checco zalone gianni canova

IL ZALONE DEL LIBRO! - CHECCO A TORINO PRESENTA IL LIBRO CHE GIANNI CANOVA GLI HA DEDICATO, ''QUO CHI?'': ''NON COMPRATELO, NON NE VALE LA PENA, SEMBRA CHE SIA QUI A FARE UN MARCHETTONE E NEMMENO HO LA PROVVIGIONE SU STA CAGATA'' - DELIRIO DI PUBBLICO, IN DUEMILA RESTANO FUORI - VIDEO: IL SUO INTERVENTO - VIDEO: CANTA E SUONA AL PIANOFORTE

VIDEO DA ''REPUBBLICA'': ZALONE AL SALONE DEL LIBRO

 

 

 

 

 

 

1- «CHECCO COME GRAMSCI» IL LATO NASCOSTO DEL POP

Daniele Dell' Orco per ''Libero Quotidiano''

 

Che in un evento all' interno del Salone del Libro di Torino la parola «libro» venga nominata un paio di volte in tutto dovrebbe risultare quantomeno sospetto.

Che per seguire un tale evento si crei una coda lunga un centinaio di metri con più della metà delle persone rimaste fuori causa scarsa capienza della sala (un migliaio di posti) dovrebbe dirla altrettanto lunga sulla tipologia di pubblico attratto dal Salone stesso.

fila per checco zalone al salone del librofila per checco zalone al salone del libro

 

Eppure, quando c' è di mezzo Checco Zalone tutto ciò diventa normale. Nel primo pomeriggio di ieri il comico barese ha partecipato alla conferenza L' Italia vista dalla Puglia. Nuove visioni cinematografiche organizzata dalla regione meridionale, ospite della 29esima edizione della kermesse.

 

Nel tentativo di dare la «sua» versione dell' Italia vista dalla Puglia il comico e musicista avrebbe dovuto presentare il suo lato nascosto, quello di colto e brillante laureato in giurisprudenza, che grazie alla sua ironia ha scomodato sociologi e antropologi. Ad accompagnarlo c' erano il presidente del Salone Ernesto Ferrero, il Governatore della Puglia Michele Emiliano, il regista dei suoi film campioni d' incassi Gennaro Nunziante, l' organizzatore culturale Paolo Verri e lo scrittore Gianni Canova.

 

Per la verità proprio il libro di Canova, Quo chi? (Sagoma editore, pp. 144, euro 15) dedicato al checcozalonismo, all' inizio dell' incontro è stato nominato, a suo modo, dallo stesso Zalone: «Gianni Canova è un critico che stimo tantissimo, ma non acquistate questo libro perché non ne vale assolutamente la pena, e io non ho manco una provvigione su 'sta cagata. No, perché se no poi sembra un marchettone».

checco zalone valsecchichecco zalone valsecchi

 

E, come fenomeno un approfondimento lo merita, ma nulla che non possa essere racchiuso «nel concetto gramsciano di nazional-popolare», dicono qui i critici. Conferma il direttore Ferrero «Per creare il suo personaggio ci vuole una grande cultura e una grande intelligenza», ma se nei Quaderni dal carcere Gramsci intendeva lamentare la mancanza in Italia di una cultura in grado di unire popolo e intellettuali, Zalone in realtà tende a popolarizzare anche quel poco di intellettuale che questo paese sarebbe in grado di vantare, tipo il Salone del Libro.

 

Tra un' improvvisata al pianoforte e una parentesi sulla sua rocambolesca ascesa («Non più di 7 o 8 anni fa gli autori di Zelig mi strapparono un assegno da 3mila euro per permettermi di viaggiare da Bari a Milano. Mi sentii ricco», ha confessato) Zalone ha avuto modo di rispondere ad una appassionata signora che dalla platea gli chiedeva se il suo fare sornione, volgare, terra-terra, disimpegnato e disincantato non rischi di diventare un cattivo esempio per i giovani con un diretto: «E perché mai? Nei miei film non uccido, non stupro, non spaccio. Ce ne fossero di esempi...».

