gabriel garko sanremo

“A 17 ANNI RECITAVO DA CANE”. E INVECE ADESSO? DA CAGNOLINO? – GABRIEL GARKO SI CONFESSA: "CI SONO ANCORA SPASIMANTI CHE ASSEDIANO LA MIA VILLA. UNA DICEVA DI ESSERE MARILYN MONROE. MINIGONNA E TETTE DI FUORI, UNA MATTA" – IL COMING OUT E IL CASO TARALLO: NON VOGLIO NOMINARLO, PERCHÉ È IN CORSO UN’INCHIESTA. NON SPUTO NEL PIATTO IN CUI HO MANGIATO. DICO SOLO CHE NEI PRIMI ANNI '90...” -  ZEFFIRELLI? AFFETTUOSO, MA FACEVA SFURIATE TERRIBILI"

Estratto dall’articolo di Emilia Costantini per il Corriere della Sera

 

gabriel garko foto di bacco

L’ultima fan invasata, convinta di poter diventare la sua nuova fidanzata, gli è capitata nei giorni scorsi.

«Diceva di essere Marilyn Monroe e si era piantata davanti a casa — racconta Gabriel Garko, che abita in una villa a Zagarolo, vicino Roma —. Minigonna, tacchi a spillo e tette di fuori, non voleva andarsene e una volta è riuscita persino a entrare dentro casa. Sono riuscito a farla uscire con le buone maniere, ma poi ho dovuto chiamare i carabinieri, perché un giorno mi si è addirittura buttata sotto le ruote dell’auto... una matta... era diventata pericolosa e non mollava!».

 

Le succede spesso di essere assediato dagli ammiratori?

«Purtroppo sì e, oltretutto, non è tanto facile scovare la mia abitazione... bisogna conoscere bene la zona e venirci apposta. Cerco di essere sempre disponibile con loro, ma c’è un limite a tutto, non posso accettare l’invasione della mia vita privata, diventare il bersaglio di gente invasata: è una privazione della libertà».

 

Il successo è una prigione dorata?

gabriel garko 1

«In passato l’ho vissuto come tale: una volta, vedendo la mia immagine sulla copertina di una rivista, mi sono addirittura spaventato. Ma ormai mi sento più libero. Oggi le persone sui social vendono la loro vita che è finta. Lo star system vende sogni e, se non sei molto equilibrato e la tua vita non è serena, si vive male, perché devi nascondere la tua vera identità interiore, cosa che ho fatto anche io per anni. Ho tante volte interpretato personaggi che non avevano nulla a che fare con me e il dover restare sempre nascosto non è facile. Il lavoro però mi ha fortificato».

GABRIEL GARKO NUDO

 

Talmente fortificato che a «Ballando con le stelle» si è rotto prima un braccio e poi una gamba...

Ride di cuore. «Sono un tipo atletico, ma ho sempre fatto un tipo di allenamento che non ha nulla a che vedere con la danza: i ballerini hanno un genere di muscolatura diversa dalla mia che, negli allungamenti, rischia di strapparsi... quello che è accaduto a me. Comunque comincio a stare meglio: il braccio sto iniziando a muoverlo e per quanto riguarda la gamba mi muovo ancora con le stampelle, ne avrò fino ad aprile...».

 

Finalmente libero e fortificato anche da quando ha fatto il coming out riguardo alla sua omosessualità?

«Preciso subito che non sono molto d’accordo col coming out: la vera normalità ci sarà quando non sarà più necessario doverlo fare. Innanzitutto, non è che tutti devono sapere i fatti tuoi, non è assolutamente giusto che una persona debba confessare pubblicamente la sua omosessualità solo perché la società impone che tutti devono essere eterosessuali. E se il mondo fosse al contrario? E se gli etero dovessero fare coming out?».

gabriel garko foto di bacco

 

Uno dei personaggi da lei interpretato con successo è stato proprio Rodolfo Valentino...

«Eh già... e all’epoca sua, l’ambiguità sessuale era un problema davvero serio. E pensare che è stato un’icona, il latin lover per eccellenza e, quando è morto, le donne si sono suicidate per lui...».

 

I suoi genitori l’hanno lasciata libero di dichiarare la sua verità?

«Assolutamente sì. Hanno sempre saputo la mia verità, erano molto evoluti, non erano bigotti, non mi hanno trasmesso dei tabù e sono sempre stati miei complici. Quindi credo che, se in una famiglia normale padre e madre dicessero ai figli che esistono l’uomo etero, quello gay, la donna lesbica, il trans... eccetera, tra vent’anni non ci sarebbero più problemi nel dichiararsi serenamente in un modo o nell’altro».

 

E lei, tempo fa, ha anche espresso il desiderio di diventare padre. Sarebbe d’accordo con la maternità surrogata, il cosiddetto «utero in affitto»?

gabriel garko foto di bacco (1)

«No, non vorrei mettere al mondo una nuova vita, semmai sarebbe bello adottare un bambino, per dagli la possibilità di una vita migliore e, per esempio, non capisco per quale motivo i single non possano assumere questo ruolo, oppure una famiglia arcobaleno. L’importante è che siano delle brave persone e che possano assicurare la giusta, dovuta dignità a un orfano. Però... aggiungo che, pur avendo pensato spesso a compiere questo passo, oggigiorno forse non mi sento più motivato a diventare padre: non mi piace la società in cui viviamo e detesto l’accanimento morboso che impazza sui social. Oggi più che mai, i giovani devono poter contare su una famiglia sana alle spalle, per difendersi dal mondo virtuale, dove tutti si sentono in diritto di giudicare tutti».

(...)

Una realtà che, quando lei lavorava col produttore Alberto Tarallo, doveva negare?

«Non voglio nominarlo, perché è in corso un’inchiesta. Posso solo dire che nei primi anni Novanta non si potevano pubblicamente dire certe cose sulla propria sfera privata».

 

Nessun bel ricordo degli anni in cui con la produzione Ares ha realizzato tanti progetti?

gabriel garko adua del vesco

«Lavorativamente parlando sono stati anni costruttivi, ma non posso tornare indietro e non so se, magari, avrei potuto fare anche altro, accettando altre proposte. Non sono abituato a sputare nel piatto dove ho mangiato e comunque ho lavorato al meglio delle mie possibilità. Oggi, cinquantenne, mi sento libero nelle mie scelte».

E pensare che ha iniziato la carriera a 17 anni diretto dal grande Dino Risi, nella miniserie-tv «Vita coi figli», a fianco di attori come Giancarlo Giannini, Monica Bellucci...

Tarallo, Losito, Garko, Clemente Mimun

«Avevo una particina, interpretavo il fidanzatino della figlia di Giannini ed ero terrorizzato. Ma Risi era un uomo molto paziente e mi ha insegnato come studiare bene la parte. Però, quando poi mi sono rivisto nel film, mi son detto: che cane che ero!». Però poi è stato diretto sul grande schermo da Franco Zeffirelli e, in teatro, persino da Luca Ronconi... «Due maestri eccelsi e oltretutto grazie a loro ho lavorato con attori sublimi».

gabriel garko, adua del vescovo e il produttore storico di garko, tarallo(2)

 

(…)

 

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