ospedale avezzano le iene

E MENO MALE CHE L'ABRUZZO ERA REGIONE GIALLA! - L'OSPEDALE DI AVEZZANO AL CENTRO DI UN SERVIZIO DELLE ''IENE'' PER LA SITUAZIONE D'EMERGENZA. PARLA L'ASSESSORE COMUNALE ALLA SANITÀ APPENA NOMINATO, MARIA TERESA COLIZZA, CHE HA TROVATO UN OSPEDALE IN GINOCCHIO DOPO ANNI DI TAGLI: ''IN ESTATE NESSUNO HA POTENZIATO LA TERAPIA INTENSIVA. QUESTO POSTO ERA UN PRESIDIO, ORA MANCANO LETTI E MEDICI. E GLI ALTRI OSPEDALI DELLA REGIONE DEVONO ATTIVARE I REPARTI COVID

Roberta Galeotti per https://www.ilcapoluogo.it/

 

ospedale di avezzano

Avezzano protagonista in tv con il suo ospedale, piegato dal Covid 19. Prima Quarta Repubblica, il Tg5, poi Le Iene.

L’osservazione breve intensiva trasformata in reparto Covid, mentre i pazienti attendono un posto in tenda o dentro le ambulanze. “Ora tutti conoscono l’ospedale di Avezzano, prima invisibile per tutti: quando, cioè, si doveva fare qualcosa in previsione della seconda ondata”. Così l’assessore Maria Teressa Colizza, dottoressa di professione, intervistata in esclusiva dal Capoluogo.

 

Impossibile restare indifferenti davanti al dramma dell’ospedale di Avezzano.

Un’emergenza nell’emergenza, finita alla ribalta nazionale. I due casi di decesso avvenuti fuori dalle pareti del San Filippo e Nicola, dove trovare un posto sembra ormai quasi impossibile, hanno riscosso un’incredibile eco mediatica. Seguita dai focolai in reparto e, poi, dai pazienti che si ritrovano a urinare nei bidoni. L’arrivo delle telecamere e la ribalta nazionale.

 

ospedale avezzano le iene

Non resta indifferente il neo assessore alle Politiche Sanitarie e all’Emergenza Covid, Maria Teresa Colizza, che, all’indomani del suo nuovo incarico da assessore tecnico del neo eletto sindaco, si è ritrovata di fronte un ospedale in ginocchio, che negli anni dei tagli alla sanità aveva perso tante cose, ma che oggi rischia di perdere anche tutta la credibilità duramente guadagnata negli anni.

 

Lunedì scorso Quarto Grado, ieri sera Le Iene. Dopo anni in cui ha ricoperto il ruolo di Direttrice Sanitaria della Asl aquilana, che effetto fa vedere l’ospedale in tv, per motivi non certo lusinghieri?

«È tremendo. Il servizio trasmesso dalla Iene ha espresso crudamente la situazione drammatica che stiamo vivendo. Un dramma che si concretizza su due livelli. C’è l’informazione istituzionale che va avanti a suon di rassicurazioni, che cerca di tranquillizzare gli animi della gente. Si sostiene che il sistema sanitario regga l’attuale emergenza, si parla di nuove assunzioni e si chiede, infine, di lasciare spazio e parola a chi ha specifiche competenze, chiedendo ai vari sindaci di smettere di fare terrorismo. Dall’altra parte fanno eco i programmi tv nazionali».

 

MARIA TERESA COLIZZA

Quali sono le conseguenze di questa situazione?

«Gli effetti di tutto questo si ripercuotono in primis sulla popolazione, che si ritrova inevitabilmente disorientata. Quello che si è visto in televisione, del resto, non corrisponde alle informazioni ufficiali che arrivano dall’azienda sanitaria. Scene inaccettabili, che da sole bastano ad annullare i sacrifici che tanti medici hanno affrontato per anni e anni di attività. Ricordo che l’ospedale di Avezzano, per molto tempo, ha costituito un presidio ospedaliero attrattivo, soprattutto per le elevate professionalità che vanta“.

 

La gente, adesso e nei prossimi anni, penserà due volte prima di tornare a fidarsi dell’ospedale di Avezzano?

«Non è mia intenzione giudicare, sentenziare o lanciare accuse. Riconosco, tuttavia, che molte Asl hanno previsto con tempo un piano emergenziale, considerato, con ampio anticipo, l’arrivo della seconda ondata da Covid 19. Ovviamente era impossibile prevedere dove il virus sarebbe tornato con maggiore forza; era invece possibile preparare le strutture sanitarie per questa seconda ondata. È diritto di tutti avere un ospedale sicuro. Per sicurezza, in questo caso specifico, ovviamente, si intende sia quella dei pazienti che quella del personale. Facendo, ad esempio, interventi strutturali per separare quantomeno i percorsi di sporco e pulito. Ad Avezzano ci sono i posti di Rianimazione, ma non c’è la Terapia Intensiva, che andava assolutamente prevista ed organizzata durante l’estate»

 

Ci sono le possibilità per intervenire ora?

OSPEDALE DI AVEZZANO

«Difficile prevedere, in questo momento emergenziale e con la struttura al collasso, interventi strutturali per l’ospedale. Del resto, il pronto soccorso è assediato…Qualcuno, poi, sull’argomento precisa che determinati interventi non si sarebbero potuti fare prima a causa dell’assenza di risorse economiche, da parte della Regione e del Governo centrale. Mi chiedo: non si sarebbe potuto intervenire comunque, per poi successivamente chiedere i rimborsi per gli interventi eseguiti?»

 

Acclarata la situazione grave al Pronto Soccorso di Avezzano, cosa si può dire, invece, dei Reparti?

 

«Al terzo piano dell’ospedale c’è Medicina Covid. Ho provato a evidenziare che ci sono oggettivi limiti strutturali, con conseguente impossibilità di consentire le dovute separazioni nel mezzo di un’epidemia ad alto rischio di contagio. Basti pensare che ci sono stanze di 4 posti, ma prive di servizi igienici. Di fronte a questo reparto c’è l’Unità di Geriatria, in cui diversi sono i pazienti contagiati.

OSPEDALE DI AVEZZANO

 

Sono 130 gli operatori positivi fino ad ora. Un pericolo enorme per tutti i pazienti. Si mette a repentaglio il diritto alla salute dei pazienti non Covid. Proprio per questo motivo – sottolinea l’assessore Colizza – abbiamo fatto richiesta di un ospedale da campo, con organizzazione militare a supporto. Intanto sono state avviate trattative nel tentativo di spostare i pazienti Covid, in condizioni cliniche non gravi, in strutture private».

 

In merito al tema delle Terapie Intensive, ci sarebbe stato il sufficiente personale addetto?

«La sospensione dell’attività operatoria ordinaria, consente di attingere in parte agli anestesisti dai reparti. Il problema principale, però, è che deve esserci una rete a livello regionale. Pescara ha 40 posti letto, fino alla settimana scorsa ne aveva attivati solo 23, adesso bisogna dotare l’ospedale del personale necessario ad attivare tutti posti. È naturale che, in corrispondenza all’aumento dei numeri dei casi, tutti gli ospedali devono rispondere, attivando le terapie intensive Covid, anche dove non ci sono».

 

Da medico, perché ritiene che nelle altre province d’Abruzzo la situazione sembra essere maggiormente sotto controllo?

«Non è facile rispondere. Un’impennata simile non era prevedibile, l’unica cosa prevedibile e prevista era la seconda ondata. Di certo i focolai scoppiati sul nostro territorio non hanno aiutato. Ad Avezzano, soprattutto, alla Rsa Don Orione si sono contagiate 100 persone in una sola volta».

 

E i pazienti non Covid?

OSPEDALE DI AVEZZANO

«C’è panico generale, soprattutto dopo la messa in onda di questi servizi tv sull’ospedale di Avezzano. Un chirurgo, proprio questa mattina, mi ha raccontato che un suo paziente vascolare lo ha chiamato per sapere se l’ospedale fosse aperto. L’attività intramoenia specialistica, infatti, è stata sospesa, così come quella ambulatoriale. Sono rimaste attive ematologia ed oncologia. Scene come quelle mostrate a Le Iene, sicuramente, inducono i pazienti a recarsi altrove, è inevitabile. Sono profondamente amareggiata che tutto questo non renda giustizia al grandissimo lavoro dei nostri medici e di tutto il personale che ogni giorno lotta contro l’emergenza».

 

Intanto i sindaci marsicani hanno chiesto a gran voce il Commissariamento della Asl1. Cosa sta succedendo sul fronte amministrativo?

«Attualmente è stato chiesto l’affiancamento, con un esperto che possa orientare le scelte… Personalmente non immagino che efficacia possa avere questa proposta avanzata dai sindaci. È fondamentale interagire tra amministratori, enti, professionisti e dirigenti. Dobbiamo conoscere il piano sanitario, quali soluzioni l’Azienda sta valutando. Perché i numeri dei contagi continuano ad essere altissimi (oggi 705 ndr). Serve una Cabina di Regia che parta dalla Regione, per programmare interventi e lavori a medio e lungo termine e capire, finalmente, in che direzione andare».

 

OSPEDALE DI AVEZZANO

Prima che sia troppo tardi.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....