silvia salis antonino gambino

“ALTRO CHE DOSSIERAGGIO, LA NOSTRA È STATA UN’ATTIVITÀ D’INCHIESTA ANCHE FATICOSA” – "LA VERITA’" RICOSTRUISCE IL “SALIS CRASH” CHE HA PORTATO L’EX ASSESSORE MELONIANO GAMBINO A ESSERE INDAGATO PER PRESUNTE INDEBITE RIVELAZIONI DI SEGRETI D’UFFICIO. PER I PM C’ERANO LUI E IL COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE DIETRO LA DIFFUSIONE DELLA NOTIZIA USCITA SULLA “VERITÀ” DI UN’INCIDENTE STRADALE CAUSATO DALLA NUOVA PRIMA CITTADINA – AMADORI: “A ONOR DEL VERO, LA SIGNORA INVESTITA AVEVA RIFERITO AL NOSTRO GIORNALE UNA NOTIZIA IMPRECISA, OVVERO CHE LA SINDACA ERA TRANSITATA CON IL ROSSO E NON CON IL VERDE CON LIMITAZIONE (LA SALIS AVEVA L’OBBLIGO DI DARE LA PRECEDENZA AI PEDONI). NON SI TRATTAVA DI NOTIZIE RISERVATE DAL MOMENTO CHE IL PROCEDIMENTO ERA GIÀ ARRIVATO DAVANTI AL GIUDICE DI PACE” - LA BORDATA AL “FATTO QUOTIDIANO"

Giacomo Amadori per “la Verità” - Estratti

 

 

silvia salis

Decreti e veleni. Ma anche veline, passate ai giornali amici. Potremmo riassumere così la giornata di ieri. La Procura di Genova ha ordinato numerose perquisizioni e, in mattinata, hanno ricevuto la visita di finanzieri e uomini della Squadra mobile l’ex assessore alla Sicurezza e ai trasporti del capoluogo ligure, Antonino Sergio Gambino, il capo della polizia locale Gianluca Giurato e diversi agenti della municipale.

 

(...)

Dal comunicato della Procura, si apprende che il secondo filone ha al centro pure «presunte indebite rivelazioni di segreti d’ufficio, attribuite all’ex assessore e al comandante della polizia municipale, riguardanti la diffusione pre elettorale di informazioni riservate su un procedimento penale per un sinistro stradale che ha coinvolto una candidata a sindaco».

 

Una storia raccontata in prima pagina dalla Verità il 16 maggio scorso. Ma anche se i pm, nel loro comunicato, fanno prudentemente riferimento a «presunte» soffiate, i cronisti del Fatto quotidiano, giornale vicino al Movimento 5 stelle, ieri mattina, hanno deciso che l’unica notizia degna di rilievo fosse quest’ultima, anche perché, nonostante il comunicato della Procura non li menzionasse, erano già in possesso di ghiotti retroscena:

antonino gambino

 

«Secondo i pm, il meloniano Sergio Gambino fece passare alla Verità un verbale segreto su un incidente stradale (in cui era stata coinvolta la sindaca di Genova, ndr)», si leggeva in un articolo pubblicato online e intitolato «L’ex assessore di Fdi ordinò al capo dei vigili un dossier per screditare Salis».

 

In conclusione, per i colleghi, nel nostro scoop del 16 maggio «si nascondeva, secondo la Procura di Genova, una sorta di dossieraggio con mandanti politici».

 

Tutte informazioni passate in tempo reale dal Palazzo di giustizia sul sito del Fatto quotidiano.

 

i grillini E così, dopo il martirologio, è partita la beatificazione: «Dossieraggio contro Salis? Fdi non può stare in silenzio» ha subito gridato il senatore (ex) grillino Luca Pirondini. 

 

(...)

 

 

silvia salis antonino gambino

La Salis ha aggiunto il carico, desiderosa com’è di prendersi una ribalta nazionale: «Su di me un dossieraggio ridicolo con attacchi personali, sono stata seguita, sono stati intervistati i negozianti del quartiere in cui vivo, i condomini del palazzo in cui ho un box (la cui destinazione d’uso sarebbe però quella di locale ad uso commerciale, ndr), e pensare che questa fosse una bomba mediatica la dice lunga sulla qualità della classe politica del centrodestra» ha detto.

 

(...)

 

Ma torniamo all’articolo firmato da Marco Grasso, la pietra dello scandalo. Se il cronista non si fosse limitato a propalare le grida dei pm avrebbe comodamente potuto accertare che la notizia dell’incidente in cui era stata coinvolta la sindaca era stata raccontata dalla Verità attraverso la voce della vittima e del suo avvocato e non grazie a un fantomatico dossier di Gambino.

 

A onor del vero, la signora investita aveva riferito al nostro giornale una notizia imprecisa, ovvero che la sindaca era transitata con il rosso e non con il verde con limitazione (la Salis aveva l’obbligo di dare la precedenza ai pedoni). Per questo titolammo: «Genova, passa col rosso e travolge una donna: indagata la Salis, candidata sindaco del Pd».

antonino gambino

 

La prima parte della notizia (quella di competenza di Gambino e della polizia municipale) era, dunque parzialmente inesatta, mentre la parte sull’inchiesta giudiziaria era stata confermata dai diretti interessati: la donna investita e il suo legale. Non si trattava quindi di notizie riservate dal momento che il procedimento era già arrivato davanti al giudice di pace e, comunque, l’iscrizione della Salis per lesioni partiva da una denuncia di parte che i diretti interessati potevano liberamente diffondere.

