PARIGI NON HA DETTO TUTTA LA VERITÀ SULL’ARRESTO: CI SAREBBE UN SECONDO DOSSIER KAZAKO SU ABLYAZOV OLTRE A QUELLO UCRAINO

1 - IL SETTIMANALE OGGI: I FRANCESI SI SONO MOSSI ANCHE SU RICHIESTA DIRETTA DEI KAZAKI
anticipazione di "Oggi"


Secondo la rivista Oggi in edicola da domani, le autorità francesi non avrebbero detto tutto sull'arresto Mukhtar Ablyazov. Avendo preso visione di un documento confidenziale contenuto nel dossier delle forze di polizia di Parigi, il settimanale di Rcs sostiene che la richiesta di estradizione ucraina per il crack della banca Bta con cui è stato motivato l'arresto del 31 luglio a Cannes, non sarebbe l'unica posizione aperta in Francia contro il dissidente kazako.

Accanto al dossier ucraino, affidato a organi di polizia giudiziaria e reso ufficiale con l'arresto del ricercato, ce ne sarebbe infatti anche un secondo, seguito direttamente dai servizi segreti della Direction centrale du Renseignement Interieur su richiesta diretta delle autorità kazake, di cui però non è stata fatta menzione al momento del blitz.

«Dopo lo scandalo di Roma, il regime di Nazarbayev ha preferito rimanere defilato e mandare avanti gli amici ucraini», ha detto a Oggi Bruno Rebstock, avvocato di Ablyazov in Francia. «In realtà tutto fa parte di un unico piano. Prima l'Italia ha consegnato moglie e figlia al regime kazako. Adesso la Francia completa l'opera arrestando Ablyazov su richiesta dell'Ucraina. È tutto un pretesto. L'obiettivo finale è consegnare anche lui al Kazakhistan, al regime che in passato lo ha incarcerato e torturato. Faremo opposizione a tutti i tentativi di estradizione e prima di arrivare a una decisione definitiva ci vorrà più di un anno».

Il settimanale cita anche fonti vicine alla famiglia secondo cui notizie e dossier fotografici messi in circolazione in questi giorni su una presunta relazione tra Ablyazov e l'avvocatessa Olena Tischenko servono a creare uno scandalo sessuale per indebolire psicologicamente la moglie del dissidente Alma Shalabayeva, già in ostaggio con la figlia del regime di Nazarbayev.

2 - NIENTE SCONTI PER L'AMICO DI ABLYAZOV
CONFERMATA LA CONDANNA A SETTE ANNI
Francesco Semprini per "la Stampa"

E' stato emesso oggi il verdetto della Corte Suprema kazaka sul caso Vladimir Kozlov, il leader di «Alga», la formazione erede di «Scelta democratica», e partito di opposizione al presidente Nursultan Nazarbaev, accusato di aver tentato di «rovesciare il governo». Secondo la difesa, l'opposizione e alcune associazioni per i diritti umani, il suo è stato un processo politico montato dalle autorità governative per fare fuori un nemico scomodo incriminandolo di essere stato l'artefice della tragica vicenda di Zhanaozen.

Il campo petrolifero è stato teatro di uno sciopero prolungato in seguito a un'ondata di licenziamenti, sfociato in massacro il 16 dicembre 2011, giorno dell'Indipendenza kazaka. Gli scontri tra polizia e operai diventano sempre più violenti e le forze di sicurezza aprono il fuoco sui manifestanti, secondo le fonti governative muoiono 14 perone, ma l'opposizione denuncia almeno 70 vittime. Kozlov viene imputato di aver scatenato la rivolta e causato la morte degli stessi operai.

Il processo lo vede condannato a sette anni di reclusione, la difesa si è appellata Corte Suprema per una revisione del processo e il massimo organo giudiziario nazionale si è pronunciato oggi respingendo la richiesta e confermando la condanna. La moglie di Kozlan, Aliya Turusbekova, si è battuta con forza per ottenere il proscioglimento del marito e per questo, secondo quanto riferiscono fonti della dissidenza, è stata oggetto di una campagna di diffamazione nella quale è stata accusata di «perversione».

Ma anche di aver sposato il marito solo per la ricchezza accumulata grazie all'amicizia con Mokhtar Ablyazov, l'oligarca, nemico giurato di Nazarbayev, arrestato il 31 luglio in costa Azzurra per l'accusa di aver rubato fondi alla Bta, la banca kazaka di cui è stato timoniere prima della sua fuga in Europa. durante la breve udienza odierna, in molti hanno sollevato proteste dal momento che la traduzione dal kazako in russo degli atti e delle motivazioni presentate dalla pubblica accusa è stata solo parziale violando le procedure previste in processi di questo genere.
Turusbekova, dopo la decisione del giudice alla quale ha assistito una delegazione del M5s, in visita alla moglie di Ablyazov, Alma Shalabaieva, deportata ad Almaty dopo essere stata arresta dalle forze di polizia a Roma in un'operazione controversa, ha annunciato che farà ricorso all'Unione europea e alle autorità internazionali per i diritti umani.

 

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