AC-COSTA CROCIERE - DECRETO DEL GOVERNO ANTI-INCHINI: ADDIO PASSAGGI RADENTI ACCANTO A VENEZIA, GIGLIO, CAPRI - DALLE CARTE DEL PROCESSO: FOSCHI, AD DI COSTA, AMMETTE CHE DAL 2008 CI SONO STATI 700 INCHINI SOLO AL GIGLIO - IL GIALLO DEL PC SCOMPARSO: DOMNICA AVEVA PORTATO IL PORTATILE A SCHETTINO, PRIMA CHE LA NAVE AFFONDASSE. E A TERRA, NELLA SPAZZATURA, SONO STATI TROVATI RESTI DI UN PC FATTO A PEZZI - DURANTE LE MANOVRE SPERICOLATE, IL CAPITANO ERA SENZA OCCHIALI…

1- CLINI-PASSERA FIRMANO DECRETO ANTI-INCHINI
(ANSA)
- Firmato il decreto anti-inchini per le rotte sicure. A firmarlo i ministri dell'ambiente Corrado Clini e dello sviluppo economico Corrado Passera. Sarà vietato il passaggio alle navi a due miglia dai parchi. Al via norme su Venezia e santuario cetacei.

In particolare il provvedimento, dopo l'incidente della Concordia proprio all'imboccatura del porto dell'Isola del Giglio, prevede che le navi di grossa stazza navighino a due miglia dai confini delle aree marine protette. Per il Santuario dei cetacei vengono previste norme ad hoc per le navi cargo che dovranno fissare i carichi per evitare la loro perdita in mare. Per la Laguna di Venezia, i limiti partiranno al momento delle vie alternative.


2- COSTA E LE CARTE DELL'IMBARAZZO: 700 INCHINI AL GIGLIO
Dal "Corriere Fiorentino"

Oltre diecimila pagine per un'inchiesta che non finirà neppure dopo l'incidente probatorio. Sono gli atti che sono stati depositati dalla Procura in vista dell'apertura della scatola nera e contengono gli ultimi sviluppi sulle indagini del naufragio della Concordia. Il pool di magistrati - coordinato dal procuratore Francesco Verusio e composto da Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi - è intenzionato ad andare avanti: ecco perché agli atti compare, ad esempio, una mail che riguarda la Costa Allegra (la nave andata in panne alle Seychelles) che aveva avuto problemi di bordo lo scorso luglio.

L'INCHIESTA - L'impressione è che gli investigatori vogliano allargare il centro dell'indagine, puntando su Costa (come dimostrano gli ultimi avvisi di garanzia che hanno toccato i vertici della compagnia marittima). Se nelle ultime carte depositate non c'è traccia del verbale di Roberto Ferrarini e degli altri due manager dell'Unità di Crisi (probabilmente perché furono sentiti quando ancora non erano indagati), spunta invece ciò che dice il presidente di Costa Pierluigi Foschi.

700 INCHINI AL GIGLIO - «Dal 2008 a oggi ci sono stati oltre 700 passaggi delle navi Costa al Giglio - spiega Foschi - Non sapevo nulla della nave, perché mi trovavo all'estero. È il comandante che deve avvertire le autorità esterne». Il dg di Costa, Giovanni Onorato, dice ai magistrati di aver saputo dell'incidente «poco dopo le 22.24: mi chiamò Mario Palombo (l'ex comandante Costa, ndr) per dirmi: «Hai saputo della Concordia? Io non c'entro nulla. Ero a Grosseto» (...) Mi ricordo che Ferrarini mi disse che Schettino provò a concordare una versione: l'incidente era dovuto a causa del blackout».


3- SCHETTINO SPERICOLATO DALLE CARTE SPUNTA UN PRECEDENTE NEL 2010
IL GIALLO DEL COMPUTER: DISTRUTTO AL GIGLIO?
Grazia Longo per "La Stampa"

Spericolato nelle manovre, senza occhiali al momento dell'impatto contro lo scoglio e circondato dal mistero per un computer portatile fatto a pezzi.