 

Velato, magari involontario, il riferimento alle recenti polemiche che hanno seguito l' uscita delle prime due puntate di Gomorra 2, con il pericolo sollevato da più parti che le nuove generazioni possano innalzare ad eroi i boss camorristi.

 

checco zalone salone del librochecco zalone salone del libro

Checco questo desiderio di emulazione non lo teme affatto, anche se, per quanto il testo di Canova possa provare indorare il concetto, è palese che la sua comicità riesca a riscuotere successo per il fatto di mostrare un modello non da imitare poiché positivo, ma poiché conveniente. La possibilità di riconoscersi in uno stereotipo reale a cui comunque Zalone attinge, convince gli spettatori che non sia poi così necessario tentare di migliorarsi visto che, di fronte a uno come Zalone, non si è poi così male.

 

Se di libri che lo ritraggono in questa veste ce ne sono svariati, i panni del narratore lui li ha vestiti solo saltuariamente (le uniche due pubblicazioni, Se non avrei fatto il cantante e Cado dalle nubi risalgono al 2006 e al 2009) non solo e non tanto perché il prodotto libro male si abbina al suo tipo di umorismo, ma anche perché il suo è uno spettacolo puramente televisivo (o, per i nuovi Zalone, youtuberiano).

 

Eppure, in una delle manifestazioni culturali più importanti d' Italia, il barese ha attirato tutto il pubblico possibile, spingendo gli organizzatori a puntare praticamente solo su di lui per animare il programma del venerdì. Uno spettacolo non-culturale nel tempio della cultura.

 

 

2. FAN, GAG E BOCCONI AVVELENATI ZALONE SFIDA I MALI DEL MONDO

Elisabetta Rosaspina per il ''Corriere della Sera''

 

checco zalone salone del libro   checco zalone salone del libro

Se cercava ispirazione per il suo prossimo film, Checco Zalone, al Salone del Libro, l' ha trovata. No, non fra gli stand dei libri. Quanto fra i seicento spettatori, meglio, i fortunati spettatori, che sono riusciti dopo quasi due ore di coda, a infilarsi nell' aula magna del Lingotto, la Sala Gialla, da 600 posti, dove il giorno prima (forse con inferiore schieramento delle forze dell' ordine) aveva parlato l' ex presidente Giorgio Napolitano.

 

Si ride, con il pugliese dalla battuta pronta, che imita il suo concittadino Nichi Vendola, sfotte bonariamente Al Bano Carrisi, inanella battute sui baresi, incluso se stesso. Tutta pubblicità per il Tacco d' Italia. Ma è lui che ride ancora di più quando il microfono passa al pubblico e fioccano le prime domande di giovanissimi fan emozionati: «Ciao Checco - si alza Andrea, un volontario del Salone, prescelto dal comico come "quello con la barbetta" - io so che ti sei laureato in giurisprudenza all' Aldo Moro di Bari…». Zalone, fulmineo: «Sì, anche io lo so».

 

Andrea, impassibile: «Perché non hai deciso di andare avanti per quella strada?».

checco zalone michele emiliano salone del librochecco zalone michele emiliano salone del libro

Il divo si fa serio: «Avevo fatto un provino a Milano, allo Zelig, proprio mentre stavo per andare a fare pratica in uno studio legale. Ma Gino e Michele mi hanno proposto un contratto. Andavo avanti e indietro in treno fra Bari e Milano, chiedendo i soldi per il biglietto a mio nonno, finché al cabaret non mi hanno staccato un assegno da 3 o 4 mila euro. Per me, 8 anni fa, erano tantissimi. Iniziava un' avventura. Ma, certo, il sogno potrebbe finire e io potrei andare a fare l' avvocato».

 

Il microfono viaggia in sala: «Checco, volevo sapere se recentemente farai un nuovo film e se io posso farmi una foto con te» osa un ragazzo. L' interpellato esplode in una risata: «Sì, in passato la faremo!». Sotto un altro: «Tu che parli delle cose che vanno e che non vanno, oltre che di Finanza e Carabinieri, come stai messo con Equitalia?» lancia la sfida un giovanotto. «Come te con la dizione - non cade dalle nubi Zalone -. Io odio la dizione, la voce troppo impostata. Ma tu sì, un po' dovesti studiarla».

