fantozzi nuvola

COME È UMANO LEI - VILLAGGIO E I 40 ANNI DA FANTOZZI: “HA LIBERATO TUTTI DALLA SENSAZIONE DI ESSERE I SOLI SFIGATI. GLI SPETTATORI LO GUARDAVANO E PENSAVANO: “FORSE SIAMO TUTTI COSÌ - OGGI SPERO CHE TRA ALTRI 40 ANNI TUTTI DICANO “FANTOZZI CI HAI ROTTO LE SCATOLE”

FANTOZZI 2FANTOZZI 2

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

L’anniversario non gli piace affatto. Anzi, ne farebbe felicemente a meno: «Lo vivo come un anticipo dei funerali, mi fa piacere essere ricordato, però, a 82 anni e mezzo, non posso scacciare la sgradevole sensazione di sapere che non potrò più fare né film né serate». E poi c’è l’avvicinarsi di quella «scadenza fastidiosa... il Padreterno non ha pensato alla paura della morte, cioè al momento in cui ci verrà tolta la cosa più bella che ci ha dato».

 

Eppure, avvolto in una tunica bianca, nell’appartamento luminoso di Roma Nord dove continua a ricevere telefonate e inviti, Paolo Villaggio ha tutto tranne l’aria dell’anziano gravato dai rimpianti. La zampata è ancora feroce, lo sguardo sull’Italia lucido e impietoso.

 

FANTOZZI 1FANTOZZI 1

Quarant’anni fa, il 27 marzo, arrivava nelle sale il primo Fantozzi, diretto da Luciano Salce. Da allora per lei è cambiato tutto.

 

«Sì, sono diventato un box-office vivente. Il film uscì dopo Pasqua e rimase in cartellone fino al Natale seguente... ne ho fatti 10, i primi 3 erano portentosi, la cosa più nuova era il linguaggio, completamente diverso da quello dei comici e degli imitatori che imperversavano all’epoca. Fantozzi e Filini non parlavano in dialetto, ma in un italiano che ne esprimeva la condizione esistenziale, una specie di sintesi di ignoranza endemica... me lo diceva anche Fellini, “Paolino, tu hai ampliato e modificato la lingua italiana”».

 

Il mondo di Fantozzi ha generato aggettivi, avverbi, modi di dire.
«È vero, e questo mi fa pensare che, alla fine, qualcosa di me rimarrà. Gli altri muoiono definitivamente, io forse no».

 

Perché il pubblico amò subito, e così tanto, Fantozzi?
«All’inizio la gente rideva e basta, ma si sentiva anche aggredita, poi subentrò la gratitudine. Fantozzi è un “subitore” perfetto, ha liberato tutti dalla spiacevole sensazione di sentirsi unici nel proprio essere sfigati. Era come una seduta terapeutica, gli spettatori seguivano le sue avventure e pensavano “forse è vero, siamo tutti così”».
 

RAGIONIER UGO FANTOZZIRAGIONIER UGO FANTOZZI

Ma lei un successo così enorme se lo sarebbe mai aspettato?
«No, vivevo in una specie di trance, non mi rendevo conto, sapevo solo che, quando avevamo cominciato, sia io che De Andrè, eravamo certi che nella vita non ce l’avremmo fatta».
 

Perché Fantozzi piace ancora oggi?

«I film continuano ad andare in onda in tv, Fantozzi esprime malessere, disagio, e quindi è adatto anche ai giovani di adesso, spaventati da quel nulla che vedono nel loro futuro».
 

Però Fantozzi aveva il posto fisso. Una condizione che oggi sembra fantascienza.
«... Ma che non serviva a migliorare le cose. I capi facevano parte di una cricca, gli impiegati, nella pausa caffè, beccavano l’applauso quando dichiaravano “sono 3 anni che non prendo in mano una pratica”. Venivano considerati guru del non far niente, il loro era un lavoro stupido e ripetitivo, guadagnavano poco, così farsi assumere in un’azienda e poi fare nulla dalla mattina alla sera diventava un atto eroico». 
 

la signorina silvani anna mazzamaurola signorina silvani anna mazzamauro

E se a un Fantozzi di oggi offrissero una tangente?

«Qualunque Fantozzi l’afferrerebbe mugolando di piacere, l’Italia è diventato un Paese brutto, triste, dove si parla solo di calcio e di donne. Se si va a una cena dell’upper class romana gli argomenti trattati sono questi. Prima l’orrore per l’aereo caduto, poi di chi è la colpa, poi il cordoglio, in cui tutti sono bravissimi, soprattutto se notabili e indagati... infine, divisi in due gruppi, gli uomini si mettono a discutere di calcio e le donne rispondono con i telefonini ai cinguettii degli amanti».

 

Una volta ha deciso di darsi alla politica.

la moglie pina milena vukoticla moglie pina milena vukotic

«Sì, una sola volta, mi aveva convinto un mio amico, uno a sinistra del Pci cinese... mi sono candidato con Democrazia Proletaria, sono stato eletto, ma poi seppi che avevano messo le crocette sul loro capolista che invece non era stato votato, sono stati dei poveretti...».
 

Come spiega il successo di Beppe Grillo?

«Succede quando si comincia a parlare male dei politici, ma continuare a ripetere che

sono disonesti è insopportabile, come continuare a dire che in Italia si mangia e si vive bene».
 

Che cos’altro non le piace del nostro Paese?

«Il fatto che abbiamo preso dall’America la mania dei numeri, il fatto che non ci si dica più “come va?” ma “quanto guadagni?”. I soldi sono l’unico tipo di felicità noto alla cultura europea. L’Italia, oggi, è un Paese povero e noioso».
 

Noioso. Come la «Corazzata Potemkin»?

la figlia mariangelala figlia mariangela

«Quella era la punizione più severa che sia stata mai immaginata, ma ci sono tante altre cose noiose. Per esempio anche Leopardi è una terribile rottura, come Manzoni, che abbiamo studiato tutti a bastonate, come “i cipressi che a Bolgheri”... quando sono caduti nessuno ne ha parlato, erano diventati noiosi anche loro».
 

Una cosa che a Fantozzi non è ancora successa.

«No, adesso è diventato importante, piace agli snob, ma l’obiettivo è che diventi noioso. La mia speranza è che, tra altri 40 anni, tutti dicano basta, Fantozzi ci hai rotto le scatole».
 

fantozzi paolo villaggiofantozzi paolo villaggio

C’è stato un momento in cui lo ha odiato?
«No, perché oltre a quei film, ho fatto tante altre cose, ho lavorato con Fellini, Olmi, Strehler, Wertmüller... però, sinceramente, quando ho girato l’ultimo della serie mi sono sentito come liberato da un incubo».

Villaggio FantozziVillaggio Fantozziil ragionier filini gigi rederil ragionier filini gigi rederpaolo villaggiopaolo villaggio

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO