xi jinping malato

OCCHIO, IL POTERE DI XI JINPING SCRICCHIOLA – DA PECHINO ARRIVANO STRANI SEGNALI: IL PRESIDENTE CINESE HA FATTO PERDERE LE PROPRIE TRACCE PER BEN DUE SETTIMANE E PER DUE VOLTE DI SEGUITO, FRA MAGGIO E LUGLIO. E A INIZIO GIUGNO, PER TRE GIORNI, I MEDIA DI REGIME NON HANNO MAI CITATO IL LORO LEADER – LE RECENTI PURGHE AI VERTICI DELL’ESERCITO SONO STATE “ANOMALE”: SONO STATI FATTI FUORI GENERALI CONSIDERATI “FEDELISSIMI” DEL PRESIDENTE – FUBINI: “TUTTI QUESTI INDIZI NON BASTANO A DECRETARE LA FINE O IL DECLINO DEL POTERE DI XI, MA SONO ABBASTANZA PER SOSPETTARE CHE LE PROLUNGATE DIFFICOLTÀ DELL’ECONOMIA E GLI ESITI CONTRADDITTORI DEI NEGOZIATI SUI DAZI CON TRUMP STIANO PRODUCENDO UN INDEBOLIMENTO DEL LEADER…

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per la  newsletter Whatever it takes – pubblicato da  www.corriere.it –  

 

XI JINPING

Un paio di mesi fa, a Pechino, era sparito Gao Shanwen, l’economista cinese che aveva definito falsi i dati economici del suo Paese. No, la crescita effettiva non sarebbe al 5% dichiarato dal governo – aveva detto Gao – ma sarebbe di poco sopra al 2%. E no, la disoccupazione giovanile non sarebbe al pur elevato 17%, ma intorno al 40%. Così Gao era sparito, e lo resta.

 

È passato poco tempo, ma non immaginavo che il prossimo cinese la cui scomparsa avrei raccontato avrebbe portato il nome di Xi Jinping.

 

Lui, sì: il segretario del partito comunista, il presidente della Repubblica popolare e presidente della Commissione militare centrale, giunto a un terzo mandato senza precedenti dai tempi di Mao Zedong. È sparito, all’età di 72 anni. Poi, chiaro, è riapparso. Ma non è normale che Xi faccia perdere le proprie tracce per ben due settimane e per due volte di seguito, fra maggio e luglio.

 

xi jinping e la crisi dell economia cinese

È anche la prima volta dal 2012 che Xi rinuncia al vertice annuale dei Bric: in Brasile, una settimana fa, non c’era. Ancora meno normale è che per ben tre giorni di seguito – fra il due e il cinque di giugno scorsi – il Quotidiano del Popolo e l’agenzia ufficiale Xinhua abbiano evitato di citare in qualunque modo il leader del Paese.

 

Curioso poi è il brusco calo – notato dagli osservatori – dei riferimenti al «Pensiero di Xi Jinping» quale principio-guida del partito nelle comunicazioni del Consiglio di Stato e del ministero degli Esteri. Cosa sta accadendo attorno al leader più potente della prima economia del mondo (in volumi di produzione) dai tempi di Deng Xiaoping?

 

Nessuno, dall’esterno, può saperlo. Non è affatto probabile che Xi Jinping stia per cadere come Mikhail Gorbaciov cadde nell’agosto del 1991. Ma qualcosa sta succedendo. Vediamo.

 

I generali scomparsi

XI JINPING CON I SOLDATI CINESI

Le sparizioni improvvise delle figure di vertice a Pechino sono l’equivalente cinese delle cadute «accidentali» dalle finestre dei manager in Russia. Uno dei gli ultimi casi notevoli è stato quello di Qin Gang, ministro degli Esteri fino a meno di due anni fa e prima ancora ambasciatore cinese a Washington. Sembra che la sua colpa fosse l’essersi legato in un rapporto con una donna cinese non pienamente approvata dal partito, quando egli viveva negli Stati Uniti. Le ultime voci lo danno come riemerso di recente nei panni di funzionario della biblioteca centrale del partito, a Pechino.

 

Ma quel che sta accadendo a Xi Jinping e ai vertici dell’esercito, di cui egli in teoria è il capo assoluto, appartiene a una categoria diversa. Perché negli ultimi mesi e con crescente intensità fra la tarda primavera e l’estate si sono concentrati molti eventi inusuali.

 

XI JINPING LI QIANG - CONGRESSO NAZIONALE DEL POPOLO A PECHINO

- Nell’esercito varie figure di vertice considerate storicamente molto vicine a Xi Jinping sono state oggetto di una serie di purghe.

- Lo stesso leader ha fatto perdere le proprie tracce in pubblico prima fra il 21 maggio e il 5 giugno e poi fra il 24 giugno e il 7 luglio.

- Al vertice dei Brics in Brasile, un gruppo di leader dei Paesi emergenti che Xi in persona ha sempre curato molto, per la prima volta il leader cinese ha rinunciato a presentarsi citando «sovrapposizioni nell’agenda» (al suo posto ha mandato il premier Li Qiang).

- Infine, come nota il canale indiano News 18 (che opera in collaborazione con la CNN), per tre lunghi giorni durante la scomparsa di Xi a inizio giugno i media ufficiali di partito non hanno minimamente citato il loro leader.