Dalle 5.240 pagine di verbali e interrogatori sull'inchiesta del naufragio della Costa Concordia, emergono nuovi particolari sul comandante Francesco Schettino, agli arresti domiciliari a Meta di Sorrento. A partire proprio dal suo pc, quello che la bella moldava Domnica Cermotan gli portò prima che la nave affondasse. Che fine ha fatto quel computer? In un verbale della polizia postale si legge che «in diverse fotografie, il comandante è ritratto con una borsa multicolore rosso e violaceo recante la scritta Camaieu». Bene, dentro una borsa dello stesso genere un'operatrice ecologica di Grosseto ha trovato un computer smontato.

«Da una prima verifica del contenuto - scrive la polizia postale -, notavamo che c'erano numerosi componenti che facevano parte di un computer portatile, mancante di numerosi pezzi». Nel verbale viene minuziosamente elencato ogni pezzo repertato e gli investigatori stanno lavorando per capire se da quegli elementi, «compreso un microprocessore», si possa risalire all'eventuale proprietario del personal computer. Non è questa la prima volta, del resto, che s'inciampa sul rebus del pc del comandante Schettino. In un primo momento gli inquirenti avevano sospettato che fosse stato consegnato all'avvocato della Compagnia di navigazione, Cristina Porcelli.

Ma lei, interrogata nei giorni scorsi, ha spiegato agli inquirenti di non «sapere nulla del personal computer». E stavolta? Si deve accertare la provenienza degli elementi contenuti nella busta rinvenuta dall'operatrice ecologica, vicino a un «cassonetto della spazzatura nel parcheggio antistante l'agriturismo "La Fattoria Razza del Casalone" di Grosseto».

Dalle carte emerge, poi, un episodio, risalente al 4 giugno 2010, in cui il comandante Schettino venne ripreso per l'alta velocità sulla Costa Atlantica «durante l'ingresso nel porto di Warnemunde (Germania), manovrando a una velocità compresa tra 7,7 e 7,9 nodi, causando danni alla nave Aida Blu ormeggiata nel porto». La Costa gliene chiede conto per iscritto. Lui risponde di «non essere stato a conoscenza del limite di velocità e di non aver ricevuto notifica d'infrazione da parte delle autorità competenti». Sui danni all'altra nave obietta l'esistenza di «probabili concause dell'evento».

Considerazioni che, tuttavia, non convincono la Costa. In una lettera dell'11 ottobre 2010 - non è comunque un'azione disciplinare - gli viene contestato come «l'episodio si sarebbe potuto evitare con una maggiore attenzione e conoscenza dei documenti che regolamentano la navigazione». Le carte di navigazione: anche per il disastro al Giglio, Schettino sostiene di non aver avuto a disposizione quelle giuste con la segnalazione degli scogli. Mentre la Costa replica che toccava a lui portarle a bordo.

Nella lettera dell'ottobre 2010, Schettino viene, inoltre, invitato «ad utilizzare nelle comunicazioni modalità e toni conformi all'immagine pubblica che la nostra Compagnia vuole offrire, mentre lei, nella risposta al comandante dell'Aida ha usato toni inappropriati». E poi, c'è la storia degli occhiali. Nel verbale dell'interrogatorio l'ufficiale di guardia Ciro Ambrosio (indagato insieme ad altri cinque colleghi) rivela che «Schettino porta gli occhiali per stanchezza, ma in quel momento non li aveva perché li aveva lasciati nella cabina. Mi chiese spesso di impostare la scala radar perché non ci vedeva bene».

L'altro pomeriggio, intanto, l'ex infermiera della Costa, Valentina, è stata sentita dai carabinieri di Genova sulla presunta disinvoltura con sesso e droga a bordo. Le indagini proseguono.

 

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