donald trump e pete hegseth

TRUMP HA UN PROBLEMA: NON PUO’ FIDARSI NEANCHE DEI SUOI LECCAPIEDI – IL PASTICCIO SULLO “STOP AND GO” ALLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA IMBARAZZA IL TYCOON. LA CNN HA RIVELATO CHE LA DECISIONE DI BLOCCARE I MISSILI ERA STATA PRESA DAL SEGRETARIO ALLA DIFESA, PETE HEGSETH, SENZA AVVERTIRE “THE DONALD” – INCALZATO DAI GIORNALISTI, IL “COATTO DELLA CASA BIANCA” HA BALBETTATO: “LO SAPREI, SE VENISSE PRESA UNA DECISIONE, LO SAPREI. SAREI IL PRIMO A SAPERLO” – LA FAIDA INTERNA TRA “ISOLAZIONISTI” E PRO-UCRAINA NELLA PANCIA DEL PENTAGONO…

Estratto dell’articolo di Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"

 

donald trump e pete hegseth

«Per me la lealtà è la cosa più importante. Più di tutto: più dell’intelligenza, più della determinazione, più dell’energia».

 

Chi lavora per Donald Trump può o non può aver letto tutto il suo libro Think BIG and Kick Ass in Business and Life («Pensa in grande e prendi tutti a calci in culo, nel business e nella vita») ma questa citazione è ben presente davanti ai loro occhi: l’unico peccato capitale è la mancanza di lealtà verso il capo.

 

Per questo il ministro della Difesa Pete Hegseth (era un mezzobusto di Fox News) nei rari briefing con i media esordisce con vigorosi elogi alla leadership presidenziale, e durante la conferenza per illustrare le modalità dell’attacco all’Iran si mise, in modo irrituale, a insultare i singoli giornalisti che secondo lui non avevano correttamente elogiato Trump.

 

STRETTA DI MANO TRA ZELENSKY E TRUMP AL VERTICE NATO DELL'AJA

E così quando la scorsa settimana il Pentagono ha interrotto la consegna all’Ucraina di alcuni tipi di missili e munizioni per la difesa aerea, citando preoccupazioni circa l’esaurimento delle scorte militari statunitensi, la Casa Bianca aveva confermato la decisione.

 

Ma l’altro ieri ecco il cambiamento di rotta: nuova dichiarazione del Pentagono, che ha spiegato che avrebbe inviato «ulteriori armi difensive all’Ucraina per garantire che gli ucraini possano difendersi» […]

 

E ieri, durante una delle estemporanee conferenze stampa in streaming che ha preso recentemente l’abitudine di fare, Trump ha dichiarato ai giornalisti di non aver pensato a chi, all’interno della sua amministrazione, avesse ordinato la sospensione delle spedizioni di munizioni all’Ucraina.

 

donald trump e pete hegseth

Quando gli è stato chiesto chi avesse approvato la sospensione delle spedizioni di armi; ha risposto: «Non lo so. Perché non me lo dite voi?».

 

All’obiezione, naturale, se magari non fosse riuscito lui ad appurare la cosa, ha risposto che non era una questione prioritaria: «Beh, non ci ho pensato. Perché in questo momento stiamo considerando l’Ucraina e le munizioni. Ma... no, non ne ho parlato».

 

Incalzato sul tema, su cosa significhi per la sua amministrazione il fatto che una decisione così importante possa essere stata magari presa a sua insaputa, ha risposto così: «Lo saprei. Se venisse presa una decisione, lo saprei. Sarei il primo a saperlo. Anzi, molto probabilmente, darei l’ordine. Ma non l’ho ancora fatto».

 

DISARMANTE E DISARMATO - TRUMP E ZELENSKY - VIGNETTA BY GIANNELLI

[…]

 

L’unica cosa chiara è che Trump è uscito con abilità notevole (quando i democratici smetteranno di considerarlo un clown riusciranno finalmente a contrastarlo) da una situazione molto spinosa, una possibile faida interna tra isolazionisti e pro-Ucraina nella pancia del Pentagono senza gettare la croce addosso a nessuno dei suoi: eppure, prima Cnn e poi Politico avevano indicato ieri che l’ordine di interrompere le forniture all’Ucraina era sì stato approvato dal ministro della Difesa Hegseth, ma la raccomandazione era del suo sottosegretario Elbridge Colby, per il quale la priorità è notoriamente l’Asia e predica la presa di distanze dalle questioni europee tra le quali l’Ucraina.

 

Colby, alleato del vicepresidente JD Vance, avrebbe sì giustificato la decisione con il pericolo di esaurire le scorte statunitensi già intaccate dalle forniture a Israele, ma la scelta di ripartire con il flusso di missili intercettori Patriot e altre armi antiaeree è arrivata già quando venerdì scorso Trump aveva rassicurato telefonicamente Zelensky.

 

[…]

 

DONALD TRUMP - JD VANCE - PETE HEGSETH

E lo stesso Trump che il 28 febbraio insieme con Vance aveva umiliato Zelensky alla Casa Bianca è quello che ora — dopo dieci anni di complimenti — dice scegliendo accuratamente la parola giusta per ottenere eco mediatica mondiale che da Putin arrivano solo «stronzate» e che «gli ucraini sono stati coraggiosi, ma abbiamo fornito loro il miglior equipaggiamento mai prodotto... abbiamo fornito loro missili, i più recenti e potenti.

 

Sono stati in grado di abbattere molti bersagli.

Gli ucraini, che pensiate o meno che sia ingiusto che abbiamo dato tutti quei soldi, sono stati molto coraggiosi, perché qualcuno doveva pur far funzionare quella roba. E molte persone che conosco non l’avrebbero fatto, non avrebbero avuto il coraggio di farlo».

 

Elbridge Colby

D’altronde, sono appena state pubblicate delle registrazioni audio, presumibilmente della campagna del 2024, durante una cena con i finanziatori, in cui Trump affermava di aver avvertito Putin che avrebbe «bombardato Mosca, facendovi un mazzo così» se la Russia avesse invaso l’Ucraina.

DONALD TRUMP CON VOLODYMYR ZELENSKY - VERTICE NATO - L'AJA

ELBRIDGE COLBY

DONALD TRUMP E PETE HEGSETH - PROGETTO DELLO SCUDO MISSILISTICO GOLDEN DOME

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO