ROMA “CAMORRIZZATA” - TRE ANNI FA, ALEMANNO COSTRUÌ LA SUA FORTUNA ELETTORALE SULLA ‘SICUREZZA’ E OGGI LA CAPITALE SEMBRA UN FAR WEST - AL TRULLO, SAN BASILIO E A TOR BELLA MONACA CI SI AMMAZZA PER 10 EURO - LE BANDE ROMANE (LE FAMOSE ‘BATTERIE’) SI STANNO ‘CAMORRIZZANDO’ NEI METODI E NELLE PROCEDURE - DAI RIFORNIMENTI DI DROGA A SECONDIGLIANO AL RICORSO AI BAMBINI-SENTINELLE FINO ALLE GAMBIZZAZIONI, LE INTIMIDAZIONI AI RESIDENTI, COSTRETTI A NASCONDERE LA COCAINA NELLE PROPRIE CASE…

Fulvio Milone per "la Stampa"

Capita che a San Basilio la vita di un uomo valga dieci euro, o che un pusher dia la «paghetta» a un ragazzino di tredici anni perché lo avvisi dell'arrivo della polizia e nasconda la droga in un orsetto di peluche. Succede che un breve tratto di strada, neanche cento metri, consegni il Trullo alla più recente storia «nera» della capitale con una sequela impressionante di omicidi, ferimenti, attentati incendiari, rapine. Accade anche che, in una piazzetta intrappolata fra i palazzoni di Tor Bella Monaca, una bambina di dieci anni venga ferita al posto del padre durante un regolamento di conti.

Tre anni e mezzo fa, sull'emergenza-sicurezza, il sindaco Gianni Alemanno si giocò tutta la campagna elettorale, spuntandola sul rivale Rutelli. Oggi la «Malaroma» rimane un grosso problema irrisolto per tutti: polizia, carabinieri, magistratura e prefettura, alla ricerca di una strategia comune nella guerra alle gang che si sfidano nella periferia per controllare il mercato della droga e il racket delle estorsioni e dell'usura.

La vita è diventata pericolosa soprattutto in sette quartieri, non solo per gli affari sporchi della malavita, ma anche per i mille atti di semplice teppismo, di sopraffazione e arroganza che si consumano quotidianamente. San Lorenzo, Bastogi, Tor Bella Monaca, San Basilio, Magliana, Tor Pignattara e Trullo sono come vulcani che si svegliano con frequenza sempre maggiore.

La lava della violenza scorre al Trullo, a un chilometro appena dall'altro quartiere «culla» della vecchia banda della Magliana. Qui, un paio di settimane fa, qualcuno ha sparato ad Alessio Pellegrini, con una sfilza di precedenti penale alle spalle: è rimasto ferito in un'imboscata davanti al bar «Luna Rossa», a cui la polizia ha messo i sigilli perché si sospetta sia frequentato da una banda di spacciatori.

È successo in via Monte delle Capre, una strada lastricata di episodi di violenza. Una decina di metri dopo il bar ce n'è un altro, ormai chiuso, con i segni ancora visibili dell'incendio che lo ha distrutto 4 anni fa. Accanto alla saracinesca abbassata c'è un cartello, un «vendesi» che però non attira nessun possibile acquirente.

Poco più avanti, proseguendo su via Monte delle Capre, ti raccontano che tre anni fa è stato compiuto un omicidio, e basta fare qualche passo ancora per imbattersi in un'agenzia immobiliare data alle fiamme nel 2009. L'ultima tappa è un ufficio postale: rapinato otto mesi fa.

Un cliente del barbiere che ha la bottega accanto al «Luna rossa» chiuso dalla polizia affida il suo commento a un proverbio: «Io sono del sud, dalle mie parti si dice così: "Dove ci sono campane non ci sono puttane". Le devo spiegare che le campane sono le istituzioni, in divisa e non, e le puttane i delinquenti? Qui lo Stato non si fa vivo se non quando c'è un'emergenza. Viene, si fa vedere un po' in giro e poi scompare. Tempo fa è stata perfino chiusa la caserma dei carabinieri. Detto questo, non mi chieda che cosa è successo martedì. Le risponderei che non ho visto né sentito nulla».

È lo stesso ritornello a San Basilio, periferia nord-est. Il 21 settembre, in via Sarnano, un pensionato di 68 anni, Ennio Lupparelli, è morto mentre inseguiva il tossicomane che aveva derubato la moglie della borsa in cui c'erano 10 euro: lo scippatore in fuga su un'auto lo ha investito schiacciandogli la testa sotto le ruote.

La moglie della vittima chiede giustizia, e che il colpevole sconti tutta la sua pena: il rapinatore, arrestato, chiede clemenza raccontando di essere diventato tossicomane dopo un grave incidente in moto. Ma è difficile sperare nei sentimenti di comprensione e perdono dei tanti che nel quartiere vivono onestamente, ma nella paura.

Qualcuno indica via Gigliotti, non lontano dal luogo dell'omicidio, come il luogo in cui si concentrano i pusher in attesa dei clienti: «Spacciano di giorno e di notte, se ne fregano di chi passa. Regalano qualche euro ai ragazzini, 12 o 13 anni al massimo, perché facciano da vedette e diano l'allarme nel caso arrivi la polizia».

La droga è ovunque, nascosta nei contatori dell'acqua, come hanno scoperto i carabinieri durante uno dei tanti controlli seguiti alla morte di Lupparelli. Ma c'è di più: la coca, a San Basilio, viaggia anche nell'insospettabile pancino di «Winnie The Pooh», l'orsetto di peluche che ha accompagnato i sogni di generazioni di bambini.

Secondo gli investigatori San Basilio è una delle piazze più importanti del mercato al dettaglio di cocaina e eroina. Dicono che le gang acquistano la «roba» a Napoli, dalla camorra, nel quartiere Secondigliano, il più grosso market della droga dell'Italia del sud, dove la cocaina viene nascosta perfino nelle statuette di Padre Pio.

«Non abbiamo ancora elementi per parlare di grande malavita organizzata - dicono gli investigatori -, ma è fuori di dubbio che le bande che operano nel settore della droga si stiano "camorrizzando", nel senso che dai clan napoletani mutuano metodi e comportamenti come, ad esempio, il ricorso ai bambini trasformati in "sentinelle". Così si spiegano anche le gambizzazioni, le intimidazioni agli abitanti del quartiere che spesso sono costretti a nascondere la cocaina nelle proprie case».

 

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