trump netanyahu gaza

NETANYAHU FA LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE SULLA PELLE DEI PALESTINESI - DALL'INIZIO DEL CONFLITTO A GAZA SONO MORTE 55 MILA PERSONE, E CONTINUERÀ COSÌ FINO ALLE PROSSIME ELEZIONI IN ISRAELE - FINCHÉ C'E' GUERRA C'E' SPERANZA PER BIBI CHE, CON L'AIUTO DI TRUMP, POTREBBE A FIRMARE GLI ACCORDI DI ABRAMO CON L'ARABIA SAUDITA E GARANTIRSI LA RIELEZIONE - A GAZA CONTINUA LA MATTANZA: "ACCAPARRARSI DEL CIBO È UNA ROULETTE RUSSA: SE NON TI SPARANO E SEI FORTUNATO, VINCI 25 CHILI DI FARINA O UN PACCO DI CIBO. SE TI VA MALE MUORI"

1 - GAZA SENZA TREGUA NETANYAHU AL BIVIO 

Estratto dell'articolo di Davide Frattini per il "Corriere della Sera"

 

BENJAMIN NETANYAHU AL MURO DEL PIANTO PREGA PER TRUMP DOPO L ATTACCO AMERICANO ALL IRAN

Da quello che diventerà il grattacielo più alto di Tel Aviv il presidente americano potrebbe guardare verso il basso, verso le casette dai tetti rossi costruite dai «templari» tedeschi e adesso trasformate in centro divertimenti, tra ristoranti e negozi. 

 

O almeno il suo cognome, che già designa nel mondo altre torri di vetro e acciaio. La scritta Trump sarebbe visibile da lontano, di sicuro dal cubo bianco della Kirya, il Pentagono israeliano, dove Benjamin Netanyahu incontra lo stato maggiore e il ministro della Difesa. 

 

Il nuovo Medio Oriente Il primo ministro non ha bisogno delle lettere illuminate giorno e notte per ricordarsi a chi deve l’operazione più importante in questi 12 giorni di guerra contro l’Iran, il raid dei B-2 statunitensi per sganciare le super-bombe sul sito nucleare di Fordow. Sa che l’amico Donald gli chiederà in cambio qualche concessione, sa quanto tenga all’intesa con l’Arabia Saudita per completare gli accordi di Abramo che ha negoziato durante il primo mandato. 

 

benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale

Anche Bibi sembra disposto ad aprire le trattative che disegnerebbero quel Nuovo Medio Oriente di cui il premier vagheggia da un paio d’anni: i massacri del 7 ottobre 2023 hanno riportato vicino a casa il suo sguardo verso orizzonti lontani, i terroristi palestinesi hanno assaltato i villaggi e le cittadine al confine con Gaza.

 

Dove la guerra va avanti: l’offensiva di Tsahal è ripresa più intensa dallo scorso marzo, sette soldati sono stati uccisi nella notte tra martedì e mercoledì. È il numero più alto di caduti in un solo giorno da quando il cessate il fuoco è collassato: i miliziani hanno agganciato l’esplosivo al blindato per il trasporto truppe. 

 

donald trump benjamin netanyahu foto lapresse2

L’attacco è avvenuto a Khan Younis, la cittadina dov’è nato e cresciuto Yahya Sinwar, il boss di Hamas che ha pianificato gli assalti nell’autunno del 2023 ed è stato eliminato lo scorso ottobre. L’esercito è entrato e rientrato tra i palazzotti mal intonacati ormai ridotti in macerie: la nuova invasione in primavera è ripartita dal nord dei 363 chilometri quadrati. Questa volta — aveva annunciato Netanyahu — l’obiettivo è quello di mantenere il controllo «su gran parte del territorio». 

 

Di fatto i palestinesi — più di 55 mila uccisi dall’inizio del conflitto — sono stati ammassati verso Rafah, al confine con l’Egitto. Da lì chi riesce si muove per raggiungere i centri di distribuzione per gli aiuti, che il governo a Gerusalemme ha voluto affidare a un’organizzazione americana escludendo le Nazioni Unite. 

video su gaza strip in trip creato con ai - netanyahu e trump

 

Ogni giorno emergono da Gaza le immagini della folla che corre per ottenere un pasto, più volte i soldati hanno sparato sulle centinaia di persone «perché si sentivano minacciati» come dicono i portavoce. 

 

«Non capisco perché siamo ancora intrappolati a Gaza», si chiede Moshe Gafni, leader di un piccolo partito ultraortodosso che fa parte del governo. Come se lo chiedono i famigliari dei 50 ostaggi ancora tenuti nella Striscia, solo una ventina tra loro sarebbe in vita.

 

Da mesi protestano perché il premier riprenda i negoziati per arrivare a una tregua e al rilascio dei rapiti. Questo potrebbe chiedergli Trump: l’intesa per la normalizzazione con l’Arabia Saudita passa prima dal cessate il fuoco a Gaza e da lì al piano, almeno sulla carta, per la creazione di uno Stato palestinese. 

 

bombardamenti israeliani a gaza - 1

Fonti nel governo a Gerusalemme — scrive il quotidiano Haaretz — confermano che dopo lo scontro con Teheran si aprono nuove possibilità per i negoziati con Hamas. Che non cambia le richieste: lo stop ai combattimenti non può essere temporaneo, il conflitto deve finire. Netanyahu ha promesso agli oltranzisti di mantenere l’occupazione della Striscia, dove i coloni messianici vogliono ricostruire gli insediamenti evacuati nel 2005.

 

Le elezioni sono previste nell’autunno dell’anno prossimo e per ora — secondo i sondaggi — la coalizione perderebbe la maggioranza. Bibi potrebbe convincersi che il patto storico con Riad gli garantirebbe di ottenere i voti per restare al potere anche perdendo gli alleati ultrà. 

 

2 - LA TRAPPOLA INFERNALE DEGLI AIUTI IN UN MESE 400 MORTI PER IL CIBO 

Estratto dell'articolo di Francesca Caferri per "la Repubblica"

 

donald trump benjamin netanyahu foto lapresse6

Un operatore umanitario che parla da Gaza la racconta così: «È una roulette russa: sei disperato e vai ai centri di distribuzione di aiuti. Se non ti sparano e sei fortunato, vinci 25 chili di farina o un pacco di cibo. Se ti va male muori». 

 

Ieri è andata male a 33 persone, uccise mentre erano in fila in uno dei cinque centri (quattro operativi, uno in costruzione) che da un mese a questa parte sono l'unico punto di distribuzione di cibo nella Striscia. In questo periodo, secondo le Nazioni Unite, più di 400 sono morte nella stessa maniera.

bombardamenti israeliani a gaza - 2

 

La maggior parte mentre era fuori dai centri di distribuzione, altri mentre aspettavano i pochi camion di farina con cui il World food program (Wfp) cerca di tenere aperte le panetterie di Gaza. 

 

Da un mese – è il parere di diversi operatori umanitari con cui Repubblica ha parlato per questo articolo: la maggior parte ci ha chiesto di restare anonima per non perdere l'accesso– il cibo a Gaza è un'arma di guerra. Dopo averlo sospeso per 12 settimane, in concomitanza con la fine della tregua con Hamas a marzo, Israele consente oggi l'accesso a quantità di aiuti minime: il risultato è che la popolazione è sull'orlo della fame e si accalca disperata ogni volta che si prospetta l'arrivo di un camion o apre uno dei centri di distribuzione attivi nella Striscia. 

bombardamento israeliano a khan younis

 

La maggior parte delle morti sono avvenute proprio in prossimità di queste strutture: a gestirle non sono le Nazioni Unite, né le organizzazioni umanitarie internazionali o le ong specializzate. Tutte hanno rifiutato di collaborare con la Gaza humanitarian foundation (Ghf), gruppo creato ad hoc da veterani americani in collaborazione con Israele. A tutti loro era stato chiesto di sottostare al modello Ghf: centri di distribuzione sorvegliati dai militari, quasi tutti concentrati nel sud, ad apertura limitata. «È un modo per far spostare la popolazione», sintetizza un funzionario Onu.  [...]

donald trump

 

I morti sono iniziati dal giorno dell'inaugurazione del nuovo sistema, in un crescendo che ha avuto picchi di decine di vittime in giornate come l'11 e il 17 giugno. Lo schema di queste stragi, secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, è sempre lo stesso: si aprono i cancelli o arriva un camion, accorrono migliaia di persone, partono gli spari per disperderle. Queste ricostruzioni sono confermate anche dai portavoce dell'esercito israeliano, che a più riprese hanno ammesso che sono stati sparati «colpi di avvertimento per disperdere la folla». 

 

bombardamenti israeliani sulla striscia di gaza il giorno di pasqua

«I centri sono in prossimità di basi militari. Per raggiungerli la gente deve percorrere chilometri a piedi.  Si trovano in aree di combattimento, dove si corre il rischio di essere attaccati. Dal punto di vista architettonico sembrano costruiti per incoraggiare il panico nei beneficiari e facilitare una risposta violenta al panico stesso», sostiene in uno studio appena pubblicato per l'università di Harvard il professor Yakoov Garb, che insegna Sociologia ambientale alla Ben Gurion University qui in Israele.  [...]

bombardamenti israeliani a khan younis 1

 

Nonostante che in queste settimane le voci critiche si siano moltiplicate, il modello Ghf si rafforza: ieri la Reuters ha svelato che il governo americano ha approvato un finanziamento di 30 milioni di dollari alla Ghf. Fondi inseriti nella categoria "direttive prioritarie" che consente di saltare i controlli a cui normalmente devono essere sottoposti i beneficiari di stanziamenti governativi. [...]

bombardamento su gaza 8bombardamenti sulla striscia di gaza 9 ottobre 2023

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)