laghi piero amara

AMARA, QUELLO CHE NON FECE LA PROCURA DI MILANO, LO FA LA PROCURA DI POTENZA - PER CAPIRE IL POTERE DI ENRICO LAGHI BASTA LEGGERE LE DICHIARAZIONI RESE AI PM DA MASSIMO MANTOVANI (EX CAPO DEI LEGALI DI ENI, ALLONTANATO NEL 2019 PER I SUOI RAPPORTI CON AMARA): “HO INCONTRATO LAGHI LA PRIMA VOLTA NELLA CASA ROMANA DELLA SEVERINO. SI FECE UNA PIZZATA CON IL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO ED ENRICO LETTA. UN'ALTRA VOLTA AL CIRCOLO DEGLI SCACCHI DOVE LAGHI INVITÒ ME E ANDREA ZOPPINI, E TROVAMMO ANCHE AMARA. INFINE UNA TERZA A CAPALBIO…”

Fabio Amendolara e Alessandro Da Rold per “La Verità”

 

carlo maria capristo

Ai tempi in cui Carlo Maria Capristo era il capo della Procura, a Taranto sembra che l'Ilva, oltre all'inquinamento ambientale del territorio, che ha prodotto un processo con svariate condanne in primo grado, sia riuscita a inquinare pure gli uffici di chi avrebbe dovuto controllare. 

 

«Condizionamento ambientale», lo definiscono i magistrati di Potenza che ieri, nella seconda tranche dell'inchiesta sull'avvocato Piero Amara, hanno privato della libertà Enrico Laghi (sequestrandogli anche 270.000 euro), il professore romano che conta nel curriculum almeno 24 incarichi come liquidatore, consigliere o sindaco, tra Alitalia, Unicredit e persino Acea. Ma è per Ilva che è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione in atti giudiziari.

piero amara 4

 

Il capo della Procura di Potenza, Francesco Curcio, è riuscito a ricostruire i meccanismi di protezione sui quale l'Ilva poteva contare. Partendo dal «condizionamento» di membri del Csm per portare Capristo a Taranto tramite le strategie dell'avvocato Amara, fino ad arrivare a quella che nell'ordinanza di custodia cautelare viene definita «una particolare e favorevole attenzione alle esigenze dell'Ilva da parte della Procura di Taranto». 

FRANCESCO CURCIO

 

Nel mezzo ci sono le nomine di due consulenti che, stando all'accusa, hanno avuto un certo peso specifico: quella di Amara, per 90.000 euro di parcella, e quella dell'ingegnere Nicola Nicoletti, che era diventato il braccio destro di Laghi e si muoveva con «ampia e notevole autonomia». Il nome di Laghi era già saltato fuori nella prima tornata di arresti, quando oltre a Capristo e Amara finirono al centro dell'inchiesta anche Nicoletti e il poliziotto dalle mille relazioni Filippo Paradiso. 

FILIPPO PARADISO

 

A Potenza Amara non le aveva risparmiate all'ex commissario dell'Ilva, che l'ex pm romano Stefano Fava avrebbe voluto già arrestare insieme con l'avvocato «pentito» siciliano, trovando però l'opposizione (fino alla revoca dell'assegnazione del fascicolo) dell'allora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, dell'aggiunto Paolo Ielo e di altri: «(Laghi, ndr) era il dominus di certi rapporti...», ha raccontato Amara, «in relazione alla vicenda Ilva il rapporto era direttamente con il premier (all'epoca Matteo Renzi, ndr) e con la famiglia Riva. Questo "giocava con tre mazzi di carte"». 

 

E a un certo punto descrive la filosofia che stava dietro alle nomine degli avvocati da parte di certi clienti. Lo stesso criterio che avrebbe utilizzato il commissario dell'Ilva con lui. «Figuriamoci se lui mi ha nominato perché aveva chiesto referenze in giro», svelò Amara. «Mi nomina perché mi vede a casa [] in buona confidenza con Capristo, e all'epoca così funzionava». 

carlo maria capristo

 

E Nicoletti, durante il suo interrogatorio, ha riscontrato quella versione. Dopo la morte sul lavoro di un operaio, per esempio, Amara incontrò Capristo. Poi chiamò Nicoletti per ottenere il nome di un consulente che avrebbe dovuto lavorare per l'accusa. Nicoletti si sarebbe rivolto a Laghi, che avrebbe trovato la persona giusta. Si punta su un certo «professor Sorli» che poi effettivamente riceverà l'incarico. «Nicoletti», valutano gli inquirenti, «delinea la figura di Laghi per un verso quale assoluto dominus della struttura commissariale, dall'altro quale mandante della condotta illecita posta in essere da Nicoletti». 

 

carlo maria capristo

Le decisioni spesso venivano prese a cena. Lo svelò Amara e lo ha confermato Nicoletti. A ogni convivio sarebbero fioccate le nomine. E se in Procura sarebbero finiti i consulenti indicati da Laghi tramite Amara, l'Ilva forniva «lucrosi incarichi ad amici di Capristo». Gli investigatori sono riusciti a provare anche l'esistenza di un filo diretto tra Laghi e l'ex capo della Procura di Taranto, fatto di decine di messaggi confidenziali nei quali i due si salutavano con «caro prof» e «caro procuratore». 

 

Massimo Mantovani

Nel frattempo, secondo i magistrati potentini, Laghi «acquisiva maggior credito con il governo e i ministri competenti quale abile manager risolutore delle questioni giudiziarie». Per capire il potere di Laghi basta leggere le dichiarazioni rese da Massimo Mantovani (ex capo dei legali di Eni) ai magistrati di Potenza. Quando i pm gli chiedono se conoscesse Laghi, la risposta dell'avvocato (allontanato dal Cane a sei zampe nel 2019 per i suoi rapporti con Amara) è questa: «È una conoscenza che nasce in ambito professionale in quanto sono stato componente del Comitato di sorveglianza di Ilva []». 

 

Giorgio Napolitano e Enrico Letta

Poi aggiunge: «[] in tre occasioni hanno avuto sviluppi anche in un contesto privato. []la prima volta il prof Laghi a casa della professoressa Severino, ex ministro della Giustizia, nella sua casa romana, eravamo circa una decina di coppie (ricordo bene la giornata perché vidi per la prima volta da vicino il presidente Giorgio Napolitano e l'onorevole Enrico Letta) e si fece una pizzata. Un'altra volta al circolo degli scacchi dove Laghi invitò me e Zoppini (Andrea, ndr) e trovammo anche Amara [] infine una terza a Capalbio []».

ANDREA ZOPPINI GIULIO NAPOLITANO GIOVANNI BAZOLI ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO

 

Insomma, Laghi si può permettere di mangiare una pizza con l'ex presidente della Repubblica e frequentare anche gli amici del figlio dell'ex numero uno del Quirinale: Zoppini ha scritto diversi libri insieme con Giulio Napolitano. Ma allo stesso tempo, Laghi può permettersi di gestire una quantità immensa di società pubbliche. 

 

paola severino foto di bacco

La sua visura camerale sfiora le 80 pagine. Di sicuro il suo ruolo più delicato negli ultimi anni è stato quello in Alitalia, quando fu nominato commissario dall'ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Caso vuole che Laghi sia appena uscito dall'inchiesta sul crac della compagnia di bandiera appena due settimane fa. Era indagato per bancarotta fraudolenta e falso per la gestione Etihad. 

 

luca cordero di montezemolo carlo calenda flavio cattaneo

Laghi arrivò per ripulire le macerie dell'accordo del governo Renzi con gli Emirati Arabi Uniti. In teoria non avrebbe dovuto neppure essere lì. A spiegarlo furono i consulenti della Procura laziale. Nella relazione agli atti dell'indagine, infatti, si sottolineava come Laghi fosse già presidente e amministratore delegato di MIdco, socio di maggioranza di Alitalia Sai.

piero amara

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO PER I DANNI FATTI DA WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HA COSTRETTO TRUMP A METTERE IN CAMPO MARCO RUBIO – DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....