hofmann junger

LA VITA E’ TUTTA UN TRIP - ESCE IL CARTEGGIO TRA LO SCRITTORE ERNST JÜNGER E IL CREATORE DELL’LSD ALBERT HOFMANN SULLE DROGHE E I LORO EUFORICI EFFETTI - NELL'ACIDO LISERGICO SI PUÒ LEGGERE IL DESTINO DELL'UOMO MODERNO CHE HA PERSO LA SUA CAPACITA’ DI RACCOGLIMENTO – LA "TIGRE" MESCALINA DI FRONTE ALLA QUALE L'LSD  È SOLO UN “GATTINO”

HOFMANN JUNGER 4

Antonio Gnoli per La Repubblica

 

Nel vasto orizzonte dello stupore, due indiscusse personalità infransero l' interdetto che condannava le droghe a mero strumento di schiavitù. Erano Ernst Jünger e Albert Hofmann che per circa mezzo secolo tennero un costante scambio epistolare sull' utilizzo delle droghe cogliendone i pericoli ma al tempo stesso, e a certe condizioni, esaltandone la potenza mitologica e la forza introspettiva ("LSD", Giometti & Antonello).

 

Nelle lettere (la prima è del 1947, l' ultima del 1997) si coglie una lenta e crescente cordialità destinata a trasformarsi in amicizia. Hofmann vive in Svizzera. Più volte annuncia a Jünger, che risiede in Germania, di avergli spedito doni utili: una pipa, dei pantaloni alla zuava, tè, burro, caffè.

 

Jünger mostra di gradire e contraccambia come può (la Germania del dopoguerra versa in condizioni di povertà). Invia soprattutto libri e suggerisce qualche buona lettura. Sono curiosi l' uno dell' altro e relativamente giovani. Jünger ha 52 anni. Hofmann, che ne ha 41, è un chimico e lavora nei laboratori farmaceutici della Sandoz. Per caso ha sintetizzato una sostanza destinata a imporsi con successo nell' Occidente degli anni Sessanta.

hofmann

 

Jünger ha una biografia più complessa (e affascinante). È stato un eroe della Prima Guerra Mondiale. Ha scritto libri fondamentali ( Nelle tempeste d' acciaio e L' operaio, il primo attirerà lo sguardo ammirato di Hitler, il secondo quello riconoscente di Heidegger) vive la disfatta del nazismo da ufficiale della Wehrmacht a Parigi (anche gli avversari gli riconoscono oltre allo scarso coinvolgimento con il regime, di aver messo in salvo e protetto parte del patrimonio artistico francese). Sostanzialmente è un aristocratico. Un ribelle dello spirito, un "anarca" per usare l' espressione a lui più cara.

 

Non sono i soli a sperimentare le droghe. Una lunga tradizione che affonda le proprie radici nell' Ottocento di De Quincey e Baudelaire culminerà in una generazione di scrittori e intellettuali che negli anni Venti e Trenta del Novecento ne proverà e descriverà gli effetti. Tra essi Walter Benjamin, Michel Leiris, Alfred Kubin, Gottfried Benn e lo stesso Jünger. Il quale comunica a Hofmann che nella stesura del romanzo Heliopolis, ha consultato psichiatri che studiano le relazioni tra aberrazione mentale e sostanze tossiche.

 

Anche Hofmann sembra molto interessato alla relazione tra malattia mentale e gli stadi di alterazione provocati dall' acido lisergico. Tuttavia dubita che la tossina della sostanza possa gettare l' uomo in una sorta di follia senza ritorno. C' è in Hofmann, come in Jünger, la fiducia nel mondo antico e nell' uso terapeutico che veniva fatto di certe bevande come il ciceone, atte a scacciare gli spiriti maligni.

JUNGER

 

Jünger ha più volte provato gli effetti della mescalina. Per sottolineare la pericolosità la paragona a una "tigre" a fronte della quale l' Lsd - che egli assume varie volte sia da solo che con Hofmann - è solo un gattino. Ne circoscrive la potenza e ne ridimensiona la sacralità che l' altro gli attribuisce. In realtà, quello di Hofmann, è un rapporto complesso con l' acido lisergico. Rispondendo a Jünger che vuole essere aggiornato sulle sue ricerche, scrive che gli «piacerebbe davvero capire da cosa dipende il fatto che l' ebbrezza da Lsd possa trasformarsi in euforia con un senso di felicità soprannaturale, o in una esperienza di terrore indescrivibile ». Il "mio bambino", come Hofmann chiama l' Lsd, può diventare pericoloso. Provocare effetti indesiderati e negativi.

 

Ma che cosa significa questo scambio di esperienze e di opinioni attorno alle droghe? Per Hofmann, e in parte anche per Jünger, è un modo per mettere a fuoco il destino dell' uomo moderno, che avrebbe irrimediabilmente perso la facoltà di raccoglimento. Qualcosa di profondamente inquinante è accaduta nell' ambito del comportamento umano.

 

«La tecnica sempre più perfetta della pubblicità, della moltiplicazione, della stampa, della radio e del commercio, finisce», scrive Hofmann, «esattamente col sommergere la gente con immagini, pensieri, conoscenze sempre nuove». Lungi dall' essere un progresso auspicabile, ciò che accade è vissuto come la distrazione sistematica dei propri compiti interiori; alla distruzione dell' interiorità del singolo corrisponde, come effetto, la progressiva massificazione dei comportamenti umani.

HOFMANN

 

Se questa è la diagnosi hofmanniana dei mali del nostro tempo, Jünger attenderà un po' a rispondere. È come se la visione che il chimico esprime sia troppo debitrice della tradizione ma scarsamente incisiva per poter scendere nella profondità tellurica del contemporaneo. Solo qualche anno dopo, nel 1961, Jünger proverà ad abbozzare una rapida replica sul tema della tecnica. Nella lettera del 27 dicembre 1961, dopo aver accennato alla revisione in corso di Al muro del tempo, ricorda che gli sviluppi delle tecniche in relazione alla fisica e alla biologia «non devono essere più intesi come progressi in senso tradizionale, ma (come espressioni) che interferiscono nell' evoluzione e che esulano dallo sviluppo della specie ».

 

Per Jünger il dominio della tecnica non è un mero progresso su basi continuative, ma un salto, una discontinuità, un attraversamento della linea. Non condanna la tecnica (come fa Hofmann), la colloca in un differente universo con cui quel che resta dell' individuo deve sapersi misurare. La tecnica si è rivoltata contro chi l' ha generata. Essa è potenza non già progresso. Perciò è del tutto inutile piangersi addosso, sperare nel ritorno del vecchio umanesimo. La tecnica non si doma con la visione del mondo o con i valori che ad essa si accompagnano. Può solo indurre alla consapevolezza che nasca una nuova figura antropologica (negli anni Trenta era il lavoratore, ma anche il ribelle e l' anarca), che chiuda un' epoca e ne apra un' altra.

 

Quando Jünger e Hofmann riflettono su questo, la società occidentale sta mutando pelle. Le nuove culture, di cui le droghe sono un risvolto, stanno ridefinendo la scala dei valori sociali.

LSD COVER 4

Un' onda di libertà attraversa l' America e l' Europa. I due amici guardano con sospetto e timore a quanto sta accadendo. Agli inizi degli anni Sessanta sono in molti in America a interessarsi alla scoperta dell' Lsd, tra questi c' è Aldous Huxley che Hofmann incontra a Zurigo nel 1961. Huxley ritiene che l' acido lisergico possa diventare un efficace strumento di massa per future rivoluzioni dello spirito. Jünger stronca una tale pretesa in maniera definitiva: «Non posso condividere il pensiero di Huxley di dare alle masse la possibilità della trascendenza ».

 

 

Le droghe sono una faccenda troppo seria per darle in mano a degli sprovveduti. È la stessa critica che Hofmann rivolge a Timothy Leary - dopo il loro incontro segreto a Losanna (il guru americano era braccato dalla Fbi) - di aver propagandato la droga tra i ragazzi. Eleusi con le sue suggestioni mitologiche è ormai solo un sogno lontano. Perfino troppo pericoloso da interpretare e proporre a una società che non ne comprenderebbe più il senso autentico. Più si addentrano nella vecchiaia meno hanno voglia di tornare al passato. Lo stupore ormai ha poco a che vedere con gli allucinogeni e molto con il mistero dell' essere eterno e con la natura: il bosco, i fiori, il calore del sole, le passeggiate.

Sono due uomini assorti nei rispettivi eremi. Hanno superato il muro del tempo. Nulla può più ferirli.

silicon valley lsdlsd

 

albert hoffmanCARTONE LSDLSD E ALLUCINOGENI lsdLSD E ALLUCINOGENIlsd 2lsdLSD

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…