paolo gentiloni giorgia meloni

“SUL PATTO DI STABILITÀ IL TEMPO NON È ILLIMITATO” – PAOLO GENTILONI RIBADISCE IL CONCETTO PER I DURI D'ORECCHI: “SE SI RAGGIUNGE UN ACCORDO, CI SARÀ UNA FASE DI ASSESTAMENTO, ALTRIMENTI TORNANO IN VIGORE LE REGOLE PRECEDENTI” – GIORGIA MELONI SPERAVA DI USARE LA LEVA DEL MES PER TRATTARE REGOLE PIÙ MORBIDE, MA LA GERMANIA FA MURO. IL DILEMMA DELLA DUCETTA: PORTARE A CASA MODIFICHE MIGLIORATIVE, MA NON PERFETTE, O FAR SALTARE TUTTO E TROVARSI LE VECCHE NORME SUL DEFICIT, CHE RISCHIANO DI FAR SALTARE I CONTI ITALIANI?

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

meloni gentiloni

La riforma del Patto di Stabilità sta prendendo una piega che non piace affatto al governo italiano, ma ieri il commissario Paolo Gentiloni ha lanciato un messaggio che è suonato come un avvertimento: «Se si raggiunge un accordo sulle nuove regole di bilancio, ci sarà una fase di assestamento tra la fase attuale e quella successiva. Se invece non si raggiunge un accordo sulle nuove regole allora tornano in vigore quelle precedenti. E il tempo non è illimitato».

 

paolo gentiloni giancarlo giorgetti

A margine dell'Eurogruppo, il commissario all'Economia si è intrattenuto per alcuni minuti a parlare con il ministro Giancarlo Giorgetti, che durante l'Ecofin di oggi esprimerà i suoi dubbi sull'ultima proposta di compromesso presentata dalla presidenza spagnola. Il motivo è semplice: non va incontro alle richieste italiane sul fronte degli incentivi agli investimenti.

 

Ma Roma si trova di fronte a un dilemma: meglio portare a casa una riforma non perfetta oppure farla saltare e tenersi il vecchio quadro normativo? Al Tesoro sembra farsi strada questa seconda ipotesi.

 

[…] Una cosa è certa: all'Ecofin di oggi non ci sarà un accordo […]. La […] distanza emersa tra i governi ha provocato uno slittamento. Oggi ci sarà soltanto una nuova "landing zone", vale a dire una proposta di compromesso per cercare un'intesa almeno sui princìpi cardine della riforma. Francia e Germania hanno mostrato segnali di apertura, anche se restano da definire i parametri per il taglio del deficit e del debito.

giorgia meloni ursula von der leyen

 

E la Spagna non può ignorare i dubbi italiani. Nella migliore delle ipotesi, quindi, il testo del regolamento sarà presentato all'Ecofin dell'8 dicembre, dopodiché potrebbe essere necessario convocare ulteriori riunioni straordinarie per chiudere l'accordo.

 

Qualora gli ostacoli politici dovessero rivelarsi insormontabili, la partita potrebbe finire sul tavolo dei leader al Consiglio europeo del 14-15 dicembre. In ogni caso, dopo il via libera tra i governi bisognerà negoziare il testo con il Parlamento europeo. L'iter andrà completato imperativamente entro le Europee, diversamente – come ha avvertito Gentiloni – si torna alle vecchie regole.

 

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

Il negoziato si basa sulla proposta avanzata dalla Commissione, che prevede piani di aggiustamento quadriennali, negoziati bilateralmente con i singoli governi, e con la possibilità di estendere il periodo a sette anni in cambio di riforme e investimenti.

 

L'esecutivo europeo punta […] a superare l'attuale sistema, basato su criteri comuni per tutti, con uno più disegnato su misura per i singoli Stati. Un'altra novità importante è l'utilizzo della spesa primaria netta come parametro per misurare gli aggiustamenti, accantonando il contestato deficit strutturale, vale a dire il disavanzo calcolato al netto del ciclo economico e delle misure una tantum.

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ

[…] Nella prima "landing zone" spagnola, presentata alla fine di settembre, veniva introdotta una "golden rule", anche se limitata. I governi avrebbero avuto la possibilità di dedurre dai propri limiti di spesa gli investimenti del Pnrr e il co-finanziamento dei fondi Ue. Nell'ultima versione, visionata da "La Stampa", non c'è più nulla di tutto questo.

 

Gli investimenti del Pnrr possono essere usati soltanto come motivazione per poter ottenere il prolungamento dei piani da quattro a sette anni, mentre le spese per la Difesa possono essere rivendicate come "fattore rilevante" da tenere in considerazione in caso di apertura di una procedura.

giorgia meloni paolo gentiloni

 

La Germania ha chiesto e ottenuto che, nel disegnare i piani di aggiustamento "personalizzati", ci sia una misura di salvaguardia per garantire un taglio minimo annuale del debito. L'entità deve essere ancora definita (Berlino chiede l'1%, ma è ancora tutta da negoziare) e la Francia preme affinché la riduzione sia "media" e non annuale.

 

giorgia meloni al g20 di new delhi - alle spalle paolo gentiloni

La questione è ancora controversa, ma l'importante sarà garantire una traiettoria discendente del debito nel percorso di aggiustamento, che si estenderà su un periodo di dieci anni. In ogni caso ci sarà una clausola di "non differimento" (no-backloading) che imporrà di spalmare gli sforzi fiscali lungo tutto l'arco temporale per evitare di concentrarli negli ultimi anni. Questa clausola non dovrebbe applicarsi, in via transitoria, per le spese del Pnrr nel 2025 e 2026.

 

[…] Resta la richiesta di assicurare un aggiustamento strutturale dello 0,5% in caso di sforamento del tetto del 3% del deficit. Ma c'è un'ulteriore salvaguardia "di resilienza" che imporrà di mantenere il deficit ben al di sotto della soglia massima consentita, con un margine di sicurezza che però deve essere ancora quantificato.

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)