UNO SKIANTO AL CUORE – LA MORTE A 59 ANNI DI ROBERTO “FREAK” ANTONI, UN GRANDE MUSICISTA CHE LANCIO’ IL PUNK ALL’ITALIANA E IL ROCK DEMENZIALE OTTENENDO IN CAMBIO “35 ANNI DI GRANDI INSUCCESSI”

Da www.repubblica.it

"Se non altro la malattia mi ha fatto smettere con la droga", scherzava un anno fa Freak Antoni. L'eccesso, l'eroina, la provocazione, sono stati la cifra stilistica di una vita sempre vissuta di corsa, ma anche sempre con grande autoconsapevolezza e ironia. Del resto, è stato il primo vero punk italiano.

Quando nel 1977 nacquero gli Skiantos, furono qualcosa a cui il pubblico nostrano non era preparato, troppo semplicistico derubricarli a band demenziale. Nel '79, in un concerto al PalaDozza rimasto nella storia, salirono sul palco senza suonare, e si misero a cucinare spaghetti. Mentre gli spettatori, infuriati, gli lanciavano di tutto, Freak Antoni rispondeva con l'ormai celebre frase: "Questa è avanguardia, pubblico di merda".

Gli Skiantos erano quelli che lanciavano ortaggi sulla platea, che confessavano il proprio amore per le "sbarbine" prima che tutto ciò venisse sdoganato dalle alte cariche del governo, ma anche quelli che già 20 anni fa dicevano fosse inutile pretendere qualcosa "da un paese che ha la forma di una scarpa" o che gridavano "Brucia le banche, bruciane tante".

E Freak Antoni ne era il bardo e cantore, un simbolo del rock italiano, ma che ha sempre conservato la convinzione di meritare di più di quel che poi il mercato discografico ha riservato a questi "35 anni di grandi insuccessi", come li definiva lui. "Di questi anni ricordo grande sbattimento, la voglia di pretendere più considerazione da pubblico e critica, e una grande fatica per nuotare controcorrente", confidava dopo il suo ultimo concerto con la band, a maggio 2012 a Bologna. Da quel giorno Freak aveva iniziato una nuova sfida musicale, un progetto solista assieme alla pianista Alessandra Mostacci.

In curriculum anche nove libri, come il suo manifesto "Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti"; e la partecipazione a film, come "Paz!" e "Jack Frusciante è uscito dal gruppo". Sulla sua vita hanno scritto anche un fumetto, "Freak". Di lui, nella storia di Bologna e del rock italiano, resterà un ricordo indelebile, di una delle ultime rockstar di casa nostra capaci nello stesso tempo di fare ridere, riflettere e cantare.


2. LE FRASI PIÙ BELLE DI ROBERTO "FREAK" ANTONI
Da www.repubblica.it

"Non c'è gusto in Italia a essere intelligenti (seguirà il dibattito)": Roberto "Freak" Antoni lo aveva intitolato così, il suo libro del 1991, e quelle pagine erano un'autentica miniera di aforismi nei quali il fondatore degli Skiantos rivelava il suo universo grottesco, che mescolava l'umorismo nero ad una sorta di via parallela al senso della vita, il "suo" senso della vita, verso su verso, battuta su battuta, senza ipocrisie, senza volgarità gratuite.

Con quel volume, Antoni inaugurava una nuova fase della propria carriera di scrittore, che aveva avviato dieci anni prima, come saggista, in "Stagioni del Rock Demenziale. Archeologia fantastica di modelli rock" (tra l'altro, Antoni si era laureato con una tesi sui Beatles, e la sua cultura musicale era immensa).

Sulla "poetica" dei suoi Skiantos, "Freak" spiegava: "Nelle nostre canzoni abbiamo sempre mescolato due livelli, quello alto, escatologico, di impegno politico, e quello basso, scatologico, gergale... Ma la poesia ci insegna che non ci sono parole proibite, è solo la retorica che le divide in auliche o di basso livello. Ed è proprio la retorica, intesa come atteggiamento di supponenza ed ipocrisia, che rende volgari le cose".

Ecco una piccola antologia di aforismi e battute che hanno reso celebre Roberto Freak Antoni, cantattore, musicista, agitatore culturale bolognese. Battute passate alla storia e spesso citate, ancora oggi, senza ricordarne la fonte. E magari pure storpiate. E allora, restituiamo a "Freak" Antoni quello che è di "Freak" Antoni. Anche perché, al di là dell'attitudine "demenziale" di quella filosofia, c'era ben altro spessore nelle sue massime. E tanta, insopprimibile, autoironia.
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La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.
Il sesso è peccato... farlo male.
Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare.
Toccatevi, perché l'amore è cieco.
A volte il fumo è molto meglio dell'arrosto.
Dio c'è ma ci odia!

Se uno si impegna, può stare male ovunque.
Fai bene a lasciarmi, anch'io fossi in me mi lascerei.
Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro, così sai da che parte spostarti.
Se sei muto ridi con gli occhi, se sei cieco ridi con la bocca. Se sei muto e cieco c'è ben poco da ridere.
Mangiate merda: miliardi di mosche non possono avere torto!
Se c'è una cosa che non sopporto è la presunzione di chi crede di essere
migliore di me.

 

 

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