 

silvia salis selfie dopo la vittoria

 La mattina in cui noi abbiamo pubblicato la notizia, il 16 maggio, i cronisti genovesi hanno ricevuto, intorno alle 9, sulle loro chat il «verbale di accertamento e contestazione di violazione» del 23 maggio 2024 inviato alla Salis dalla polizia municipale. In esso si leggeva che era stato contestato l’articolo del codice della strada che punisce il «conducente che transita in area di intersezione semaforica con luce verde» e «omette di dare la precedenza a pedoni e/o ciclisti il cui segnale semaforico dà contemporaneamente il consenso per l’attraversamento». La carta inizia a circolare come se fosse una smentita di quanto avevamo scritto sulla Verità. Chi ha diffuso il verbale? La stessa Salis? La polizia municipale? Gambino?

 

Quella mattina le agenzie riferirono che «lo staff di Salis smentisce categoricamente i fatti riportati», ricordando che «il verbale contestato alla candidata sindaca esplicita chiaramente che Salis sarebbe passata con il verde». Dunque, i primi a raccontare nel dettaglio le presunte carte segrete erano stati gli uomini della Salis.

 

silvia salis dopo la vittoria

A questo punto, dopo che abbiamo scoperto come nelle redazioni girasse la smentita riguardante il passaggio con il rosso, abbiamo cercato pure noi di recuperare la documentazione relativa all’incidente. Restano nei tabulati le telefonate del collega Fabio Amendolara, autore dello scoop, ai centralini della polizia municipale. Alla fine il nostro cronista venne dirottato verso l’ufficio stampa del Comune.

 

Nelle stesse ore Gambino diramò un comunicato stampa sbagliato, basato sul nostro articolo, e, subito dopo, diffuse una «rettifica» intitolata «Salis non passò con rosso. Mancata precedenza».

 

Insomma, secondo il Fatto, l’assessore aveva preparato un dossier esplosivo («Doveva essere la bomba da sganciare in campagna elettorale per demolire la credibilità di Silvia Salis», scrive Grasso), ma non ne conosceva nemmeno il contenuto.

GIACOMO AMADORI

 

Che cosa abbia scritto o detto mentre veniva intercettato non ci interessa. Ha provato a prendersi meriti che non aveva? Non lo sappiamo. Di certo la notizia dell’incidente non ce l’ha data lui e il contenuto del nostro primo articolo sta lì a dimostrarlo.

 

Se l’assessore alla Sicurezza con delega alla polizia municipale e il capo dei vigili ci avessero voluto regalare un dossier, lo avrebbero infarcito di imprecisioni? Ma soprattutto perché Gambino avrebbe dovuto diramare un comunicato sbagliato?

 

la patente Noi, nelle ore successive, siamo riusciti a scoprire che alla sindaca erano stati tolti 2 punti dalla patente e che le era stata sospesa la licenza di guida per 2 mesi. Notizie che non abbiamo avuto né da Gambino, né dal capo dei vigili.

 

Il nostro scoop è stato dunque un work in progress e non è stato realizzato grazie ad alcun dossier preconfezionato (ma poi perché le informazioni che riguardano la sinistra sono dossier e quella sulla destra sono, invece, notizie?).

 

silvia salis elly schlein

La nostra è stata un’attività d’inchiesta anche faticosa. A cui ha dato un contributo pure l’avvocato della vittima, che dopo un’iniziale ritrosia, ci ha concesso, il 16 maggio, un colloquio di oltre mezz’ora.

 

Al termine di questo articolato lavoro di ricerca siamo venuti in possesso della relazione della polizia locale sull’incidente. Non riveleremo qui le nostre fonti (la deontologia ci obbliga a proteggerle e il segreto professionale ci permette di farlo), ma di certo abbiamo messo le mani sulle carte relative al sinistro dopo i colleghi dei giornali locali, i quali, come detto, erano in possesso del verbale dei vigili già la mattina del 16 maggio.

 

marco grasso il fatto quotidiano

Questi sono i fatti. Ovviamente Grasso (convinto che «a passare materialmente ai cronisti il verbale secretato sarebbe stato Gianluca Giurato, comandante della polizia municipale») li ha riportati solo parzialmente, troppo preso a sparare sui colleghi.

 

P.s. Nei mesi scorsi il cronista del Fatto quotidiano aveva inviato a chi scrive un messaggio per lamentarsi di non essere stato citato in un nostro articolo. Ma prima delle proteste aveva precisato: «Seguo con grande attenzione il vostro lavoro inchiestistico, tra i migliori d’Italia». E aveva chiuso assicurando «immutata stima».

 

Quindi, caro Marco, anziché straparlare di dossieraggio per «un lavoro inchiestistico» che conosci bene e che hai dimostrato di apprezzare, avresti potuto farci uno squillo e chiedere la nostra versione.

 

P.p.s Come vedi questa volta ti abbiamo citato.

silvia salis

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