xavier niel le monde

XAVIER NIEL HA “LE MONDE” IN TASCA – IL MILIARDARIO FRANCESE È DIVENTATO L’UNICO AZIONISTA DEL QUOTIDIANO FRANCESE. IL PREZZO DELL’OPERAZIONE? 50 MILIONI DI EURO. CON QUESTA MOSSA DIVENTA IMPOSSIBILE UNA SCALATA DA PARTE DI QUALCUN ALTRO – LA SCALATA XAVIER NIEL AL POTERE È PARTITA DA UN SITO DI INCONTRI A LUCI ROSSE: UN SUCCESSONE, IL RICAVATO LO INVESTE IN SEXY SHOP E LOCALI DI SPOGLIARELLO – IN FRANCIA OGNI MILIARDARIO HA IL SUO GIORNALE: “LE FIGARO” È CONTROLLATO DAL GRUPPO DASSAULT  VINCENT BOLLORÉ HA ACQUISITO I LIBRI DI HACHETTE… 

Estratto dell’articolo di Stefano Cingolani per “Il Foglio”

 

francia charles e yvonne de gaulle

Nasce all’ombra del potere, suo padrino è il generale de Gaulle, come per l’intera Francia del secondo dopoguerra. Quando il nuovo giornale per la nuova classe dirigente vede la luce, il 18 dicembre 1944, il conflitto mondiale non è finito, ma “les loups sont sortis de Paris”, i lupi, come li chiamava una famosa canzone di Serge Reggiani, sono usciti da Parigi […] De Gaulle sapeva, ma cercava il riscatto non la vendetta, voleva far crescere una élite del futuro e intendeva dotarla degli strumenti necessari alla rinascita, chiamando a raccolta intellettuali di diverso colore politico, come André Malraux compagno di strada dei comunisti, o come Hubert Beuve-Méry che prima aveva aderito alla Repubblica di Vichy poi, nel 1942 si era unito alla resistenza.

 

jackie e charles de gaulle

“Voi non siete dei miei”, gli dice il generale, ma lo convince a prendere le redini del nuovo quotidiano, “un giornale di prestigio e di riferimento”, con lo sguardo rivolto all’estero: Le Monde, nomen omen. Doveva essere “la voce ufficiosa” della nuova Francia, il Monde ne diviene presto la voce critica, soprattutto con la guerra d’Indocina e poi quella d’Algeria. Lo stesso Beuve-Méry a partire dal 1951 crea la Società dei redattori per vegliare sull’indipendenza del giornale, acquisisce il 28 per cento delle azioni ed eserciterà un ruolo crescente in parallelo al successo del quotidiano, a partire dagli anni 60. Autosufficienti e autoreferenziali, arbitri della linea editoriale e politica, i giornalisti creano un modello pressoché inimitabile nel panorama della grande stampa internazionale.

 

Finché dura. La splendida solitudine è finita da tempo e ormai il quotidiano che voleva essere padrone di sé stesso è finito nelle mani di un solo padrone, quel Xavier Niel che, partito dal nulla, arricchitosi sfidando con la sua Iliad i colossi della telefonia, è diventato uno degli uomini d’affari più importanti di Francia, è riuscito a salire al vertice dell’establishment con una ragnatela di intrecci, anche famigliari. […] Il gran capitale era entrato nel Monde già negli anni 90, sia pure in punta di piedi. Dal ‘68 in poi il giornale si era spostato decisamente a sinistra e aveva appoggiato François Mitterrand. Nel 1981 la vittoria della Union de la gauche coincide con il massimo delle vendite. Poi una rapida discesa che accompagna le contraddizioni e gli zigzag del mitterrandismo: dalle 434 mila copie cala a 335 mila. Cominciano le prime serie difficoltà economiche e il braccio di ferro con le banche: Bnp esige la vendita dello storico palazzo di rue des Italiens nel Quartiere latino.  […]

LA DOTTRINA MITTERRAND SU LE MONDE

 

Al tornante del nuovo secolo la stampa è in subbuglio e diventa il campo di battaglia dei nuovi patron, i Bolloré, gli Arnault, i Bergé, i Pigassse e Niel che si fa strada sgomitando. All’Eliseo c’è Nicolas Sarkozy, particolarmente attento alla nuova mappa del potere economico che cerca di accompagnare oppure ostacolare. Bolloré, Arnault, Lagardère sono tutti suoi amici, il Monde si mette di traverso e ne paga lo scotto. La lotta si fa dura, non c’è più spazio per utopisti e anime belle, o si è di là, con loro, con i sarkozisti, o si è di qua, ma con chi? E’ il 2009 e sembra che di qua ci sia solo il deserto, il giornale è nei guai, la Bnp non è disposta più a far credito, Arnault, Bolloré, Lagardère sciolgono i contratti per stampare sulle rotative del Monde i loro giornali: Les Echos, Direct Matin e Le Journal du dimanche.

 

E’ guerra aperta. Sono mesi in cui tutto sembra perduto senonché al trio di Sarko si contrappone un altro trio composto da Pierre Bergé il fedele compagno di Yves Saint Laurent, Matthieu Pigasse uomo di sinistra, ma vicepresidente della banca Lazard, e il rampante Xavier Niel. Con loro ci sono anche Le Nouvel Observateur ed El País allora partner della Repubblica. Alain Minc, che era già in stretto contatto con Emmanuel Macron, sponsorizza l’ingresso di Orange (ex France Telecom), ma la società dei redattori è per i tre moschiettieri. E’ la svolta, però il giornale è venduto, lo scriverà Le Monde diplomatique, da sempre ala gauchiste del gruppo.

LE MONDE

 

Il patto crolla con la morte di Bergé nel 2017. Pigasse e Niel si spartiscono la quota del terzo socio e tra loro comincia un braccio di ferro. Due anni dopo Pigasse molla e vende all’oligarca ceco Daniel Kretínský già entrato in Francia e proprietario del giornale di estrema destra Marianne e del settimanale femminile Elle. Non poteva durare e, se non fosse stato per la pandemia. la strana coppia sarebbe già scoppiata. Ora il momento è arrivato. Il mese scorso Niel ha liquidato Kretínský comprando per 50 milioni di euro l’intero pacchetto. Un anno fa aveva preso anche la quota rimasta a Pigasse.

 

A questo punto, è l’unico azionista del quotidiano che ha al vertice una società nella quale si regolano i conti della proprietà. Il nuovo patron ha deciso di trasferire l’intera sua quota alla fondazione creata nel 2021, dal nome rassicurante: Fonds pour l’indépendance de la presse. Resta un 25 per cento in mano al Pôle d’indépendance che riunisce giornalisti, collaboratori e lettori. Con questa mossa, diventa impossibile una scalata da parte di qualcun altro, ben o mal intenzionato che sia. Nel Fondo, Niel ha fatto entrare anche il figlio Jules di appena vent’anni. Ma l’indipendenza della stampa è il cruccio del patron di Iliad, assicura il suo partner Louis Dreyfus (un cognome una garanzia) che dal 2010 ne cura gli interessi ai vertici del giornale; perché l’indipendenza è il valore per il quale si batte chi ci lavora e chi legge il Monde.

 

XAVIER NIEL

Il direttore editoriale Jerome Fenoglio plaude ai recenti sviluppi e in particolare all’uscita di scena del magnate ceco con il quale non c’è mai stata nessuna vicinanza. Indipendenza va cercando ch’è sì cara, ma come la mette Fenoglio con l’intreccio familiare? Perché la compagna di Niel si chiama Delphine e di cognome fa Arnault: sì, il padre è proprio lui, Bernard il re del lusso, il quale possiede due quotidiani, Le Parisien e Les Echos. Chi stappa champagne è il presidente Macron perché Niel è suo amico da sempre e Arnault lo è diventato.

 

Ogni giornale francese a questo punto è nelle mani di un gran patron. E ogni patron ha una sua vicinanza politica se non vogliamo parlare di vero e proprio patronage. Le Figaro, il più antico e maggior concorrente del Monde, dal 2004 è interamente controllato dal gruppo Dassault fondato da Marcel, nato Bloch poi convertito al cattolicesimo, sopravvissuto a Buchenwald, gran costruttore di aerei, gaullista della prima ora e deputato all’Assemblea nazionale.

 

XAVIER NIEL

L’erede, il figlio Serge, ha seguito le sue orme; deceduto nel 2018, l’azienda che fattura una quarantina di miliardi è passata in mano ai discendenti diretti (“la famille, toujours la famille”). In politica i Dassault pendono verso il centro-destra anche se gli eredi del generale si sono dispersi in molti rivoli. Intanto s’è fatto largo a suon di miliardi Vincent Bolloré: controlla Vivendi, ha acquisito i libri di Hachette in mano a Lagardère, anche se è stato costretto a vendere la sua Editis che ha passato a Kretínský, possiede anche il maggior settimanale, Paris Match, e il Journal du dimance che esce solo la domenica, ma ha una certa influenza.

 

 

LE FIGARO

Senza contare la radio Europe1 e il canale televisivo CNews chiamato il Fox francese. Un universo mediatico possente orientato verso una nuova destra, non meno dura, ma meno à l’ancienne di quella lepenista. L’operazione Zemmour non è riuscita, il progetto resta. L’informazione televisiva è divisa tra il primo canale TF1 in mano al costruttore Bouygues, governativo da sempre, i due canali pubblici France 2 e France 3 orientati a sinistra con varie sfumature, France 5 decisamente gauchiste e M6 nazional-popolare. L’icona della gauche, Liberation, fondata nel 1973 da Jean-Paul Sartre, dopo essere stata salvata nel 2006 da Édouard Étienne Alphonse de Rothschild, nel 2014 è stata ripescata dal fallimento da Patrick Drahi, imprenditore francese-israeliano di origini marocchine che ha sfondato nelle telecomunicazioni con Altice, società via cavo quotata alla Borsa di Amsterdam.

 

Drahi è cittadino francese, portoghese e israeliano, vive in Svizzera, è diventato il maggior azionista di British Telecom. In Francia possiede anche il settimanale L’Express. La stampa locale è forse ancor più influente di quella nazionale che poi è in realtà parigina. Il quotidiano più diffuso con oltre 600 mila copie è Ouest France: con sede a Rennes, copre dalla Bretagna alla Loira, la sua impostazione potremmo definirla liberal-europeista. La Dépêche du Midi (Tolosa) è sempre stata di centro-sinistra, Sud Ouest (Bordeaux) di centro-destra, le testate del sud risentono della radicata presenza lepenista. Una miriade di giornali locali, tra i quali Nice Matin, è rimasta in mano al gruppo Hersant anche dopo che i suoi gioielli, come il Figaro, sono stati presi da Dassault.

 

XAVIER NIEL ILIAD FREE

Un quadro complicato, talvolta confuso, sempre in movimento, ancor più oggi che una grande trasformazione percorre la stampa e i mass media in generale. I protagonisti in ogni caso, anche in Francia, non sono più i “padron delle ferriere” vecchio stile, ma i padroni del digitale. Niel, del resto, subito dopo l’acquisizione del Monde ha annunciato che investirà 200 milioni di euro nell’intelligenza artificiale e nel sostegno alle startup. Ma come ha fatto un ragazzo di classe media, praticamente autodidatta, ad arrivare tanto in alto? Un sogno americano nella vecchia Francia?

 

In fondo tutto si deve a suo padre, non perché avesse aziende e proprietà da trasmettere, ma perché gli ha regalato un Sinclair ZX81 e lo ha fatto appassionare all’informatica. Era il 1982 e Xavier aveva appena quindici anni. Presto abbandona gli studi, si appassiona al Minitel (il servizio telematico francese), crea un sito di incontri a luci rosse: un successone, il ricavato lo investe in sexy shop e locali di spogliarello.

XAVIER NIEL

 

Finirà in prigione per sfruttamento della prostituzione, accusa poi caduta nel nulla al contrario di quella per uso improprio di beni societari (due anni e 250 mila euro di multa). Una dura lezione, intanto affina la sua passione informatica, fonda due società, Iliad e Free, ma soprattutto lavora a un progetto del tutto nuovo: una triplice connessione a internet, al telefono e alla tv. Nasce così la Freebox che lo renderà ricco. […]

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)