abbatino freddo 9

LA VERITÀ DEL “FREDDO” - IN UN LIBRO MAURIZIO ABBATINO CONFESSA I SEGRETI DELLA BANDA DELLA MAGLIANA. MA LUI NON AVRA' PIU’ LA SCORTA – “IO TRADITO DALLO STATO CHE NON HA RISPETTATO I PATTI. QUALCUNO HA GIÀ ORDINATO LA MIA MORTE. LA MIA CONDANNA SARÀ ESEGUITA ORA CHE QUESTA PERSONA È IN CARCERE A SCONTARE LA SUA. LO STATO SARÀ IL SUO ALIBI...” - VIDEO

 

Da www.ilmattino.it

la verità del freddo cover

Maurizio Abbatino non avrà più la scorta. L'ultimo storico capo della Banda della Magliana, l'uomo delle mille rivelazioni e dei tanti enigmi non sciolti sulla sua storia e sui legami e le complicità della Banda a tutti i livelli, perde il diritto alla protezione: il Tar ieri ha confermato infatti il provvedimento con il quale la Commissione Centrale presso il Ministero dell'Interno, nel 2015, ha deciso di non prorogare le speciali misure di protezione all'ex boss, diventato poi collaboratore di giustizia.

 

Come scrive oggi Sara Menafra su Il Messaggero, Abbatino è stato ammesso al programma di protezione - spiega il Tar nella sentenza - il 21 luglio 1993 e da allora ha iniziato a collaborare con l'Autorità giudiziaria rendendo dichiarazioni su fatti delittuosi commessi da lui stesso e da altri. Il programma è stato prorogato nel marzo 2009 e poi nel luglio 2011; poco più di tre anni dopo, però, è stata decisa la mancata proroga e la conseguente capitalizzazione su base biennale. Da qui il ricorso al Tar, adesso respinto.

 

MAURIZIO ABBATINO

Le rivelazioni di Abbatino, che decise di collaborare con lo Stato dopo che fu ucciso suo fratello Roberto, portarono nel 1993 all'operazione che portò all'arresto di tutti i capi della banda ancora in vita: ma l'ex boss pentito ha sempre detto di poter parlare anche su altre vicende, ad esempio il sequestro di Emanuela Orlandi, rimasto però un mistero. «Come emerge dalla documentazione presentata - si legge nella sentenza - è evidente che la finalità del provvedimento sia quella del diniego alla proroga del programma scaduto. Alcun dubbio, dunque, sussiste in merito alle finalità del provvedimento impugnato che ha evidenziato i presupposti fondanti la mancata proroga, consentendo, dunque, al ricorrente di comprenderne le ragioni e le motivazioni».

 

MAURIZIO ABBATINO

Abbatino, la cui figura ispirò il giudice e scrittore De Cataldo nel suo Romanzo Criminale per il personaggio del "Freddo" (interpretato al cinema e nella serie tv rispettivamente da Kim Rossi Stuart e Vinicio Marchioni), in una recente intervista aveva già detto di essere preoccupato: «Trent'anni che non commetto un reato - il racconto pubblicato da Panorama - mi dicono che posso reinserirmi nel tessuto sociale, cercarmi un lavoro e affittarmi una casa, tutto ovviamente col nome di Maurizio Abbatino, 63 anni, ex boss ai domiciliari per malattia. La verità è che sono stato scaricato, tradito da uno Stato che non ha rispettato i patti». 

 

FREDDO ROMANZO CRIMINALE

LA VERITA’ DEL FREDDO

È  in libreria da oggi  La verità del freddo intervista di Raffaella Fanelli a Maurizio Abbatino (Chiarelettere, Milano 2018). Quarant'anni fa la sua banda della Magliana spadroneggiava a Roma. Anni di delitti, vendette e misteri. Ora Abbatino si confessa in un libro. Ne anticipiamo un brano.

 

I segreti della Magliana

«Abbatino mi chiamano solo le guardie. Per tutti gli altri sono il Freddo.»

 

maurizio abbatino

«Sono tornato dove tutto è cominciato»

 

«Non so dire quante volte ho ucciso. Ma ricordo i nomi di tutte le mie vittime. La cosa strana è che non riesco a contarle. Eppure davanti a me sono fermi e chiari gli ultimi istanti delle vite che ho interrotto. Ricordo dov’eravamo. Come ho ucciso e perché l’ho fatto... Ricordo tutto. Tranne il numero.»

