi finalmente di questa dimensione».
Come dovrebbe comportarsi un uomo che sente anche come proprio questo problema?
«Lasciandosi educare. Lo dico spesso alla mia compagna Ginevra: se io dico una frase sbagliata, faccio qualcosa che possa suonare come maschilista, tu riprendimi, bacchettami, rimproverami. Molti uomini non hanno la percezione tangibile di cosa sia il patriarcato e il maschilismo, semplicemente perché sono stati educati in quel modo e abituati ad agire così. Visto che potremmo non avere gli strumenti per correggerci, facciamoci aiutare da chi ce l'ha».