IL POSTO DELLE (F)REGOLE - ALLE PRIMARIE VOTERANNO SOLO ISCRITTI E “ADERENTI” ALL’ALBO: BASTERÀ AI BUROSAURI PD PER IMBRIGLIARE RENZI?

Da "il retroscena.it"

Mentre tutti aspettano col fiato sospeso quella sentenza che solo in teoria potrebbe far franare tutto, ma che in realtà -e qualunque ne sia l'esito- non avrà quasi certamente effetti immediati e letali sulle larghe intese, gli uomini delle regole di Largo del Nazareno lavorano per definire gli ultimi aspetti del delicato processo di mediazione sul percorso congressuale, qualcosa che ha ormai preso forma, almeno nei suoi elementi fondamentali.

Dopo la sentenza. Una proposta messa a punto negli ultimi giorni dall'asse di maggioranza che attualmente guida il Pd e che dovrebbe vedere la luce non prima che sia stata messa in sicurezza la reazione alla sentenza sul processo Mediaset e quindi nella prossima Direzione del partito che si terrà durante la prossima settimana, ad agosto ormai iniziato.

Già, perché i maggiorenti democrats per ora preferiscono aspettare, nel timore che dopo il verdetto sia necessario lasciare un margine di tempo che consenta di non sovrapporre i due piani e di gestire in sicurezza eventuali contraccolpi nel Pdl o nella fronda antigovernista democratica.

Fuoco incrociato. E nel Pd, certamente non servono nuove tensioni, dal momento che il clima è già tesissimo sul tema delle regole per il congresso, dopo il nulla di fatto della Direzione di venerdì scorso e le infinite polemiche conseguite alla proposta di primarie blindate fatta da Franceschini, un'uscita criticata persino da molti tra gli stessi lealisti al premier, anche quelli che, per blindare il governo, metterebbero volentieri un cordone di sicurezza di fronte all'assalto dei renziani.

E infatti - al di là delle dietrologie più disparate - persino molti esponenti bersaniani e lettiani, in questi giorni, non hanno fatto mistero di ritenere quella scelta magari condivisibile nella sostanza, ma in ogni caso un errore strategico, "un'entrata a gamba tesa" che ha rischiato di far saltare tutto il banco.

La nuova figura dell'aderente. Per questo motivo, nelle stanze dei bottoni del Pd ,si è deciso per un punto di atterraggio più morbido sulla questione, una forma di mediazione che non sappia di provocazione, ovvero quella di indire - come anticipato dal Retroscena da tempo- delle primarie sostanzialmente "semi-aperte" in cui a votare per il segretario nazionale del partito non saranno solo gli iscritti, ma anche tutti coloro che risulteranno registrati in uno specifico albo di "adesione" al Pd.

Dunque non proprio primarie aperte, ma qualcosa di non troppo dissimile. Con quel requisito della preregistrazione nell'apposito albo, che viene giustificato dalla dirigenza Dem come uno strumento che possa costituire "un primo step di avvicinamento al partito" per elettori che non si sono mai iscritti o per nuovi elettori, che dovrà certificare la "vicinanza" al Pd di chi si recherà ai gazebo e dunque la volontà di aderire e sostenere le idee, i valori e i programmi democratici.

Una scelta che sembra declinare in concreto un principio già espresso in precedenza dal vertice del Pd e cioè che a votare per il nuovo segretario del partito non possano essere persone completamente "avulse" e disinteressate alla vita del partito.

Data base e finanziamento. In sostanza dunque, quasi una sorta di pre-iscrizione, un passaggio intermedio che possa creare un cordone ombelicale tra il Pd e gli elettori che fino ad ora gravitavano nell'orbita del partito. Inoltre, sarà previsto anche un meccanismo di finanziamento diretto al momento del voto, che nelle intenzioni della segreteria garantirà un sostentamento immediato ma anche un data base aggiornato cui rivolgersi per le future campagne di finanziamento.

Per ora non sono ancora stati decisi tutti i particolari, ma sembra che la registrazione all'albo potrà essere effettuata, in ogni caso prima di recarsi a votare alle primarie, anche online. Per quanto riguarda gli altri aspetti più rilevanti del regolamento congressuale, resterà la separazione tra candidato premier e segretario del partito, ma anche qui con l'introduzione di un rimarchevole punto di mediazione, ovvero che non sarà sancito da nessuna parte il divieto invalicabile a che il segretario del Pd possa, in un secondo momento, anche candidarsi alle primarie per la premiership del centrosinistra.

Un escamotage che apre la strada a molteplici conseguenze. Infine, dovrebbe restare anche il meccanismo che prevede che ad iniziare il percorso congressuale siano i congressi di circolo e dunque, la dimensione territoriale e locale rispetto a quella nazionale.

 

 

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