 

Un adolescente: «Quando ha scelto la vita d' attore, i suoi genitori come hanno reagito?». Checco sorride: «Non mi hanno ostacolato, ma certo non prevedevano un successo così deflagrante. I giornalisti bussano alla loro porta, mentre mia madre ha da cucinare». E la tua vita, come è cambiata con il successo?, indaga un altro: «Ho tantissimi amici in più, tantissimi debitori in più, tantissimi parenti in più - riflette, cerca una metafora efficace -. Ditemi il nome di una ragazza bellissima!». Dalla platea risuonano vari nomi: Belen! Bianca Balti! «Ecco la Balti! Adesso, me la darebbe. Con il successo è così».

 

checco zalone gianni canovachecco zalone gianni canova

Si alza una fanciulla: «Parlo a nome delle duemila persone là fuori che non sono riuscite a entrare: hai mai pensato che tutto questo è un po' troppo per te? Hai mai pensato di abbandonare il cinema?». «Ma se ho solo 30 anni! Ho fatto appena quattro film - trasecola lui -. Fammi fare un po' di reddito, no?».

 

Implacabili, i suoi fan: «Ci canti una canzone?» prega per tutti una ragazza. Checco annaspa o finge, visto che sul palco c' è, guarda caso, proprio un pianoforte: «Senza cachet non riesco. Datemi almeno qualcosa in nero» implora, ma è già alla tastiera a intonare Angela , dalla colonna sonora del suo primo film, Cado dalle nubi . Il pubblico alza le mani, non in segno di resa, ma per cercare un' inquadratura libera nella selva di iPhone sollevati a filmare l' esibizione.

 

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Tocca agli adulti: «Io faccio l' attrice - esordisce una voce femminile -, e vorrei un tuo consiglio: sai quanto è difficile farsi vedere, ottenere un provino, entrare nel giro?». Zalone si smarca: «Rispondi tu, Pietro» passa la palla al suo produttore, Valsecchi. Che inizia a spiegare come la fortuna baci soltanto cinque aspiranti attrici su mille. Ma lei non ci sta a rimanere fra le altre 995: «Checco, facciamo un film assieme?».

 

Come se lui non avesse già mangiato la foglia: «Ah, tutto 'sto casino era per arrivare a questo? È un mondo difficile, quello delle attrici: determinate, vogliono farcela a qualunque costo. Leonardo Pieraccioni mi aveva detto: non metterti mai con un' attrice. Io ho seguito il suo consiglio e mi sono trovato bene. Lui no».

 

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È la volta di una signora dai capelli bianchi, non meno tenace: «I suoi film denunciano le cose che non vanno, giusto? Lo sa che a Torino c' è chi mette bocconi avvelenati per i cani? Perché non fa un film anche su questo?». Zalone allarga le braccia, smarrito: «Proprio un film no perché, vede, i mali del mondo sono così tanti… Signora, lei ha ragione - cerca di calmarne la protesta -, però con tutte le difficoltà che funestano le nostre esistenze… Beh, va bene, raccolgo la sua proposta», si arrende.

 

 Un' altra spettatrice vuol sapere se non ritiene che i personaggi dei suoi film, meno colti e sensibili del loro interprete, possano essere un cattivo esempio per la gioventù. «Checco non uccide, non stupra, non va a mignotte. Quindi, ben venga l' emulazione!» esclama lui, fra gli applausi.

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checco zalone  con eleonora giovanardichecco zalone con eleonora giovanardi

Doveva essere la presentazione del libro che gli ha dedicato il critico cinematografico Gianni Canova, Quo chi? Di cosa ridiamo quando ridiamo di Checco Zalone? (Sagoma Editore). Ma lui non è riuscito a stare compassato neanche in quel momento: «Non comprate il libro, non ne vale la pena, sembra che sia qui a fare un marchettone e nemmeno ho la provvigione».

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