 

maurizio abbatino

È la risposta che mi ha accompagnata per tutte le pagine di questo libro. Una frase arrivata fra due segnali orari di un cellulare programmato per ricordare a Maurizio Abbatino le scadenze giornaliere delle sue pastiglie. Una risposta impressa nella mia mente insieme al sorriso amaro di chi l’ha pronunciata. Un boss stanco, vinto. In attesa dell’ultimo colpo di pistola. «Qualcuno ha già ordinato la mia morte. La mia condanna sarà eseguita ora che questa persona è in carcere a scontare la sua. Lo Stato sarà il suo alibi...»

 

FREDDO ROMANZO CRIMINALE 1

Alla fine di una strada apparentemente infinita, percorsa per uccidere o per non essere ucciso, l’ultimo colpo di pistola sarà per lui. Per il Freddo. «Una condanna a morte avallata da chi avrebbe dovuto proteggermi rispettando i patti. E non lo ha fatto.» Gli scorrono davanti gli ultimi istanti di un omicidio che non è ancora stato commesso, il suo. A fare da sfondo, oltre le pareti bianche di un bilocale con pochi mobili e tante medicine accatastate su una mensola in legno, c’è il quartiere di sempre. Quello della Magliana. E la città che tutti dicono di detestare per il degrado in cui è scivolata, per la corruzione che l’ha consumata, inquinata e divorata fino alle sue radici. Una Roma che ritrae il paese intero. «Sono tornato dove tutto è iniziato. Perché è qui che deve finire.»

 

Sul tavolo in cristallo di fianco alla sedia da cui mi parla ci sarà una pistola con il colpo in canna. La userà. Terrà lo sguardo fisso davanti a sé e lo vedrà entrare anche al buio. Sarà una macchia scura che varcherà la porta in silenzio, o con sfrontato rumore, nella certezza di trovarsi davanti un uomo inerme e malato. Dovrà essere più veloce, non potrà permettersi di sbagliare, perché il Freddo non sarà mai né indifeso né sorpreso.

maurizio abbatino

 

In questa stanza, dove il sangue delle vittime aspetta di unirsi a quello malato del carnefice pentito dei suoi delitti, in questo momento non ci sono armi ma un registratore acceso, pronto a fermare i ricordi, le accuse e le confessioni di un uomo che ha attraversato i grandi misteri italiani, che sa della scomparsa di Emanuela Orlandi, che mi racconta di Enrico De Pedis e dei soldi della mafia, dell’amico Franco Giuseppucci e dell’omicidio di Aldo Moro.

 

Confessa, il Freddo. Con attimi di pausa. Attimi di sospensione, di silenzio, che precedono verità spaventose, emerse da un «non detto» difficilmente dimostrabile e per questo volutamente occultato in oltre vent’anni di patto con lo Stato. Verità affiorate con l’incalzare delle domande ed episodi rievocati per caso, commentando il titolo di un articolo di giornale. Come in questa mattina di inizio estate del 2017.

Maurizio Abbatino Crispino

 

Il bandito e il cardinale

 

Non è la prima domenica che trascorro a Roma dal Freddo. Scrivo questo nome e mi viene da sorridere ripensando alla giornata torrida, di quelle in cui il calore risale a ondate dall’asfalto e rende appiccicoso ogni passo. «Il Tempo» ha pubblicato un articolo sull’evasione di Giuseppe Mastini, dal titolo Johnny lo Zingaro sta venendo a Roma. Un bandito pericoloso, Mastini, diventato ergastolano nel 1989 dopo una lunga serie di rapine, sequestri di persona e omicidi, detenuto in regime di semilibertà nel carcere di Fossano ed evaso pochi giorni prima del mio appuntamento col Freddo.

 

«L’ho conosciuto. Sono stato io a farlo evadere dal carcere di Casal del Marmo.» Arriva così, per caso, la prima verità di Maurizio Abbatino. (...)

arresto di maurizio abbatinoMAURIZIO ABBATINOABBATINO FREDDO 9

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...