2015, ODISSEA NELL’IGNAZIO – IN CASO DI COMMISSARIAMENTO DA PARTE DI RENZI, MARINO È PRONTO A SCATENARE UN VIETNAM DI RICORSI E SOSPENSIVE – L’USCITA SULLE TELEFONATE DI ALEMANNO È STATA UN AVVERTIMENTO AL PD NAZIONALE: IL SINDACO È CAPACE DI SPUTTANARE TUTTI

1.MI COMMISSARIANO? E IO RICORRO AL TAR

Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera - Roma”

ignazio marino  alla festa di selignazio marino alla festa di sel

 

«Ragazzi, la partita a poker non è ancora finita. E vedremo, alla fine, chi bluffa di più...». Lo dicono tutti, intorno a Marino. E il concetto dà l’idea dei rapporti — al di là delle smentite di ieri — tra sindaco e premier. Perché, come dice Marino, «lui è il sindaco d’Italia e io il sindaco di Roma: non sono in conflitto con lui e non credo che lui lo sia con me», ma che tra i due ci sia in atto una battaglia di posizione è innegabile.

 

Renzi finora ha giocato in attacco, criticando Marino, schierando i suoi, creando i presupposti per la crisi in Campidoglio, pensando forse che il sindaco avrebbe ceduto. Così, per ora, non è stato. E, nel «fortino» di palazzo Senatorio, Marino e i suoi studiano le contromosse. 

ignazio  marino  alla festa di selignazio marino alla festa di sel


La prima domenica sera, quando Marino ha parlato della telefonata con Alemanno sui posti nei Cda delle municipalizzate. Un modo, per il primo cittadino, di mandare un messaggio ai naviganti: «Ora parla della telefonata di Alemanno, domani magari parlerà di altre telefonate...», dice chi ci ha parlato. Cioè? «Il sindaco potrebbe parlare di certi contatti con autorevoli esponenti del Pd nazionale, che gli chiedevano di mettere Mirko Coratti (ora agli arresti, ndr ) come vicesindaco...».

 

Non è l’unico sassolino che Marino sarebbe pronto a togliersi dalle scarpe: «Abbiamo fatto tutto quello che ci ha chiesto il governo: piano di rientro, privatizzazioni, salario accessorio. Poi, quando ci serve aiuto per il Giubileo, ce lo negano?», si è sfogato coi suoi. Al secondo piano di palazzo Senatorio, raccontano di un chirurgo dem furioso con palazzo Chigi: «Ci hanno usato, sfruttato, poi lasciati soli».

IGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO

 

E anche la mossa di Matteo Orfini di far sospendere D’Ausilio e Ferrari e quella di Marino di far dimettere Luca Giansanti ha un significato molto evidente: «Noi interveniamo su persone che non sono neppure indagate, solo perché citate nelle carte di Mafia Capitale». Mentre proprio ieri, alla Camera, il Pd ha respinto tutte le mozioni di censura (di Cinque Stelle, Sel e Lega) contro Giuseppe Castiglione, Ncd, sottosegretario all’Agricoltura.

 

«Come faranno ora ad applicare due pesi e due misure?», si chiedono i mariniani. Non è finita. Se Renzi pensa di commissariarlo, per mafia o per «eccesso di corruzione», il sindaco ha già sondato i legali per fare il ricorso al Tar: «Tra sospensive e nuovi ricorsi non se ne uscirebbe più», ragionano sempre a palazzo Senatorio. E meno male che, tra Marino e Renzi, non c’è «alcun conflitto». 

IGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO


 

2. PD, LA STRATEGIA DELLE DIMISSIONI

Al.Cap. per il “Corriere della Sera - Roma”

 

Un (altro) giorno di dimissioni in Campidoglio: oltre a quelle dell’intero cda Palaexpo — con tutte le polemiche e le «ricostruzioni» che porta con sé — c’è il tentativo del sindaco di «confermare» l’assessore ai Trasporti, il dimissionario Guido Improta (o almeno trattenerlo, anche se lo stesso Improta sembra negare questa possibilità) ma, soprattutto, c’è la mossa del Pd che — mentre la Camera vota contro le mozioni di censura a Castiglione (Ncd) — il Pd in Campidoglio con il commissario Matteo Orfini va con successo in pressing sui consiglieri citati nelle carte di Mafia Capitale.

 

Così in serata arrivano le dimissioni da capogruppo di Luca Giansanti (lista Civica) e le autosospensioni di Francesco D’Ausilio (ex capogruppo) e di Alfredo Ferrari. L’intenzione del Pd è semplice, marcare le differenze con il governo. Poi Marino va alla festa di Sel e dice — altra differenza con le larghe intese di Palazzo Chigi — che «Stiamo governando con determinazione e con un esecutivo di sinistra». 

MATTEO 
ORFINI
MATTEO ORFINI


Poi, certo, Marino invita Renzi a fare una passeggiata ai Fori, dice di non sentirsi «in conflitto con nessuno, c’è una rappresentazione mediatica e basta, io e Renzi abbiamo il dovere di lavorare insieme per dare alla città decoro e sviluppo». Ma la giornata è, come al solito, un susseguirsi di scosse.

 
La principale arriva dal Pd, ed è chiara: «Ringrazio i consiglieri — scrive su Twitter Matteo Orfini — per l’apprezzabile senso di responsabilità dimostrato con il loro gesto». D’Ausilio spiega: «È un gesto non dovuto, perché non ho notizie di iniziative giudiziarie nei miei confronti e soprattutto perché non ho nulla da rimproverarmi». E Ferrari: «La decisione nasce dalla voglia di contribuire a ristabilire un clima di serenità, sia per Roma sia per i colleghi». 

MATTEO ORFINI AL KARAOKE DI RADIO ROCKMATTEO ORFINI AL KARAOKE DI RADIO ROCK


Tra i dimissionari, dalla giunta, c’è sicuramente Guido Improta: incontro di quasi tre ore con Marino. Al termine ecco Improta: «Ci sono dei nodi che vanno risolti e che rischiano altrimenti di danneggiare in maniera irreversibile l’amministrazione. Questo concretamente si traduce in quello che è stato detto ieri e cioè le decisioni verranno assunte nell’interesse della città al momento opportuno». E quindi le dimissioni, per il momento, possono attendere.

 

Marino aggiunge: «Non è questione di trattenere o non trattenere. Improta è uno degli elementi migliori della nostra squadra. Ci siamo concentrati sugli obiettivi e continuiamo a realizzarli insieme». Rimpasto? «In questi momento altri campioni non ne vedo». Bordata a Rutelli: «Un politico del secolo passato, io non commento la sua visione». Su Twitter, il fedelissimo di Rutelli (e renziano) Luciano Nobili reagisce: «Ci sono sindaci del secolo scorso dai quali sarebbe utile andare a lezione».

ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATIONORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

 

Marino, però, rilancia come ha già fatto dal palco della Festa dell’Unità: punta su ciò che è stato fatto e sulle cose da fare, perché «abbiamo chiesto sacrifici a Roma per saldare il debito, ora è il tempo di ricostruire e garantire i servizi». Venerdì in piazza Campidoglio, alle 18, sit in nato sui social network per «sostenere Marino».

 

La presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, non sembra però ottimista: «Se Marino arriva a Ferragosto da sindaco di Roma? Non lo so...». La pensa diversamente il sindaco di New York, Bill De Blasio: «II primato di Ignazio Marino nel fare pulizia di un sistema corrotto è ammirevole. Dobbiamo continuare a sostenere i leader che lottano contro la corruzione». 
 

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…