muccino incendi los angeles

“UNO SCENARIO APOCALITTICO, SEMBRA UN CASTIGO DIVINO. ASSIEME A TRUMP È ARRIVATO ANCHE IL DIES IRAE” - IL REGISTA GABRIELE MUCCINO E GLI INCENDI A LOS ANGELES: “I VENTI SPINGONO, SE LE FIAMME SCAVALCANO LA COLLINA DI HOLLYWOOD E ENTRANO NELLA VALLEY, SONO A RISCHIO VENTI MILIONI DI ABITANTI. È UNA COSA MOSTRUOSA, LÌ LE CASE SONO TUTTE VICINE FRA LORO, SCATOLE DI FIAMMIFERI, CHE POSSONO ESPLODERE UNA DIETRO L’ALTRA. I MILIARDARI NON HANNO PROBLEMI, I POVERI HANNO PERSO OGNI COSA. E ORA RISCHIA ANCHE DI SALTARE TUTTO, COMPRESA LA CERIMONIA DEGLI OSCAR…”

Fulvia Caprara per lastampa.it - Estratti

 

gabriele muccino foto di bacco

Da ore Gabriele Muccino osserva le immagini degli incendi a Los Angeles, ipnotizzato da quello «scenario apocalittico», con le fiamme che si allungano sulla collina, mordendo le lettere della scritta più celebre del mondo:

 

«Conosco benissimo Los Angeles e, per questo, so che continuerà a bruciare tantissimo. Se succede che l’incendio scavalchi la collina di Hollywood ed entri nella Valley, sono a rischio venti milioni di abitanti. È una cosa mostruosa, lì si estende una città immensa, dove le case sono tutte vicine fra loro, scatole di fiammiferi, che possono esplodere una dietro l’altra, provocando una serie di detonazioni impossibili da bloccare».

incendio los angeles 6

 

È in contatto con qualcuno che abita nella zona?

«Sì, e conosco tanta gente che ha già perso la casa, Tom Hanks, per esempio, che ora è andato via, e poi altri amici e amiche. Stavo cercando di mettermi in contatto con loro, per avere notizie. In uno degli ultimi messaggi che ho ricevuto c’era scritto solo “non ho più niente”. È devastante».

 

 

Come può essere accaduto, i meccanismi di protezione non sono sufficienti?

«Sulle colline ci sono dei rompitratta, ma, evidentemente, le fiamme sono talmente grandi e alte da averli oltrepassati. Sono solchi arati, larghi circa sei metri, senza alcuna vegetazione, creati proprio per spezzare il cammino degli incendi ed evitare che si propaghino da un’altura all’altra».

 

Dove abitava a Los Angeles?

la villa di paris hilton a los angeles distrutta dagli incendi

«A Brentwood, Mandeville Canyon, in una casa che, già una volta, ha rischiato di bruciare e che credo, a questo punto, sia ampiamente andata, perché, stavolta, la situazione è diversa… Le fiamme hanno superato la vegetazione, attaccando direttamente le case, che sono scatole di legno, fatte di compensato, e quindi prendono fuoco in un attimo. Il problema grosso è questo, in condizioni del genere non si sa nemmeno da dove iniziare a spegnere. È come assistere a un’apocalisse. Assieme a Trump è arrivato anche il “Dies irae”».

 

I danni sono incalcolabili. Che cosa ha pensato?

«Mi è venuto in mente il terremoto di San Francisco, nel 1906, e gli incendi che ne seguirono. Anche allora non rimase nulla, la città fu ricostruita da zero, ma era molto più piccola di Los Angeles».

 

Il fatto che tutto questo stia accadendo a Hollywood, la fabbrica dei sogni, colpisce fortemente l’immaginario.

incendio los angeles 2

«Sì, è una cosa enorme. Si tratta di zone che tutti noi, anche chi non ci è mai stato, ha l’impressione di conoscere. Sembra che su quel luogo di dannati, perché in fondo, diciamocelo, Los Angeles lo è, si sia abbattuto una specie di castigo di Dio, come una delle piaghe d’Egitto».

 

Finora si è pensato soprattutto alle ville favolose delle star, finite in cenere, come quella di Charlize Theron. Poi, però, ci sono anche le case dei poveri.

«In quella zona si concentrano le persone più ricche del mondo, i beni, le abitazioni lussuose… i residenti di Malibu e dintorni sono in gran parte miliardari, non avranno problemi quando dovranno ricostruirsi la casa. Il guaio è che lì si muore ovunque, a Hollywood, ma anche a West Hollywood, dove vivono quelli senza una lira, nei ghetti. E lì un incendio come questo rappresenta davvero la fine di tutto».

 

Ha notizie di persone che hanno cercato di fuggire?

incendio los angeles 1

«Sì, certo, l’unica cosa da fare era buttare in auto in fretta e furia le cose necessarie e mettersi in moto, appena si è cominciata a vedere da lontano la nuvola nera che si ingrandiva… ma so anche che chi ha cercato di scappare in macchina, ha trovato, sulla Pacific Highway, una coda talmente lunga e immobile che, a un certo punto, l’unica via di salvezza è stata lanciarsi sulla spiaggia e tuffarsi in mare.

 

Ho visto barche di salvataggio schierate per recuperare le persone in acqua. Il mare, a quel punto, diventa la zona più sicura, ma, quando le ceneri sono così fitte, così compatte, finisce che si muore comunque soffocati, perché non c’è più la possibilità di respirare. Ed è una morte terribile».

 

Come potrebbe fermarsi tutto?

incendio a los angeles 9

«Dipende dai venti. Devono rallentare. In undici anni di vita lì, non avevo mai visto quella zona battuta da venti così forti, così potenti. C’è una combinazione particolare, i venti spingono, le fiamme assaltano le case e vanno avanti velocissime, perché sono una accanto all’altra, separate da giardinetti molto piccoli».

 

(…)

 

Tra le tante notizie è arrivata quella dello spostamento dell’annuncio delle cinquine dei prossimi Oscar, e si prevede anche un probabile spostamento della cerimonia fissata per il 3 marzo. Che ne dice?

«Secondo me potrebbe saltare tutto. Gli uffici delle grandi produzioni hollywoodiane sono in gran parte a Santa Monica, che è stata colpitissima. Nelle prossime 48 ore capiremo meglio che cosa succederà».

gabriele muccino

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO