1- UNA PLATEA DI CRITICI PIÙ O MENO BACUCCHI S’è COMMOSSA E ENTUSIASMATA A QUELLO CHE, ASSIEME A "THE MASTER", SEMBRA IL MIGLIOR FILM DELLA MOSTRA, "APRES MAI", CHE ASSAYAS DEDICA ALLA SUA E NOSTRA GIOVINEZZA DI CINEFILI, TRA CINEMA, ROCK E RIVOLUZIONE 2- TUTTI IN ITALIA A CONOSCERE A GODARD! TUTTI A REGGIO CALABRIA CON GLI OPERAI! DIAMO A LORO LA CINEPRESA E ANCHE LA MOVIOLA! IL GRAN PARLARE DI OPERAI MA NON VEDERLI MAI… IRONICO E PIÙ CHE ANTICOMUNISTA, IN QUANTO ANARCHICO, ASSAYAS è ONESTO NEL DESCRIVERE LE MANIE, I VIZI DELLA RIVOLUZIONE CULTURALE EUROPEA DEGLI ANNI ‘70, SPROFONDATA NEI SALOTTI BORGHESE A PARLARE DELLA CLASSE OPERAIA 3- "APRES MAI" SEGUE I SUOI RAGAZZINI CON L'AMORE DELLA RISCOPERTA DEI PROPRI ERRORI E DEBOLEZZE, SAPENDO CHE DOVENDO RIVIVERE LA NOSTRA VITA LI RIFAREMMO TUTTI

Marco Giusti per Dagospia

Apres Mai di Olivier Assayas.

Una platea di critici più o meno attempati si e' commossa e entusiasmata a quello che, assieme a "The Master", sembra il miglior film della Mostran cioe' "Apres Mai", il film che Olivier Assayas dedica alla sua e nostra giovinezza di cinefili militanti, divisi tra cinema, rock e rivoluzione.

La A di anarchia incisa sui banchi di scuola, la citazione da Pascal del professore di liceo, "tra noi e l'inferno, tra noi e il nulla c'e' la vita", l'idea che si possa partire con Alighiero Boetti per l'Afganistan o come tecnico delle luci con i Soft Nachine, o assistente di Godard in Italia per girare "Lotte in Italia", che si possa passare dalle molotov ai set di fantascienza, che si pomici in sala guardando "Joe Hill" di Bo Videnberg o in un prato tra Pink Floyd, Amazing Blondel, Nick Drake, Phil Ochs, Captain Beefheart, Incredible String Band, il gran parlare di operai ma non vederli mai, di cinema e rivoluzione ci rende incredibilmente attratti da questo film, scritto, strutturato e diretto con la stessa precisione che aveva mostrato Assayas nel suo capolavoro "Carlos".

Ma qui si tratta di raccontare se stessi e la propria generazione del dopo maggio, con le idee, gli amori, le passioni, i film, i dischi, le contraddizioni. Tutti in Italia a conoscere i cineasti militanti! Tutti a Reggio Calabria con gli operai! Diamo a loro la cinepresa e anche la moviola! Ironico e più che anticomunista, in quanto anarchico, assolutamente onesto nel descrivere le manie, i vizi della rivoluzione culturale europea degli anni 70, sprofondata nei salotti borghese a parlare della classe operaia, "Apres Mai" segue i suoi ragazzini con l'amore della riscoperta dei propri errori e delle proprie debolezze, ben sapendo che dovendo rivivere la nostra vita li rifaremmo tutti.

Perche' quella, cullata dai Soft Machine, da Frank Zappa, dagli Amazing Blondel e' stata la nostra vita. E nessuno potra' togliercela. Mentre "The Dreamers" di Bertolucci era chiuso dentro all'appartamento borghese di Parigi-Parma in un gioco erotico di scoperta e massacro familiare, "Apres Mai" si apre al mondo e all'ironia della borghesia in vacanza con la rivoluzione (o viceversa), dove si imparano lezioni di rock e di vita e non di Verdi e vita, dove si cresce per formarsi un gusto e un lavoro e non per rimettere in scena all'infinito il teatrino di Visconti e Cocteau. Se "The Dreamers" era più compatto e glamour, "Apres Mai" e' più aperto e rock. Tanto le lacrime le abbiamo gia' piante tutte...

 

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