papa francecso bergoglio vigano

RETROSCENA – PER FRONTEGGIARE IL FRONTE CURIALE CHE MIRA A ISOLARE BERGOGLIO, IL VISPO VIGANÒ CHIESE UNA LETTERA DI ENDORSEMENT PER FRANCESCO DA RATZINGER CHE ALL’INIZIO DECLINÒ L'INVITO, POI DAVANTI A TANTA OSTINAZIONE HA SPIEGATO PERCHÉ NON DESIDERAVA FARLO (E VIGANÒ SBIANCHETTÒ LE RIGHE ANTI BERGOGLIO) – AFFONDA ANCHE L'UNICA RIFORMA VERA DEL PAPA ANDATA IN PORTO, QUELLA DELLA COMUNICAZIONE, CHE HA CAUSATO TANTI NEMICI A VIGANÒ

1. QUEL PRESSING SU BENEDETTO PER UN APPOGGIO A BERGOGLIO

Franca Giansoldati per il Messaggero

 

BERGOGLIO RATZINGER

Dall'alto del colle vaticano, da dove è rotolata giù, imprevedibile e devastante, la lettera «riservata personale» a Viganò, ora al centro di un caso internazionale, filtra solo il grande dispiacere di Joseph Ratzinger, mite e obbediente di natura, per essere stato strumento inconsapevole di un corto circuito del sistema.

 

Il Papa emerito non avrebbe mai voluto che una sua missiva riservatissima perché contenente alcune considerazioni personali su alcuni teologi tedeschi, diventasse sfacciatamente planetaria, mettendolo in difficoltà e per di più quasi protagonista del più clamoroso caso di dimissioni richieste da ogni dove, da dentro e da fuori la Chiesa, per l'evidente danno di immagine inflitto al papato. 

 

BERGOGLIO RATZINGER - PASTICCIO LETTERE

DISAGIO Così come non avrebbe mai voluto trovarsi di nuovo al centro di chiacchiere inutili sulla bipartizione dei due Papi, una coabitazione singolarissima ma pacifica, da una parte il grande teologo in pensione e dall'altra il pontefice super attivo e capace nell'arte di governo. In realtà i rapporti tra i due pontefici da cinque anni in qua sono più semplici di quanto non si possa immaginare, e realmente fraterni, venati da affetto sincero anche se quest'incidente di percorso richiederà un po' di tempo per essere assorbito.

RATZINGER E I MANIFESTI ANTI BERGOGLIO

 

Di sicuro Ratzinger non immaginava di finire catapultato suo malgrado nella bufera delle critiche velenose che ha ben conosciuto durante l'ultimo scorcio del suo regno. Certo, il Vaticano nel frattempo è andato avanti ma a distanza di cinque anni i problemi non mancano: le riforme sperate, tanto volute da Papa Francesco, si sono impantanate per sempre e il clima generale non risulta essere di certo tra i più collaborativi. La Segreteria di Stato che prima coordinava tutto è ormai svuotata, la Segreteria dell'Economia ridimensionata. L'unica riforma vera che era andata in porto, causando malumori e tanti nemici a Viganò, è quella della comunicazione, fino all'epilogo di ieri.

 

I VECCHI NEMICI Il pasticcio è nato dalla insistente solerzia di Viganò a strappare una lettera di endorsement per Francesco dal più grande teologo Ratzinger. L'occasione era una collana teologica appena pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana. Ratzinger, tramite don Georg Gaenswein, prima ha declinato l'invito, poi davanti a tanta ostinazione ha spiegato perché non desiderava farlo. Nella parte della lettera censurata fa capire che gli era impossibile per la presenza di un teologo tedesco a lui ben conosciuto, visto che in passato lo aveva contestato duramente assieme ad Hans Kueng, Ottmar Fuchs, John Grudnel e Peter Eicher.

MONSIGNOR DARIO VIGANÒ

 

«Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professore Hünermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della Kölner Erklärung, che, in relazione all'enciclica Veritatis splendor, attaccò in modo virulento l'autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale».

 

monsignore dario vigano

Il riferimento è al famoso memorandum dal titolo: Contro l'incapacità - per una cattolicità aperta, meglio conosciuto come Dichiarazione di Colonia, risalente al 1989. Un pamphlet in cui si sparava ad alzo zero contro lo stile autoritario di Giovanni Paolo II, il suo fedele guardiano della Fede, Ratzinger, mettendo in discussione l'insegnamento della Chiesa a difesa della vita umana, contro l'aborto e il sacerdozio femminile. Venne firmato da più di 220 professori di teologia cattolica.

 

LA PARTE INIZIALMENTE RESA PUBBLICA

flavio briatore monsignore dario vigano (3)

Reverendissimo Monsignore, molte grazie per la Sua cortese lettera del 12 gennaio e per l'allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole. Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.

BERGOGLIO RATZINGER

 

LA PARTE CHE ERA STATA OMESSA

Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi ‘una breve e densa pagina

teologicà. In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei

scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente

letto. Purtroppo anche solo per ragioni fisiche non sono in

grado di legge gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più

che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professor Hunermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura

rilevante al rilascio della ‘Kolner Erklarung’, che, in relazione

DARIO VIGANO'

all’enciclica ‘Veritatis splendor’, attaccò in modo virulento

l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni

di teologia morale. Anche la ‘Europaische Theologengesellschaft’,

che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, il sentire ecclesiale di molti

teologi ha impedito quest’orientamento, rendendo quell’organizzazione

un normale strumento d’incontro fra teologi. Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e La saluto cordialmente.

Suo Benedetto XVI

 

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA