L’INFORMAZIONE LOGORA CHI HA INTERNET - NASCE A PECHINO LA GRANDE MURAGLIA 2.0, UN WEB PER SOLI CINESI

Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

Dopo averlo combattuto invano, la Cina si appresta a conquistare Internet. Il grande passo è previsto entro fine anno: la costruzione di una Rete solo cinese, la Grande Muraglia del secolo. Pechino supera filtri e barriere e passa direttamente al "web 2.0", il mondo virtuale alternativo a quello made in Usa. L´arma usata per contendere all´Occidente il controllo di commercio e informazioni, sarà il mandarino. Per la prima volta i domini di primo livello diventeranno disponibili anche in ideogrammi. La seconda parte degli indirizzi web, oggi riservata all´alfabeto romano, estenderà l´uso dei caratteri che compongono le universalmente adottate terminazioni come. com,. net, o. ue.

Per scardinare il potere americano sulla Rete e creare una contro-comunità online con la testa in Oriente, la Cina punta a diventare leader del nuovo mondo virtuale con il segno più davanti al Pil: la Russia, i Paesi arabi, la Corea del Sud e il Giappone, finora linguisticamente emarginati da computer, tablet e smartphone. La "guerra di Internet" non è una nazionalistica contesa formale. Dalla nascita del web i domini sono controllati dal dipartimento del commercio degli Stati Uniti, che gestisce gli indirizzi a livello globale.

Una montagna di dollari, costruita sulla tassa di iscrizione che enti e aziende pagano per ottenere l´uso dei propri indirizzi. Per quindici anni la Cina, impegnata invano a combattere la Rete con filtri e barriere, note come «la Grande Muraglia di fuoco», non ha messo in discussione l´egemonia Usa sull´universo parallelo a portata di mouse. Pechino era ossessionata solo dalla censura, convinta che il web fosse il nemico più insidioso del proprio autoritarismo rosso.

Il boom dell´economia digitale ha fatto però cambiare idea alla nuova leadership, convinta che anche la sfida della crescita si giocherà sempre più online. Di qui l´idea di «una via cinese a Internet», mix tra business, repressione ed espansione culturale all´estero. Oltre agli ideogrammi mandarini nei domini, la Rete made in China prevede anche contenuti, format, pubblicità, social media e news riservati. Un vero e proprio universo a sé, separato dall´Occidente da un Muro di bit e controllato direttamente dal partito-Stato di quella che entro il 2020 sarà la prima economia del mondo.

L´obiettivo politico, ottenuto con la registrazione obbligatoria dei documenti di ogni navigatore, è sminare il territorio del web dalla bomba democratica. L´Internet cinese non sarà «l´impero dell´anarchia», come lo definisce Liu Qibao, nuovo capo della Rete scelto dal presidente Xi Jinping, e offrirà alle nazioni emergenti uno «spazio alternativo», dove la censura viene proposta come «garanzia dalla destabilizzazione interna».

La grande sfida è però economica. La Cina è il primo mercato online del pianeta e il primo produttore mondiale di computer e cellulari. Vanta 565 milioni di utenti (oltre 600 milioni a fine 2013) e la crescita è del 10% all´anno, pari alla popolazione italiana. I cinesi che usano tablet e smartphone superano i 420 milioni (+18,1% all´anno), quelli che gestiscono un microblog sono 286 milioni e i siti dell´e-commerce sono i più frequentati del pianeta.

A Pechino naviga il 77% dei residenti. «Appena i domini in mandarino saranno realtà - dice Gu Xiaoming, docente di comunicazione all´università Fudan di Shanghai - il boom dell´economia digitale sarà un´impressionante scossa globale».

Fino ad oggi i privati dell´Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN), con sede a Los Angeles, hanno controllato e limitato gli indirizzi sfruttando l´alfabeto. La Cina e suoi alleati puntano a rompere l´equilibrio affidando i domini alle Nazioni Unite, attraverso l´ITU, abbassando e distribuendo gli oneri di trasmissione. Interessi enormi, tra cui la protezione digitale dei marchi e i pagamenti online, ma pure una grossa spinta ai giganti cinesi delle telecomunicazioni, all´e-commerce del Dragone, ai microblog censurati da Pechino e alle news elettroniche filtrate dalla propaganda.

Logica comprensibile: la Cina e l´Asia sono la piazza più affollata del web, l´inglese e gli Usa frenano la sua espansione, Internet deve dunque esprimersi in mandarino per diventare realmente universale. Se la pubblicità è in cinese, russo e arabo, i siti delle aziende non possono avere indirizzi solo in caratteri latini.

Nel mondo del nuovo Internet sottratto alla dipendenza americana, gli affari sono però solo una faccia della medaglia. L´altra è il controllo sociale dell´umanità post-televisiva: per Pechino resta quella decisiva, la vera ragione di una Grande Muraglia in mandarino, lunga come tutto il web.

 

WEB CINESE INTERNET CINA jpegFIREFOX CINESE INTERNET CINA INTERNET CINESE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…