 

UNIONE EUROPEA E CINA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Strano, no? Quattro indizi non bastano a decretare la fine o il declino del potere di Xi, giunto ormai a metà del suo terzo mandato e in teoria rieleggibile a oltranza. Ma sono abbastanza per sospettare che le prolungate difficoltà dell’economia e gli esiti contraddittori dei negoziati sui dazi con gli Stati Uniti di Donald Trump stiano producendo – forse per la prima volta – un indebolimento di Xi.

 

Le purghe ai vertici del potere in Cina sono continue e Xi Jinping per primo vi ha fatto ricorso per asserire il proprio potere. Anche questa volta la scelta di esautorare e punire certi generali potrebbe essere sua, eppure riguarda dei fedelissimi che Xi stesso aveva voluto in quelle posizioni.

 

Di recente un analista cinese per l’Australian Broadcasting Corporation (un equivalente australiano della Bbc) ha osservato che dall’11 marzo non è più apparso in pubblico il generale He Weidong, il secondo militare più in alto nell’esercito e co-vicepresidente della potente Commissione militare centrale. Quanto al suo pari grado Xu Qiliang, è morto ufficialmente il due giugno scorso all’età relativamente giovanile di 75 anni, in circostanze mai precisamente spiegate. La sua dipartita si è consumata negli stessi giorni durante i quali il Quotidiano del Popolo e Xinhua avevano smesso di parlare di Xi.

 

xi jinping e donald trump - illustrazione the economist

Chi erano quei due generali? In He Weidong e Xu Qiliang, Xi Jinping sembrava aver trovato due uomini di fiducia per consolidare il proprio controllo sull’esercito.

 

Prima ancora le purghe nell’esercito negli ultimi mesi avevano riguardato il capo dello staff della Marina Li Hanjun, l’ex generale di punta Liu Shipeng (poi al vertice della China National Nuclear Corporation) e un altro generale e membro della Commissione militare centrale di nome Miao Hua. Anche il generale Lin Xiangyang, capo del comando del quadrante orientale è saltato di recente.

 

[...]

 

XI JINPING DA GIOVANE

Ma un’altra possibilità è che a far saltare quei generali da sempre vicini al leader sia stato l’uomo che – con lui o forse oggi sopra di lui – è l’uomo più potente della Cina: Zhang Youxia (foto sotto con Vladimir Putin)

 

Chi è Zhang? Per Xi è il compagno di una vita; il generale più in alto in grado nel partito, che nel 2022 ha contribuito in maniera decisiva alla sua rielezione per la terza volta. Ma Zhang Youxia è anche il nemico più intimo di Xi. C’è un video che mostra (minuto quattro) come in un importante plenum di partito quest’anno Zhang Youxia dà le spalle e non si prende neanche il disturbo di salutare Xi Jinping, quando invece un anno prima gli si rivolgeva ossequiosamente e gli rendeva omaggio.

 

Zhang Youxia è il massimo comandante militare del partito ed è vicepresidente (secondo solo a Xi) della Commissione militare centrale. Il padre di Xi e quello di Zhang hanno combattuto insieme nella rivoluzione a fianco di Mao; è quindi estremamente probabile che i due – che sono quasi coetanei – si conoscano dall’infanzia. Ma ora Zhang controlla fra le altre leve di potere anche l’ufficio che garantisce la sicurezza personale di Xi Jinping, in qualche misura facendo del capo del partito un suo potenziale ostaggio.

 

putin trump xi jinping

Le purghe nell’esercito potrebbero essere state avviate da Xi contro Zhang o da Zhang contro Xi. Di certo esse denotano instabilità al vertice a Pechino, un indebolimento e una messa in discussione del potere incontrastato del segretario.

 

Non è passato inosservato che durante l’assenza di Xi in maggio-giugno si è tenuto un evento del Consiglio di Stato che – fatto inedito – non ha fatto alcun riferimento a Xi.

 

Perché tutto questo ci riguarda? Abbiamo già raccontato le difficoltà e le contraddizioni dell’economia cinese, del tutto squilibrata verso la produzione per l’export ma incapace di sostenere i consumi interni e l’occupazione giovanile. Di qui, anche, l’aggressione mercantilista all’Europa e all’Italia (ricordata sul «Corriere»).

 

XI JINPING - CONGRESSO NAZIONALE DEL POPOLO A PECHINO

Ora l’inasprirsi delle tensioni commerciali, con Donald Trump, non fa che complicare il quadro. Su questo sfondo non sorprende che al vertice del partito e dello Stato si rimetta di discussione la leadership di Xi: si è dimostrato incapace di riequilibrare l’economia, sostenere il reddito delle famiglie, rimuovere le macerie della terribile bolla immobiliare esplosa ormai da anni.

 

Altre fazioni a Pechino vorranno regolare i conti con lui, non ultimi i riformisti moderati sostenitori dell’ex presidente Hu Jintao dallo stesso Xi umiliato pubblicamente nel 2022.

 

Vuol dire che Xi Jinping sta per perdere ufficialmente il potere? È probabile di no, resta un animale politico con nove vite. Ma sarà bene osservare le prossime curve.

XI JINPING DA GIOVANExi jinping incontra i grandi imprenditori cinesixi jinping donald trump XI JINPING DA GIOVANE

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO